La tela bruciata

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Ib e il signor Elias camminavano rapidamente fianco a fianco nel corridoio. I colori delle pareti erano cambiati gradualmente, lasciando un nero inquietante con delle macchie di rosa messe a rendere più vivace l'atmosfera di tanto in tanto; peccato che servissero solo a rendere ancora più tetro il corridoio che stavano percorrendo.

Ib aveva come la sensazione di aver già camminato per quelle sale, di essere già passata in quel corridoio nero e rosa, tanto tempo fa, e non era una sensazione piacevole sentire tutti quei ricordi – e il rimorso – tornare a farsi sentire. Fece di tutto per non far notare quel suo stato d'animo, per non far vedere di avere paura di camminare per quel corridoio vuoto e sinistro, ma sentì che sarebbe arrivato presto il momento in cui avrebbe dovuto affrontare la realtà.

Anche Elias Dawson, per qualche ragione, sembrava attraversare un momento difficile. Il suo sguardo era fisso di fronte a sé, ma il modo in cui si muoveva, la sua voce, tutto sembrava voler dire che l'uomo stesse soffrendo a causa di qualcosa, e che fosse ormai sul punto di impazzire... Ib non riusciva a capire cosa passasse per la mente di quella persona. A malapena riusciva a comprendere la sua di mente, quindi come poteva pensare di mettersi nei panni di una psicologa e provare a comprendere il signor Elias? Era qualcosa oltre la sua portata, ma forse facilmente intuibile, eppure Ib si sentiva incapace di aiutarlo: voleva provarci, parlargli e cercare di capire in qualche modo cosa lo tormentasse, ma Ib pensava di non avere le abilità oratorie necessarie per far aprire il cuore di Elias. Pensava che fosse già tanto il fatto di essere riuscita a capire sé stessa e avesse cambiato comportamento appena in tempo per essere finalmente di aiuto, prima che accadesse qualcos'altro che le impedisse di mostrare le sue abilità. Non sarebbe stata in grado di aiutare il signor Elias a superare quell'incertezza che aveva lasciato trasparire nel momento di raccogliere la spada da terra, nella sala di prima; ognuno doveva sconfiggere le sue paure da solo, come lei aveva fatto con le sue e si era finalmente decisa ad affrontare la formica gigante...

A un tratto, forse le sue paure furono più forti del signor Elias, e l'uomo si fermò fissando il vuoto. Ib si accorse di quella cosa con un secondo di ritardo, e si voltò per capire quale fosse il problema. <<Che succede?>>

Elias era pallido, e il suo respiro si era fatto più intenso. Tutto a un tratto, quell'uomo le parve molto più vecchio di quanto fosse. <<Ib...>> Sussurrò con voce roca. Era strano vederlo in quelle condizioni, dopo averlo conosciuto come una persona sicura di sé e molto acculturata; nel profondo della sua anima qualcosa doveva averlo scosso. <<Questa potrebbe sembrare una domanda folle, in quanto la stia ponendo a una ragazzina...>> Quelle parole la inquietarono un po'; che cosa voleva chiederle? <<Tu hai mai... Fatto del male a qualcuno senza volerlo?>>

Aveva i sensi di colpa per quello che era successo prima? Per un attimo Ib pensò che non fosse tanto normale ritrovarsi in una situazione del genere, ma poi si ricordò della sua esperienza, e allora seppe come rispondere. <<Sì... Molto...>> Non aveva mai detto la verità sulla fine del quadro di Mary ad Elias, e Ib sentiva che quello sarebbe stato il momento di farlo, per aiutarlo un po' con la sua situazione, molto simile a quella della bambina nove anni prima. <<La prima volta che venni qui... Incontrai questo ritratto di Guertena...>>

Elias ascoltava attentamente la storia di Ib, rapito dalle sue parole e sollevato dal fatto che avesse qualcosa da dire; era anche un po' dispiaciuto per il fatto che Ib avesse avuto la sua stessa esperienza.

<<Sembrava tutto così bello e vero, io credevo di aver fatto veramente amicizia, per una volta...>> Anche Bianca, sulla sua spalla, ascoltava ogni parola con gli occhi spalancati – anche se impossibili da vedere – curiosa di conoscere la storia del primo viaggio di Ib nel Mondo di Guertena. <<Alla fine, scoprimmo che si trattava di un inganno, qualcosa atto a prendere il nostro posto nel mondo reale... E allora io e Garry fuggimmo.>>

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