Avanti per salvare un amico

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Ib passò in mezzo ai ritratti dei folli con calma, mantenendo il proprio autocontrollo in modo da non mostrare debolezza. Quelli la guardavano con occhi sgranati e le bocche mezze aperte, in attesa di assistere a qualcosa di eccezionale. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere, fuggire o urlare; questa volta teneva la testa alta e attraversava la sala respirando profondamente, con sguardo deciso.

La Dea doveva trovarsi al centro della sala, quindi significava che si sarebbe ritrovata circondata da decine di quadri che avrebbero potuto farla andare fuori di testa, e non sarebbe stato facile controllarli; per il momento erano calmi, ma chi le diceva che non avrebbero cominciato a strillare, una volta addentratasi nella sala?

Ib poteva solo mantenere la calma il più a lungo possibile, non lasciare mai trasparire alcuna emozione sul proprio viso, e pregare che andasse tutto bene. Fry le aveva detto che avrebbe dovuto "pagare" in qualche modo la Dea, ma non aveva idea di cosa potesse trattarsi...

Vide al centro della sala, alcune decine di metri da lei, una statua dell'altezza di una persona normale, posta su di un piedistallo in marmo per conferirle più monumentalità. Ib avrebbe voluto affrettare il passo, ma dovette contenersi per non suscitare le urla dei quadri, che cominciavano a borbottare tra loro qualcosa di incomprensibile; forse la presenza della ragazza li stava infastidendo, oppure erano delusi dal fatto che non si mostrasse spaventata. Ib in realtà stava morendo dalla paura, ma avrebbe affrontato quello e altro per salvare Elias.

Raggiunse con calma la statua, che mostrava una donna dai lunghi capelli lisci, con indosso una leggera e lunga veste semitrasparente che lasciava intravedere il corpo nudo, intenta nell'eseguire una sorta di passo di danza; aveva il collo piegato indietro, rivolgendo così lo sguardo al soffitto, e la mano sinistra si innalzava con leggiadria verso l'alto; l'altro braccio scendeva armoniosamente, parallelo ai fianchi in torsione e una gamba era leggermente spostata in avanti rispetto all'altra, e la Dea si reggeva sulle punte dei piedi. Ib la ammirò con timore, temendo che potesse trattarsi di una trappola, e provò a parlarle.

La statua però rimase impassibile al suo posto, come se non sentisse le parole della ragazza. In quel momento sembrò che Ib fosse stata presa in giro dall'uomo nel ritratto, ma poi ripensò a quel "pegno" che avrebbe dovuto darle per provare le sue buone intenzioni; che cosa poteva essere? Ib non aveva niente di valore con sé, e la Dea non sembrava volersi svegliare senza nessun tipo di pagamento. La ragazza tirò fuori da una tasca la sua rosa; era in buone condizioni, non era perfetta, ma sembrava aver recuperato alcuni dei petali che aveva perso fuggendo con il signor Elias. Poteva davvero dare uno dei suoi petali alla statua?

Era una decisione seria. Fece spostare lo sguardo dalla rosa rossa alla statua priva di colore più volte, prima di prendere una decisione e strappare con delicatezza un petalo rosso del proprio fiore. La ragazza sentì una fitta lacerarle il petto quando tirò via quella parte di sé, ma cercò di non farci caso; mentre i quadri attorno a lei cominciavano ad agitarsi e a ridere per il suo gesto sconsiderato, Ib allungò la mano tendendo il petalo verso la statua. Non successe niente e la ragazza cominciò a temere di essere stata raggirata, o di non aver fatto la cosa giusta...

Dopo alcuni minuti passati in quella posizione, il braccio di Ib cominciò a tremare a causa della stanchezza, oltre che dalla paura di cedere alle provocazioni dei dipinti. Incapace di sopportare più quella tensione su di sé, Ib lanciò a terra il petalo con uno scatto furioso e si accovacciò ai piedi della statua, lasciandosi prendere dallo sconforto; cominciò a singhiozzare debolmente, pensando di aver perso tutto quanto con quel semplice gesto, mentre i quadri della sala cominciavano a ridacchiare della sua debolezza d'animo. E in quello stesso momento Ib cominciò a maledirsi per aver ceduto all'ira; tutto quello che aveva fatto fino a quel momento per salvare sé e il signor Elias era stato inutile, si era spazientita di fronte a una statua che non si era animata come tutte le altre in quel maledetto posto, e ora per colpa di quello scatto rabbioso i quadri erano a conoscenza della sua debolezza, e l'avrebbero usata per farla impazzire.

La rosa biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora