Quando Kim Taehyung, il miglior amico di Jimin, mi propose la sua stramba, folle e a tratti indecente idea, accettai.
Non accettai immediatamente, perché fingere di stare con un ragazzo quando ancora amavo il mio ex, poteva risultare un'impresa molt...
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ZERO POV
"Allora? Non parla nessuno?" Domandò Jimin, mentre scrutava accuratamente uno per uno i volti dei suoi amici.
"Vi sentivo urlare da fuori ragazzi. Che succede?" Chiese ancora il moro, ma tutti fecero scena muta, e cercarono di evitare lo sguardo indagatore dell'ultimo arrivato.
"Ma soprattutto... perché stavate parlando di Hana?"
Chi teneva la testa bassa, e chi invece appena Jimin nominò la ragazza dai capelli neri pece, rivolse il proprio sguardo verso Taehyung. Jimin percepì la tensione che stava aleggiando all'interno del gruppo; non era riuscito ad ascoltare molto, aveva solo sentito che il suo nome più quello della sua ex, erano stati pronunciati più volte.
Quest'ultimo stava annegando nella curiosità, ma allo stesso tempo aveva anche timore nel venire a sapere come mai i suoi amici stessero discutendo così animatamente, parlando proprio di quella ragazza che era stata l'unica in grado di fargli battere il cuore, e fargli provare speciali sensazioni.
Adesso tutti si erano voltati verso Taehyung, che nel frattempo stava cercando di respirare a fondo e calmarsi; la discussione appena avuta lo aveva fatto agitare molto. Jimin seguì gli sguardi dei ragazzi, notando che erano tutti rivolti verso l'amico dai capelli biondi.
"Tae?" Lo richiamò, e il minore lanciò al moro un'occhiata incerta.
"Vi lasciamo soli..." Cominciò a dire Hoseok, ma appena vide Yoongi scuotere la testa in segno negativo, cambiò idea.
"No forse... meglio se restiamo qui." Borbottò incerto il rosso.
"Sì, è meglio." Sussurrò Namjoon, preoccupato che due dei suoi più cari amici potessero litigare così furiosamente, da arrivare addirittura a mettersi le mani addosso.
"Qualcuno qui ha le palle di parlare, o no?" Esclamò con tono scocciato Jimin.
"Ho iniziato a frequentare Hana." Disse Taehyung.
La tensione era palpabile nell'aria; era divenuta così pesante e fitta da poter essere tagliata con il coltello.
Tutti guardarono Jimin, in attesa della sua temibile reazione; quest'ultimo stava fissando il volto del suo migliore amico, il suo corpo era completamente immobile, pietrificato, e i suoi occhi totalmente inespressivi.
Ad un certo punto, scoppiò a ridere.
I volti dei sei ragazzi assunsero delle espressioni sorprese, erano stupiti nel vedere Jimin ridere così di gusto; ognuno di loro si aspettava di vedere l'amico imbestialito e furibondo, non si aspettavano di certo una reazione del genere. Essi rimasero confusi mentre Jimin si piegava in due dalle risate; la mano posata sullo stomaco, gli occhi erano ridotti in due piccole e strette fessure, e minacciavano di far uscire numerose lacrime da quanto il ragazzo stesse ridendo.