Capitolo 63: EPILOGO

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DAVIDE

Due settimane.

Non avrei mai pensato di trovarmi in queto posto o di andarci così spesso.

Il cuore inizia a battere veloce e a farmi male. Sempre la stessa sensazione.

La gola si chiude e faccio fatica a parlare.

Gli occhi pizzicano di continuo. Ma non so cosa vogliano emettere visto che per me non c'è rimasta più acqua.

Il corpo è praticamente morto, è stanchissimo e non riceve abbastanza cure e attenzioni.

Chiudo gli occhi e mi scombino i capelli mentre dondolo un po' con i piedi per non piangere.

Alzo la testa verso l'alto per farlo colpire dal vento autunnale che mi rinfresca il viso.

Faccio un enorme sospiro e poi la guardo.

Bianca.

Grande.

Con solo e solamente due foto.

Lei a scuola e lei quando era piccola.

Basta.

Siamo seri?

Dio, perché nessuno le ha fatto nulla?

PERCHÉ CAZZO È COSÌ VUOTA?

Guardo i fiori già secchi così li cambio con delle belle rose profumate che ho appena comprato.

So che non sono fiori da cimitero.

So che probabilmente non fanno per lei e che se fosse qui mi rimproverebbe.

Ma rappresentano noi e l'oggetto del nostro perdono, della nostra rinascita.

Guardo il tutto, poi mi metto a sedere e tolgo un po' di terra che è finita sulla tomba.

<<Ti amo>>guardo la foto più recente che hanno messo: lei a scuola insieme agli altri compagni di classe. Probabilmente i suoi genitori non avevano altro e hanno racimolato il possibile.

Accarezzo il legno lentamente come se stessi accarezzando la sua morbida guancia o i suoi ruvidi capelli.

<<Non so cosa dirti oltre che sei un idiota>>fisso un punto sul terreno<<Ma che mi manchi tanto>>mi stendo per terra accanto alla tomba e guardo il cielo nuvoloso.

<<Hai superato la paura della morte?>>chiedo come se potesse rispondermi. Ma l'unica cosa che riesce a fare è farmi piangere così mi rialzo e mi asciugo le lacrime con il braccio

<<Mi manchi tanto Auro>>tiro su col naso mentre vedo tutto sfocato<<Tu non ci sei, tu ...>>un singhiozzo non mi permette di respirare. Cerco di inspirare ed espirare, ma non ce la faccio perché il ricordo di lei è indelebile<<Tu non sei qui a darmi forza, a farmi compagnia, a riempire le mie giornate>>tiro su col naso<<Mi manchi perché non ti vedo. Non vedo più il tuo sorriso, i tuoi occhi che brillano mentre mi guardano>>respiro più lentamente<<Non sento più la tua voce che dice delle cagate solo per farmi ridere o i tuoi capelli ruvidi che mi solleticano la guancia mentre dormi accanto a me>>gioco con un pezzo d'erba mentre i ricordi si fanno vivi nella mente<<Mi manca il calore del tuo corpo, le tue gambe tra le mie, i tuoi abbracci così stretti che mi fanno mancare il fiato, la tua testa sul mio cuore per verificare la sua intensità, le tue mani che si intrecciano alle mie formando....>>con la manica asciugo le lacrime.

<<Il nostro Ringo>>guardo la foto e sorrido, ma subito dopo altre lacrime escono. Quando penso a lei smetto, ma subito dopo la consapevolezza che lei non ci sia veramente mi fa impazzire e mi distrugge.

RingoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora