Capitolo 35: CON ME

69 3 2
                                    

Dopo aver valutato di non essermi fatta niente, apro gli occhi, incontrandone un paio marrone chiaro, meravigliosi, dello stesso colore della nutella, che mi guardano sorpresi. Abbasso lo sguardo sulle sue labbra carnose, rosee, con una forma ben definita, che piano a piano si aprono in un sorriso stupendo.

Sorrido anch'io poi scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi. Appoggia la testa sulla mia spalla e quando sento il suo corpo tremare ho la certezza che stia ridendo.

<<Sei una cazzo di idiota>>afferma continuando a ridere.

<<Dici?>>

<<Sì, cazzo>>. Si alza e poi mi porge la mano con un brillante sorriso.

Lo guardo dal basso <<Cazzo, se sei bello>>

<<Cosa?>>chiede perplesso. Lo guardo con la bocca aperta, meravigliata dalle parole che ho appena detto.

<<Mi hai appena detto che sono bello?>>chiede, mentre gli prendo la mano per aiutarmi ad alzare <<Ma cosa senti? Poi sarei io quella che ha bisogno di Amplifon?>>

Ci ritroviamo uno di fronte all'altra. Lui con un sorriso enorme, io ancora stupita delle parole che ho pronunciato pochi secondi fa.

<<Ok, piccioncini ora...>>

<<PALLA>>

Guardo la palla da calcio ai nostri piedi, poi i ragazzini che avevo osservato prima giocare, che stanno aspettando.

Prendo la palla con la mano sinistra e con la destra prendo Davide, Pasticcino e Moretto<<GIOCHIAMO ANCHE NOI!>>grido

I ragazzini non si lamentano anzi sono contentissimi.

In due secondi abbiamo già fatto le squadre e giochiamo. Siamo cinque ragazzi di 13-14 anni con me e Davide contro gli altri insieme a Pasticcino e Moretto.

I primi tre goal li fanno i ragazzini sia della nostra che della loro squadra. Poi ne faccio uno anch'io e inizio a correre per il campo gridando goal. Solo che verso la fine arriviamo sei pari e si passa ai rigori.

Tensione fino all'ultimo, il sole che batte sulle nostre teste facendoci sudare un sacco e l'adrenalina che sale a mille.

C'è la possibilità che Davide faccia goal, c'è la possibilità di vincere.

L'arbitro Mattias, fischia con le mani.

Davide sistema bene la palla sul dischetto.

Arretra lentamente, spostando lo sguardo dalla porta alla palla.

Fa dei piccoli saltelli, si posiziona pronto a tirare.

Prende la rincorsa, tira e...

Trattengo il respiro. Sono tentata di chiudere gli occhi, ma voglio assolutamente vedere.

<<GOAL, GOAL, GOAL, GOAL>>urlano i ragazzini in squadra con noi mentre Davide è già partito, con la maglietta in mano, a fare il giro del campo.

<<ED É LUI, SOLO LUI>>grida, poi mi guarda e io lo osservo attentamente, mentre viene verso di me.

Il petto che si alza e si abbassa velocemente. I pettorali lucidi sia per il sole sia per il sudore, la tartaruga ben evidente e la famosa e meravigliosa v che sparisce nei pantaloncini rossi. Le labbra aperte in un sorriso con i denti bianchissimi che risplendono. E infine la parte che mi piace di più di tutte: gli occhi. Quella parte meravigliosa dove mi nasconderei per sempre.

Mi viene da piangere, perché è troppo bello, TROPPO e sentire le sue braccia intorno al mio corpo mentre mi solleva è MERAVIGLIOSO.

Vedere i suoi occhi scintillosi, mentre facciamo il giro su noi stessi, mi fa morire.

RingoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora