«Congratulazione Way!»
«Già, sei stato grande». Dissero due ragazzi mentre passavo nel corridoio, io mi limitai ad accennare un sorriso e tirare avanti. Mi avevano eletto rappresentante della mia facoltà, la prima volta in un'università; dopo essere passato per l'infermeria, tornai in palestra proprio quando pronunciarono il mio nome. In realtà non mi interessava, anzi mi pesava, avere quel ruolo, perché poteva capitare che mi fermassero per restare in riunione con gli altri rappresentanti e altre stupidaggini del genere.
Davanti alla scalinata, una ragazza mi fermò. Aveva un sorrisino sulle labbra, risaltate dal lucidalabbra color carne -o quel che era, insomma...- e io restai a guardarla stranito aspettando che parlasse.
«Bravo Gerard Way, mi congratulo con te. Io sono la rappresentante femminile». Alzò una mano e sorrise di nuovo, questa volta in modo simpatico. Io annuii.
«Beh, congratulazioni anche a te». Dissi poco prima di muovermi per scendere le scale. La ragazza però afferrò un bordo della mia giacca e mi guardò con un broncio.
«Non sembri molto socievole... scusa ma, volevo solo presentarmi, sai, lavoreremo insieme. Io sono Lindsey».
Ah, Lindsay. Quella che era venuta in classe.
«Oh, uhm.. io sono Gerard, piacere.» Risposi semplicemente, con un tono che lasciava capire il resto, così lei mi salutò e se ne andò senza aggiungere altro.
Non appena mi voltai, vidi Iero girare l'angolo del corridoio. Senza pensarci, mi misi a seguirlo, così mi ritrovai al suo fianco e lo guardai in faccia. O almeno gli guardai il profilo della faccia.
«Iero?».
Girò la testa verso di me, nessuna espressione.
«Way». Pronunciò il mio cognome con fare seccato, prima di tornare a guardare davanti a sè.
«Ci sarà un giorno in cui ti sveglierai e stranamente non sarai arrabbiato con la tua stessa vita.»
«Oggi ho un interrogazione di filosofia»
«Fantastico!» Esclamai con un sorriso, ironico. Frank Iero si girò a guardarmi sempre con quell'aria poco amichevole, ma posso giurare di aver visto un sorriso spuntare all'angolo delle sue labbra.
«Già, già». Mormorò, distaccato.
Le mie labbra fecero una smorfia; non sono il tipo che insiste, e soprattutto mi irrito facilmente, quindi rallento e lascio perdere.
Pfft. E chi è lui per fare il prezioso?
«Con chi ce l'hai, Gee?». Chiese Ray spuntando da non so dove, sgamandomi a sbuffare insulti silenziosi a quel nano.
«Eh? Io? Con nessuno.»
«Ulisse? Con Iero quindi?».
Sbuffai una risata. Ma com'è che arriva sempre a capire tutto quanto?
«Voterò perché ti facciano mettere una tendina dove leggere le mani di tutti quelli dell'università». Gli diedi due colpi sul petto con il palmo della mano e me ne andai. Dovevo raggiungere l'aula di fisica, avevo il compito, il secondo di quella giornata.
Ci stavano riempiendo di esercizi per esercitarci ai compiti che avremmo fatto pochissimo tempo dopo. Ad esempio ci sono capitati il compito di latino lunedì e quello di filosofia il giorno dopo.
I corridoi cominciarono a svuotarsi ogni giorno di più, tutti si chiudevano in stanza a studiare appena finite le lezioni proprio per avere la serata libera.
Dovrei fare così anche io... beh, dipende dal mio umore, e anche da Iero. Se è presente, mi risulta difficile studiare: mi deconcentra facilmente. Argh.«Ehi ragazzi, che ne dite di un momento svago a un locale?»
«Locale?». Sollevai le sopracciglia, guardando Bryan, «Come mai non il solito bar?».
Lui alzò le spalle, io così gli sorrisi e annuii.
«Per me va bene. Ci sarà qualcosa di buono da- ». Mi fermai non appena mi accorsi di ciò che stavo dicendo e lanciai immediatamente un'occhiata a Raymond. Mi sentii in colpa quando notai la sua espressione infastidita.
«Tu non bevi. Io ti controllo, Gerard»
Sbuffai. Nonostante sono felice del fatto che lui mi voglia bene come gliene voglio io, se non di più, mi dà fastidio che qualcuno si intrometta nella mia vita, imponendomi di non fare ciò che ho in mente. I piani di Gerard non si stravolgono così facilmente, Ray, arriverà il momento dove anche tu sarai ubriaco e non ti accorgerai nemmeno della mia assenza.
Okay, malefico.
«Allora, ci siete mai stati in questo locale?». Domandai, giusto per sviare la conversazione, e gli altri mi risposero che no, non lo conoscevano ma erano stati solo informati da altri amici, quindi sarebbe stata la prima volta per tutti.Quella sera decisi di vestirmi leggermente elegante. Per elegante io intendo mettere su la classica camicia nera e dei jeans dello stesso colore con qualche strappo. Misi anche una di quelle collane a targhetta e un paio di anelli d'oro bianco.
A scuola mi vesto quasi sempre in modo sciatto, cioè credo che tutti la pensino così, perché non conoscono lo stile grunge, o lo stile alla Kurt Cobain, per meglio dire. Insomma, jeans strappati in modo abbastanza evidente di qualsiasi colore con, che so, l'aggiunta di una catena laterale, anfibi, maglioni e felponi a volontà. Preferibilmente colori grigi e rossi, quelli prevalgono nel mio armadio quotidiano. Per il resto c'è il nero.
E il nero per me rende tutto elegante, perciò sono messo bene, sto bene con me stesso. I miei capelli neri sono cresciuti davvero molto in questi ultimi tre anni, li tingo ogni tot per evitare di avere qualche fastidioso riflesso castano dei miei capelli naturali.
Mi hanno sempre detto che è uno spreco tingermi i capelli, perché sono belli anche naturali, però a me piacciono così, e li stavo anche lasciando crescere. Beh forse un po' troppo, appunto, ma non volevo tagliarli corti, piuttosto avrei preferito provare un nuovo taglio. Magari una rasatura alla nuca, o qualche striscia "artistica" ai lati.
Quando finii di guardarmi i capelli allo specchio, mi spruzzai un po' del solito profumo ed uscii.
Mi trovai con Bob e Raymond, questa volta con noi uscì anche Brendon. Mi dissero che ci sarebbero state parecchie persone dell'università, perché c'era una specie di festa, e non avevo ancora capito di che festa si trattava, ma non m'importava chissà quanto.
Comunque sia, quando entrammo nel locale, vidi già delle figure familiari, però non ci diedi peso, infondo non avevo ancora nessuno che mi stava sulle palle a pelle, e nemmeno qualche rivale... aspetta, Frank Iero non era per caso diventato una specie di rivale per me?
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𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠
FanfictionMi guardai attorno, tutto era normale. Tutto scorreva lentamente, le voci dei miei amici che riempivano l'aria, mio fratello che aveva messo la sua musica allo stereo. E poi c'ero io, e c'era Frank. C'erano i nostri cuori, che erano in verità la co...