«Oggi è il gran giorno!»
«Sì, wow!». Risposi con lo stesso entusiasmo di Raymond mettendomi a saltellare per lo spogliatoio senza curarmi degli sguardi straniti dei ragazzi.
Tutto d'un tratto mi arrivò uno sberlone all'altezza del collo, così me lo massaggiai.
«Ahi, stronzo». Misi il broncio, fissando Ray, e lui incrociò le braccia al petto alzando la testa in aria.
«Te lo meriti, stronzetto.»
Mi girai appena in tempo per vedere lo sguardo di Frank Iero attraversare il mio e lacerarmi la retina degli occhi per quanto sembrava incazzato. Anzi per quanto lo era, perché di essere incazzato con me lo era ventiquattro ore su ventiquattro.
Alzai una mano, salutandolo in modo amichevole, mentre dentro morivo di gioia a vedere la sua faccia schifata.
«Cristo! Vi amate! Che coppia». Disse Raymond fingendo di piagnucolare, asciugandosi poi la lacrimuccia.
«Invitatemi al matrimooonio», continuò poi sventolando un fazzoletto sporco, e Iero gli alzò il dito medio.
Io invece gli feci l'occhiolino, prima di voltargli le spalle, e Ray mi guardò ridacchiando.
«Da quando ti piace sfidare così la gente? Si vede che vorrebbe pestarti non appena ti vede. Ti sei messo contro una peste, Way.»
Mi mordicchiai le labbra trattenendo un altro commento ironico mentre guardavo il mio migliore amico con un sorrisetto divertito.Non appena finirono di formare le squadre di pallavolo, formate dai ragazzi provenienti da tutte le classi che si erano proposti, una delle ragazze dell'altra volta, affiancata da quella che ricordavo fosse Christa, iniziò a spiegare al microfono come si sarebbe svolto il torneo.
Diedi una spallata a Ray, che stava fissando la ragazza.
«Io non fisso la gente a differenza tua». Dissi imitando la sua voce e i suoi movimenti, e lui borbottò qualcosa mettendosi a ridacchiare.
«Pensi di parlarci?»
«Parlare a chi?». Ed ecco che spuntò Bob da dietro le mie spalle. Praticamente mi era saltato addosso, ma questa era una sua abitudine.
«Noo... a nessun..»
«A quella ragazza laggiù». Indicai la ragazza a destra di quella che stava parlando al microfono, e lui annuì tutto interessante.
«Fatti avanti uomo primitivo!». Quasi urlò, e Ray gli tappò la bocca con una mano -anche se l'avrebbe volentieri sostituita con un piede e una scarpa dalla punta di ferro.
Risi alla scena, scollandomi poi di dosso Bob.
«Parla l'uomo moderno, mh?». Sollevai un sopracciglio, scherzando, e lui mi diede una spallata amichevole.
«Siamo nella stessa squadra!». Esclamò dopo Bob, come se se lo fosse appena ricordato, e io annuii. Perfetto, non mi mancava che vincere.
Iero era nella squadra rivale, inutile dire che mi interessava vincere solo per quello, altrimenti non avrei nemmeno partecipato.
Okay, forse sto esagerando un pochino, ma non riesco davvero a non dargli corda. Anzi, spesso e volentieri gliela allungo io da solo.
Di solito sono uno tranquillo, mi comporto diversamente solo se gli altri non mi rispettano, e per rispetto intendo quello che dovrebbero darsi tutti, non che voglio un trattamento speciale.
Eppure non posso dire che Iero mi sta sulle palle, perché è come se ci stessi giocando, ma lui si fa nervoso. E questo mi piace ancora di più!
Ah, che scemo che sono. Credevo di essere maturato, e adesso mi comporto così.
Fossi in Iero, mi sarei picchiato a sangue.«È il turno della squadra con a capo... Vince Farrel della terza b!». Disse una ragazza controllando i fogliettini che teneva in mano, sorridendo poi al capo squadra. Vince era un ragazzo figo, o almeno tutti lo consideravano così, perciò era il ragazzo figo della mia facoltà. Uno di quelli.
L'ho visto poche volte in giro, proprio perchè è sempre circondato da ragazze, ma ciononostante non si dava molte arie, o almeno credo.
Il tipo, quindi, ci fece posizionare nella nostra parte del campo. Parlando poco prima, avevamo deciso che io sarei stato il secondo battitore, quindi stavo fissando la palla che dalla mano del ragazzo finiva già aldilà della rete, finendo nel "campo nemico".
Dopo tre turni, il ragazzo sbagliò, così dopo vari tentativi finii io al suo posto e riuscii a fare cinque punti di seguito. Gli altri, soprattutto Ray e Bob, mi stavano lodando, e mi incitavano anche a continuare, però riuscii a fare un altro punto prima di sbagliare. Beh, avevamo praticamente la vittoria in pugno, solo che quella era la prima partita.Alla quarta partita, l'ultima, finimmo contro la squadra di Iero. Iero non era sicuramente la carta vincente di quella squadra mi dissi, pensando alla sua altezza.
E invece.
Non mi aspettavo di dovermi fare un culo per vincere quella partita, erano praticamente tutti schiappe tranne Frank Iero e un suo amico, Troy Donovan. Però erano fortissimi, in due.
Insomma, alla fine della partita vinsi io, finito a terra, ma con la palla in mano.
Restai lì qualche secondo a riprendere il fiato, mentre Ray mi si buttò addosso tutto felice.
A cavalcioni sulle mie gambe, mi scuoteva le spalle come un terremoto.
«Sei un grande!! Cazzo Gerard, abbiamo vinto un t-o-r-n-e-o!». Esclamò stupito, ridacchiando alla fine. Sorrisi alla sua reazione e dopo che mi feci alzare da lui lo abbracciai.
«Portami in infermeria»
«Eh?», Tenendo le mani sulle mie spalle, mi spostò un momento per controllare che stessi bene. «Quand'è che ti sei fatto male?»
«Shh, non è niente». Dissi ridacchiando, però gli feci segno verso la porta d'uscita della palestra.
Ray annuì senza fare più domande, e mi ci portò.
«Se vuoi aspettami qua, faccio subito». Dissi e, dopo averlo visto annuire, richiamai l'attenzione dell'infermiera, camminando lentamente verso un lettino.
«Che c'è ragazzo?». Chiese la donna avvicinandosi a me con una scatola, probabilmente con un kit utile a qualsiasi evenienza.
«Uhm, credo di essermi preso uno strappo al ginocchio durante il torneo di pallavolo»
«Ahi ahi. Va bene, nulla di grave... è un po' gonfio qui, devo solo metterti una benda e darti del ghiaccio.»Tornai in camera non appena l'infermiera ebbe finito di fare il necessario; quando chiusi la porta però ricordai dell'antidolorifico che mi diede e che dimenticai sopra il mobile dell'infermeria.
«Bella partita, Way.»
Mi voltai sorpreso verso la voce, sollevando le sopracciglia, poi le mie labbra si incurvarono in un sorriso. Non un sorriso sfacciato, ma neutro.
Mi aveva fatto piacere, sentirlo dire da Iero; annuii, avvicinandomi a lui.
«Non mi aspettavo fossi così forte». Ridacchiai, tendendogli una mano e inclinando la testa come per chiedergli una tregua.
Mi ero accorto di star facendo la cosa sbagliata, a comportarmi come uno stupido, e da quel giorno decisi di smetterla, ma sapevo che non avrei potuto più addolcire Iero come volevo, quindi dovevo tenermelo buono in modo cauto.
Prese la mia mano e la scosse un paio di volte, poi scoccò la lingua.
«Cosa sai di me, tu?». Fece un impercettibile sorrisetto, e io presi la domanda come un'altra sfida, ma per quel giorno ero soddisfatto così.
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𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠
FanfictionMi guardai attorno, tutto era normale. Tutto scorreva lentamente, le voci dei miei amici che riempivano l'aria, mio fratello che aveva messo la sua musica allo stereo. E poi c'ero io, e c'era Frank. C'erano i nostri cuori, che erano in verità la co...