Okay, forse avere la "prima volta" nella stanza di un'università non era la migliore delle idee, però a nessuno di noi due sembrava aver fatto la differenza.
L'unica cosa che ci costringemmo a fare a dispetto della stanchezza fu alzarci, fare una doccia e beh metterci il pigiama.
«Beh, allora buonanotte...» Disse Frank sbadigliando, però io lo presi delicatamente dal polso.
«Dormiamo insieme» Proposi, cercando di incontrare il suo sguardo che invece era rivolto verso il pavimento. Subito però lui alzò la testa per guardarmi, e dopo annuì.
«Il tuo letto è più comodo, ma il mio è più caldo.» Ridacchiai indicando il mio letto che dava molto di un covo comodo e accogliente, invece il suo sembrava freddo e spoglio, troppo evidente. Il mio letto quando c'era il sole in parte riusciva a proteggersi e a tenersi la sua ombra, per via del letto di sopra.
Frank allora roteò gli occhi e, spostandosi dalla mia presa, andò a prendersi il cuscino. Dopo mi spinse in direzione del mio letto, prendendomi la mano.
Mi aveva preso la mano, ma lo realizzai solo quando ci fermammo davanti al letto. Lo guardai, dopo guardai la sua mano e la mia unite, e dopo riguardai lui.
Frank mi diede un'occhiata veloce e imbarazzata, finché con le nostre stesse mani gesticolò in avanti. «Beh? Siediti» Disse, e io pronunciando un oh come se mi fossi appena svegliato mi sedetti, spostando le coperte verso il basso e facendo spazio a Frank.
Il mio posto era ovviamente quello vicino al muro. Mi sentivo più protetto. Una volta sistemati nel letto, guardavo la schiena di Frank. Perché sì, mi aveva dato le spalle.
Non ci sa fare proprio nemmeno lui, eh? Pensai, ridacchiando silenzioso.
Frank mi sentì, «Che ti ridi?» Chiese, accennando una risata. Io sorrisi sentendolo.
Qualche mese prima mi avrebbe detto "che cazzo ridi?" con un'espressione irritata e omicida.
«Nuulla... girati verso di me» Dissi, riprendendo a ridacchiare. Non riuscii a trattenermi, e non osai mordermi le labbra visto che Frank me le aveva distrutte con i denti.
Lui allora si girò verso di me, lentamente, facendo scricchiolare appena le assi del letto.
«Mh?»
Aveva un mezzo sorriso divertito sul viso, e io feci spallucce.
«No, sai, il tuo fondoschiena è una bellissima visione ma volevo vederti in faccia.»
Lui scoppiò a ridere e mi diede una gomitata.
«Ma 'sta zitto»
«Ma è la verità!» Esclamai a bassa voce. Non ero sicuro del perché stessi parlando a bassa voce, visto che non c'era mio fratello che dormiva e da fuori non si sentiva praticamente nulla per via dei muri spessi che separavano una stanza e l'altra.
«Appunto! Peggio» Schioccò la lingua e io ridacchiai ancora, facendomi poi più vicino a lui.
Strusciai la testa sul cuscino, come da abitudine, e quando fui abbastanza soddisfatto della comodità chiusi gli occhi. Sentivo il respiro di Frank che mi raggiungeva per la poca distanza tra noi, e quella sensazione mi fece sorridere.
Avevo chiuso gli occhi mentre lui li teneva ancora aperti, e non sapevo quindi cosa stesse facendo finché non sentii le sue dita che, sfiorandomi il viso, andarono a sistemare una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
Sentii la tentazione di aprire gli occhi per guardarlo, ma non feci altro che strizzarli meglio e allargare il sorriso. Dopo poco feci spuntare il mio braccio dalla coperta e con la mia mano raggiunsi la sua. Gliela presi come pochi minuti prima lui aveva afferrato la mia mano, e feci intrecciare con lentezza le nostre dita.
Gli strinsi la mano e riportai il braccio sotto le coperte, abbandonando la tensione e facendomi ancora più vicino a Frank. Lui era basso, rispetto a me, quindi dovetti ranicchiarmi per poter appoggiare la testa sopra di lui, all'altezza del petto.
Il mio respiro adesso raggiungeva la pelle del suo collo, e guardai quella pelle così liscia e che avrei volentieri baciato, ma sapevo che dopo Morfeo avrebbe rinunciato a prendermi tra le sue braccia. Però un piccolo bacio casto sul collo glielo lasciai, e lui rispose con un bacio sopra i miei capelli.
Mi addormentai in pochissimo tempo, con il sorriso ancora stampato in faccia.
Mi sentivo felice, felice per la prima volta davvero da quando mi ero trasferito in quel posto; sentii che forse c'era qualcosa che poteva riparare a tutte le cose negative. Quella era una persona, ed era Frank, e ci stavo dormendo accanto. Dopo aver passato dei momenti così teneri con lui. Dopo aver fuso la mia passione con la sua.
Oh, avrei riprovato quelle sensazioni sempre, ancora e ancora senza stancarmene mai. Già soltanto sentire il sapore delle sue labbra o sentire l'odore familiare di menta e sigarette della sua bocca, e di lui.
Oh, sì, l'avevo definitivamente fatto entrare nella mia vita. Adesso non c'era scampo.
Non c'era scampo per lui, perché era mio.
Quando una cosa è mia, la proteggo a tutti i costi. Tutti.
E Frank era "capitato" nelle mie mani.
E io speravo di avergli trasmesso le mie emozioni, e speravo che anche lui provasse quello che provavo io, che capisse quanto bene mi sentivo quando ero con lui.
Non so come ci fosse riuscito, Frank, ma senza saperlo mi aveva salvato dalla mia mente contorta. I pensieri negativi non riuscivano ad affliggermi più, quando lui mi era vicino.
Anche ricordandomi di non essere preoccupato, di non essere in tensione, non accadde nulla. Forse avrei dovuto preoccuparmi di svegliarmi il mattino dopo ad un orario decente, se non volevo che mio fratello mi vedesse a dormire con Frank, ma quel pensiero entrò e uscì dalla mia mente velocemente.
Ero così tranquillo, rilassato, spensierato, vicino a Frank.
Era un male, molto probabilmente...
Ma a chi importava più, io ormai avevo scelto, e se fare quella scelta mi avrebbe portato a sbagliare allora ne avrei pagato le conseguenze.
Non mi ero mai sentito così giusto in vita mia, quando Frank mi aveva detto che provava qualcosa per me.
Nella vita non avevo chissà quali cose importanti a cui dare rilievo, ma non è nemmeno troppo facile ammettere a se stessi che per la prima volta ti sei sentito giusto, vero.
Ma nella tristezza c'era quella cosa, la speranza, la realtà che mi aveva colpito, e mi aveva fatto capire che, no, perché avrebbe dovuto essere una cosa spiacevole, quando avevo trovato la persona che mi faceva sentire così per la prima volta? Era assolutamente positivo, e io ne ero felice.
Avrei ringraziato Frank per questo, ma non avrebbe capito.
Nemmeno lui sembrava conoscere troppe di quelle cose, intendo, ognuno elabora i propri pensieri diversamente e avremmo potuto non capire qualcosa di cui invece eravamo a conoscenza.
Sei entrato nella mia vita senza volerlo e io ero infastidito dalla tua presenza, adesso invece non voglio che tu te ne vada. Anzi, non ti lascerei andare.

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𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠
FanfictionMi guardai attorno, tutto era normale. Tutto scorreva lentamente, le voci dei miei amici che riempivano l'aria, mio fratello che aveva messo la sua musica allo stereo. E poi c'ero io, e c'era Frank. C'erano i nostri cuori, che erano in verità la co...