«Forse dovremmo tornare dagli altri...» Dissi, notando quando il gruppo si fosse allontanato, «Non è che ci perdiamo ora?»
Frank si mise a ridere, scuotendo la testa.
«Ma dai...»
«Ma daai, al massimo inciampiamo su una foca e finiamo risucchiati dal lago.»
«No... e non è un lago»
«Quello che è!» Risposi, divertito, e roteai gli occhi al cielo. Dopodiché spinsi Frank dalla spalla e iniziai a camminare avanti a lui.
Tornammo dal nostro gruppo e, come se nulla fosse, affiancammo un paio di ragazzi che stavano osservando una cabina. Era parecchio malandata, ma faceva la sua parte.
«Questo piccolo edificio, è stato costruito intorno al 1850 da un pescatore cinese. Oggi al suo interno potete vedere una collezione di arpioni e altri manufatti usati nel corso degli anni per dare la caccia alle balene che, durante la migrazione annuale, passavano vicino a questa zona della California.» Spiegò il ragazzo che ci accompagnava.
Interessante, pensai, però volevo vedere quegli oggetti.
Presi il braccio di Frank e lo costrinsi a entrare con me in quella piccola "casetta". Guardai con interesse gli attrezzi di cui aveva parlato prima la guida; erano tutti incrostati e la maggior parte arrugginiti, questo non faceva che dare loro un non so che di vintage.
Nella cabina c'erano altre due ragazze, che toccavano tutto l'arredamento smilzo di quella cabina. C'era scritto esplicitamente di non toccare, sul cartello attaccato alla porta.
Frank attirò la mia attenzione dandomi una sberla, leggera, sulla guancia. Io ero già pronto a picchiarlo, ma lui mi indicava qualcosa sulla lunga scrivania attaccata al muro.
«Uh». Ispezionai quello che sembrava il dente di un animale, e l'unica cosa che capii è che doveva essere marino.
Non perché il posto era chiamato "paradiso degli animali marini"; si potevano trovare anche mammiferi di terra.
«Che figata» Sussurrai, concentrato, e sfiorai appena la punta di quel dente. Era molto grosso, e lungo quasi quanto la zanna di un tricheco.
La cabina era piccola ma piena di "tesori", interessanti da vedere per la prima volta. Soprattutto per chi non conosceva molto di quel mondo.
Finito di ispezionare tutto, uscimmo lasciando spazio agli altri ragazzi.
Avevano fatto con comodo, passando là dentro almeno dieci minuti; quindi fuori si era formata una specie di fila.
Constatai che il posto sembrava piccolo, invece dopo ci fecero verere come da dietro delle montagnette l'acqua si distendeva in una spiaggia, dove altri turisti facevano il bagno e quant'altro.
Al termine dell'escursione ci fermammo a mangiare in un punto ristoro, che sfruttava al meglio la bellezza di quel posto.
Ero rimasto abbastanza soddisfatto da quella gita... e poi beh io e Frank ci siamo, uhm, confrontati?
O forse dichiarati?
Ma quella non sembrava una dichiarazione.
E poi, dire a qualcuno "mi piaci" è una dichiarazione? Cioè, uno quando si dichiara dice "ti amo". Giusto?
Okay, forse non ci sapevo ancora fare.Frank era riuscito a prendere tutti i posti in fondo, nel pullman, e quelli avanti a noi li occupammo con le nostre cartelle. Lasciai sedere mio fratello al lato del finestrino, e io mi misi accanto a lui, quindi seguivano Frank, Troy e un altro ragazzo del loro gruppo.
Durante il viaggio di ritorno riuscii a parlare animatamente con Mikey per gran parte del tempo, dato che avevo molto da dire su tutto quello che avevamo visto e poi fare osservazioni e critiche era interessante.* * *
«Frank mi passi la gomma?»
Mikey con il passare dei giorni aveva preso confidenza con Frank, lo vedeva parlare spesso con me e io gli avevo detto che no, non lo consideravo più un rivale ma... un amico. Sì, un amico... e quindi decise di farci amicizia, perché se in un certo senso io mi fidavo allora poteva farlo anche lui, dicendomi poi che come persona non era male.
Frank lanciò la gomma a mio fratello, e gli finì proprio nel palmo della mano, così entrambi esultarono, attirando l'attenzione della professoressa.
«Che stupidi» Dissi a bassa voce mettendomi una mano sulla fronte, e Frank mi sentì così si girò verso di me senza calcolare l'insegnante che lo stava richiamando.
«Way non dire agli altri quello che sei tu» Disse, con un tono abbastanza alto che la professoressa potè sentire, e lei rimanendoci di sasso alternò lo sguardo tra noi due, confusa.
«Way?! Non mettertici anche tu.»
Io misi una mano davanti alla bocca con disinvoltura, mentre da sotto stavo trattenendo una risata. Lanciai un'occhiata a Frank, che mi fece l'occhiolino con un sorriso beffardo.
«Mi scusi, prof.» Dissi, con un tono da bravo ragazzo, e guardando la professoressa con uno sguardo dispiaciuto ma determinato a riprendere la lezione. Così la donna annuì e riprese a spiegare, evitando la nota a tutti e tre.
Appena l'insegnante si sedette, mio fratello e Frank si girarono verso di me - ero seduto alla fila di banchi dietro di loro - e mi guardarono a bocca aperta.
«Sei proprio un finocchio!»
«Che stronzo» Aggiunse mio fratello, in combutta con Iero.
«Grazie» Dissi, mettendomi a ridere, e subito dopo mi guardai intorno con aria innocente.
Alla fine dell'ora andammo in mensa insieme, così Frank si sedette al nostro tavolo - per la prima volta, da quel che ricordavo.
Vedevo Frank scambiare qualche battuta con un Ray quasi diffidente, e ridere per qualcosa con mio fratello, e così sorrisi. Abbassai la testa sul piatto per non farmi notare, visto che ero l'unico che non stava parlando, però Ray mi lanciò uno dei suoi sguardi attenti.
Io scossi la testa e gli sorrisi, un sorriso sincero, come quello di poco fa.
Voglio molto bene a Ray, e quando fa così mi dimostra di tenerci a me, così mi scaldavo ogni volta.
Forse non dimostravo molto alle persone quello che provavo per loro.
No, decisamente non lo facevo.
«Ehi Ray»
Ray mi guardò interrogativo, ma con uno dei suoi sorrisi contagiosi stampati sul viso. «Pizza e film, stasera, ti va?»
«Oh, certo»
«Come una coppietta?» Si intromise Bob, che era accanto a me, e il mio sorriso si trasformò in una smorfia sarcastica.
«Ma tu stai sempre a farti gli affari altrui?» Gli domandò Ray retoricamente, mezzo ironico e mezzo infastidito, per poi scuotere la testa come solo un vecchio saggio sa fare.
«Film horror.» Dicemmo all'unisono, così scoppiai a ridere.
«Beh, infondo era ovvio»
Ray annuì e con un sorriso riprese a parlare con Mikey. Sembrava contento della mia proposta, e lo ero anche io.
Ne avrei approfittato per parlare un po' con lui, raccontargli ciò che non gli avevo ancora detto e gli avrei chiesto di raccontarmi come stava andando con quella ragazza, se aveva intenzione di parlarci.
Ray era un ragazzo sicuro di sè, ma in certi aspetti. Se si parlava di fare foto, mostrarsi davanti a un pubblico che guardava soltanto lui o semplicemente di chiedere i compiti del giorno dopo a una ragazza, era sempre titubante.
Forse era sicuro di sè per il suo intelletto e nei suoi hobby, dove ci voleva passione e impegno.
Comunque, pensavo che, se una ragazza avesse la fortuna di conoscere Ray fino in fondo e dopo come minimo non aveva l'intenzione di sposarlo, era pazza. Decisamente.
Per il film, verso sera, andai nella stanza di Ray e Bob. Ovviamente cacciammo Bob, però la cosa non mi diede soddisfazione visto che già doveva uscire con degli amici.
I cuscini che c'erano a disposizione erano troppo sottili, così ne dovetti mettere tre sotto al computer per tenerlo quasi all'altezza dei nostri visi.
Ci mettemmo comodamente sdraiati sul letto a pancia in giù con una coperta leggerissima addosso e mettemmo su un film fantasy.
Sì, avevamo progettato di vedere un horror ma il reale genere preferito mio e di Ray era il fantasy, quindi...
A fine serata due cose mi erano rimaste impresse nella mente: Ray aveva parlato alla ragazza che gli piaceva, Christa, durante l'escursione; dopo lo stesso Ray mi aveva detto "fai attenzione a... Frank, non vorrei che ti facesse soffrire."
E l'aveva detto in tono minaccioso.
Quindi guai a Frank.
Mi misi a ridere ripensandoci, perché in che modo Frank avrebbe potuto farmi soffire?
Infondo non era nemmeno il mio ragazzo, e non potevo aspettarmi che restasse fedele a me o... oppure se ci tenevo a non perderlo avrei dovuto fare un passo avanti.

STAI LEGGENDO
𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠
Fiksi PenggemarMi guardai attorno, tutto era normale. Tutto scorreva lentamente, le voci dei miei amici che riempivano l'aria, mio fratello che aveva messo la sua musica allo stereo. E poi c'ero io, e c'era Frank. C'erano i nostri cuori, che erano in verità la co...