Stavo passando una bella serata con i miei amici in quel locale. Le mie aspettative erano veramente basse, pensavo sarebbe stata una noia mortale, invece tutti hanno saputo divertirsi e, come non detto, non appena Raymond si ubriacò, Bob mi accompagnò "segretamente" al bancone e si unì a me con il suo quarto shottino. Io presi il B-52, il mio cocktail preferito, quello dove ci accendono dentro il fuoco e tu bevi tutto con una cannuccia.
Qualche tempo dopo vidi Frank Iero entrare nel bagno. Sì, cioè io mi accorsi della sua presenza in quel locale solo quando avevo bisogno del bagno e lui ci era appena entrato. E di corsa pure. Che stesse andando a vomitare? Mi scappò una risatina, ma per fortuna nessuno era vicino a me perché avevo già avvisato Bob di dover andare al bagno.
Mi avvicinai all'entrata e rimasi dietro la porta, deciso a fare saltare Frank Iero dallo spavento, però sentii dei suoni. La mia fronte si aggrottò, mentre cercavo di capire cosa fossero, poi capii e alzai le sopracciglia sorpreso.
In quel bagno non c'era solo Frank Iero, aveva compagnia. Sghignazzai sotto i baffi, adesso la mia idea era cambiata, ora volevo farlo morire dall'imbarazzo.
Aprii la porta ed entrai nel bagno come se nulla fosse. Ritrovai Iero sbattuto al muro del bagno con un tipo che era almeno due volte lui che lo stava slinguazzando. Ma era consenziente almeno? Sembrava un abuso. Magari Frank era ubriaco, in pericolo forse. Che avrei dovuto fare?
In qualsiasi caso, giocai la solita carta del sarcasmo.
«Uh... Iero, ti scopi i trentenni? Oh, dovrei dire, ti fai scopare dai trentenni?». Risi. Risi in modo un po' disgustato, il modo in cui Iero mi guardò era patetico. Si era scollato di dosso quel ragazzo e con la faccia completamente rossa dall'imbarazzo si abbassò la maglietta sulla pancia.
Sospirai, seccato, dopo mi infilai in un bagno totalmente a caso e stetti lì, in piedi, con le orecchie pronte ad ascoltare una voce che però non emise alcun suono. Sentii dei passi abbandonare il bagno del locale; uno dei due era uscito.
Uscii pochi secondi dopo dal bagno, mi guardai dietro e vidi Iero con lo sguardo fisso su di me. Sembrava terrorizzato. Ma che aveva fatto? Dio santo, chi lo capisce sto ragazzo.
«Ma che fai, Iero». Doveva essere una domanda, eppure suonò come un rimprovero. Ma chi ero io per parlargli così? Me ne andai subito, appena mi accorsi di essere stato fuori luogo, senza curarmi di quello che stava per dire Iero.
Solo dopo realizzai che Frank Iero stava quasi per scopare nel bagno di un locale con un altro ragazzo. Beh, era gay? Ma tra gay non ci si dovrebbe capire di più?
Sorrisi alla mia battuta idiota. Possibile che quel bicchierino mi aveva fatto effetto?
Si dice che se un ex alcolizzato beve dopo qualche tempo anche solo un bicchiere di vino, si ubriaca già. Uhm. È brutto definirsi alcolizzato, peggio di doversi definire drogato. Non so perché, essere alcolizzati è da vecchi. Da quei vecchi dei film che picchiano la gente e spaccano bicchieri e piatti contro il muro.
Io invece da alcolizzato ero stupido e depresso.
Però quella situazione, anzi, trovare la soluzione a quella situazione, mi ha fatto maturare. Prima ero una persona diversa, ero spigliato, aperto con le persone anche essendo attento a tutti i particolari, più gentile.
E solo dopo ho capito quanto nella vita essere bravi può portare a niente. Proprio a niente di buono.
Mi guardavo intorno con gli occhi, mentre la mia mente mi guidava al bancone. Stavo cercando i miei amici con lo sguardo, e appena li trovai accennai un sorriso; erano lì a fare casino e a lanciarsi cose addosso, le loro urla le sentivo fino a lì. Tornai a guardare avanti a me e vidi la signorina dietro il bancone che mi guardava con aria interrogativa, sicuramente stava per chiedermi se volevo prendere qualcosa o se dovevo starmene lì impalato.
«Una vodka». Dissi, ad alta voce per contrastare la musica, e poi infilai la mano in una tasca dei jeans e presi due euro. Li lasciai sul bancone e non appena la ragazza mi mise il piattino con a lato sale e limone e al centro il bicchierino di vodka, mi servii.
Pizzicai con le dita un po' di sale e me lo misi sul polso, lo feci ancora per un paio di volte e dopo avvicinai la mano alla bocca per mettere il sale sulla lingua. Presi il bicchierino e feci un sorso intero con la vodka, dopo diedi un morso allo spicchio di limone e rabbrividii facendo una smorfia al contrasto di sapore. Il limone dopo la vodka serve a togliere quel sapore di sale, e io odio il limone, però odio anche il sapore del sale che rimane sulla lingua tutta la sera.
Guardai la ragazza che mi aveva osservato tutto il tempo e ridacchiai alzando il bicchierino prima di farlo scivolare più avanti e allontanarmi dal bancone.
Ero ufficialmente mezzo ubriaco.
Cristo santo, non avevo ascoltato Raymond; sicuramente, pensai, se gli effetti dell'alcol più tardi mi avrebbero fatto stare male, se ne sarebbe accorto e di conseguenza ne sarebbe rimasto deluso.
Sospirai. Non volevo tornare dal mio gruppo, così, un po' incosciente, mi andai a sedere vicino una colonna e ci appoggiai comodamente la schiena contro.
Dovevo essermi addormentato per cinque minuti, forse, perché aprii gli occhi quando la mano di qualcuno scosse la mia spalla.
Era Frank. Che voleva da me?
Si sedette al mio fianco, io ero ancora con lo sguardo puntato su di lui e lo squadravo in modo scontroso.
«Che vuoi, Iero??». Misi su un broncio e lo vidi boccheggiare per una frazione di secondo, come se fosse sorpreso alla mia reazione e non sapesse come reagire. Dopo poco si decise, inumidendosi le labbra e guardando in basso.
«Ehm...». Lo sentii ridacchiare, ma io già non lo guardavo più perché aveva perso la mia attenzione. Da ubriaco poi.
Frank spostò nuovamente lo sguardo su di me e, notando che non lo stavo calcolando, mi diede uno spintone.
«Coglione! Guardami»
Io lo guardai, però per rabbia. In un attimo il mio cervello si era attivato e voleva uccidere Frank Iero, ma prima di sbottare lui mi alzò la testa all'improvviso.
«Dove sono gli altri?»
«Ma gli altri chi!?». Non capivo cosa volesse, gli altri chi, pensai, non faceva parte del mio gruppo e nemmeno io del suo, perciò a chi si riferiva?
«I tuoi amici! Dio, sei ancora più irritante quando ti ubriachi»
«E chi ti dice di stare qui? Ti ha chiamato qualcuno? Cosa sei venuto a fare, a salvarmi? Io sono cosciente di quello che faccio, se avessi bisogno di aiuto chiamerei l'ambulanza, e ovviamente io non ho bisogno di aiu- »
«Stai blaterando»
«Non mi interrompere»
«E vaffanculo». Mi prese per il braccio e, semplicemente, mi portò fuori da quel locale.

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𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠
FanficMi guardai attorno, tutto era normale. Tutto scorreva lentamente, le voci dei miei amici che riempivano l'aria, mio fratello che aveva messo la sua musica allo stereo. E poi c'ero io, e c'era Frank. C'erano i nostri cuori, che erano in verità la co...