21. Eternal Flame

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Sentii i passi dei miei amici farsi sempre più vicini, dopo riconobbi la voce di Raymond.
«Dove si sono cacciati quei due?»
«Probabilmente stanno pomiciando.»
Stavo per mettermi a ridere, ma mi avrebbe scoperto, e non volevo rovinare il momento. Strisciai lentamente e, quando Mikey si avvicinò abbastanza, mi aggrappai velocemente alla sua gamba facendo un verso rabbioso.
Mio fratello saltò, «OH CAZZO» cercò di vedere qualcosa sul pavimento, anche se sapeva che fossi io. «Gerard ti ammazzo»
Mi alzai improvvisamente e gli saltai addosso, mentre sentivo le risate di Ray riempire la stanza. Mio fratello cominciò inaspettatamente a farmi il solletico, così io caddi a terra e rotolai vicino a Frank, che fece un verso.
«Oh, ma allora ci sei anche tu.» Constatò Mikey con una punta di malizia nella voce. Io roteai gli occhi anche se non poteva vedermi.
«Se dovessi scopare con qualcuno sentiresti delle urla talmente forti da far vibrare la casa»
Mio fratello, Raymond e Frank scoppiarono a ridere. Io accennai una risata sentendoli e guardai Frank, rimettendomi composto. L'avevo detto per pararmi il culo, e pare avesse funzionato.
«Capito Gerard? È modesto» Disse Ray rivolto a mio fratello, dopo si voltò verso la porta. «Sentite, usciamo? Sto per diventare cieco»
«Colpa delle-»
Mio fratello mi tappò la bocca appena in tempo, quando io stavo per dire altro che faceva riferimento al mondo sessuale. Feci un risolino contro il palmo della mano di Mikey prima di fargliela spostare, dopo uscii dalla stanza insieme agli altri.
Ci ritrovammo tutti appena fuori dalla casa "infestata". Brendon e Bob che parlavano a vanvera dopo aver fumato e io che, dietro di loro, subivo tutti i loro discorsi insensati e ogni tanto guardavo Iero per iniziare a prenderli per il culo.
Mio fratello e Ray davanti a tutti, come delle guide, che parlavano tra loro senza calcolare minimamente il resto del gruppo. Il mio collega mi aveva abbandonato.
«L'agente Way è rimasto da solo, visto che il suo collega l'ha abbandonato» dissi, pronunciando l'ultima parola a tono abbastanza alto, solo che non riuscii ad attirare l'attenzione di mio fratello. Misi il broncio.
Frank mi colpì delicatamente con un gomito sul fianco, e io mi voltai a guardarlo.
«In teoria sono anch'io un agente. Quindi, ecco l'agente Iero» disse aprendo le braccia con fare ridicolo, e infatti mi misi a ridere, lui però mi spinse.
«Che ridi? Solo perché sono basso non vuol dire che non posso aprirti il culo.»
«Sì sì.»
Frank sbuffò e io lo guardai sottecchi, tenendo un sorriso divertito. Brendon si girò verso di noi, camminando al contrario, e disse: «Anche io sono basso, bro facciamo una matriosca. Bob ci stai?»
«Io queste cose qua non le faccio. Ma che, ti pare» Rispose Bob sbiascicando, girando solo la testa per guardare Brendon. E a un certo punto inciampò addosso a Ray, che quasi cadde per colpa sua, ma mio fratello gli parò la caduta.
«COME BIRILLI!!» Iniziò ad urlare Brendon all'aria, riprendendo a camminare nel verso giusto.
«Oh, dio, ragazzi. La prossima volta voglio provare anche io questa roba, siete veramente uno schifo.» Risi, però in un certo verso ero serio. Dai, sarebbe stato divertente. Solo che la mattina dopo mi sarei aspettato di ricevere notizie del tipo "ragazzo gira nudo per strada" o "tentato furto alla macchinetta degli snack".
«Grazie baby» Rispose Brendon facendo l'ok con le dita, e io scossi la testa. Era proprio spensierato. Quasi lo invidiavo.
L'unica cosa che non andava in Brendon era che non fumava solo in compagnia, per divertirsi, ma lo faceva sempre. Era praticamente raro trovarlo lucido.
Però chissà cosa c'era dietro, tutta quella spensieratezza. Non credevo che la sua vita fosse perfetta, perché uno con la vita perfetta non cercherebbe mai di vivere in un altro universo, un universo che non esiste.
Che poi in realtà non è la vita perfetta a fare la differenza, è essere felici. Avere persone che ti amano, a cui vuoi bene. Avere qualcuno con cui condividere quella felicità.
Mi ero un po' perso nei miei pensieri, come sempre, e Frank mi richiamò. Non era la prima volta.
«Gerard?»
«Sì?» Risposi quasi subito, rivolgendogli uno sguardo. Lui scrollò le spalle, riprendendo a guardare dritto.
«Nulla, ti vedevo perso.»
«Già» Accennai una risata, «Pensavo soltanto».
«Questo l'avevo capito.»
Ebbi come un flashback. Poco dopo mi ricordai da cosa era causato; agli inizi di settembre, avuta la stanza dell'università, non ricordo esattamente se il primo giorno o quello successivo, dissi esattamente le stesse cose, come anche Frank.
Abbastanza stupido, e più stupido era il fatto che Frank adesso mi stava guardando di nuovo; mi ero perso un'altra volta. Mi girai a guardarlo e sorrisi, giusto per fare capire che mi ero ripreso, e lui mi osservò ancora un po'.
«Hey Gee, comunque guarda che se vuoi la roba la porto eh»
«Grazie Bren.» Dissi, ridacchiando, e gli diedi un pugnetto sulla spalla.
«Falla provare anche a me» Si intromise Frank, con un sorrisetto beffardo.
Brendon restò a guardarlo per qualche secondo, dopo ammiccò, «Sei un bravo gourmet?»
«Abbastanza»
«Perfetto.»
Li guardai entrambi. Non mi piaceva molto quel confronto; la droga era una cosa che poteva farti star bene, mentalmente, ma se usata troppo poteva distruggerti, e non ci andava piano. Non te ne accorgi, poi, quando accade.
Ti succhia la vita come tu aspiri quella della sigaretta, o di qualsiasi altra cosa che si possa fumare in un cilindro di carta.
Cercando di pensare ad altro, mi guardai intorno, e mi accorsi che eravamo arrivati nel punto dove Brendon aveva parcheggiato la sua Jeep.
Entrammo tutti in macchina, e ci fu un piccolo cambiamento di postazioni. Mikey quasi picchiò Brendon perchè insisteva per guidare in quella condizione, e alla fine quest'ultimo si arrese.
Alla guida si mise Ray, e Mikey al posto di fianco. Quindi dietro c'erano Brendon, e di nuovo Bob.
Menomale che Brendon si era messo dal lato del finestrino: quando è nel bel mezzo della fattanza è troppo manesco, e io sentendomi subito oppresso l'avrei minacciato di morte.
Tornammo all'università verso mezzanotte, e per fortuna riuscimmo a non farci notare da nessuno di importante, così ognuno ritornò alla propria stanza.
Mio fratello si buttò sul letto appena entrato dalla porta, e neanche dieci minuti dopo che io mi ero cambiato e struccato lui era caduto nel sonno. Ridacchiai a vederlo, stavo per dargli la buonanotte ma, beh.
Dopo mi girai verso Iero, e vidi che lui invece era sveglio. Era steso sul letto senza maglia, quindi spostai lo sguardo sul suo comodino dove notai la mia camicia bianca. Ritornai con lo sguardo su di lui, e questa volta lui stava guardando me. Gli sorrisi. Subito dopo mi avvicinai alla scrivania e, prima di sedermi alla sedia, mi stiracchiai.
«Che fai?»
«Devo finire una tavola di architettura. Che schifo, eh?»
«Oh, dio, non voglio nemmeno sentirtelo dire» Disse accennando una risata. Io avrei volentieri pianto.
Ero stanco, però dovevo per forza finire quella tavola. Ci avrei messo più di un'oretta, e pensarci mi deprimeva, ma avevo fatto di peggio.
«Una mano?» Chiese Frank e io, abbastanza sorpreso, avrei accettato volentieri. Però scossi la testa.
«No, grazie»
Non feci quasi in tempo a dirlo che un braccio passò da sopra la mia spalla e due dita puntarono una linea del mio disegno. «Questa è storta. Correggi subito, o domani mattina sarò costretto a vedere quel disegno nel cestino»
Ero troppo fiacco anche per spaventarmi, quindi annuii apatico dopo aver sentito parlare Frank. Presi svogliatamente la gomma tra le dita e cancellai quella dannata linea, dopo afferrai la matita e...
Delle mani mi avevano afferrato il viso. Erano le mani non troppo grandi di Iero. Sbattei le palpebre un paio di volte e dopo realizzai: mi stavo già addormentando.
«Fai meglio ad andare a dormire» Disse Frank accennando una risata, io lo urtai con il gomito in altezza del fianco facendo un'espressione infastidita.
«Non ce la farai mai»
«Non mi aiuti» Mugulai prolungando l'ultima lettera, e dopo misi le braccia conserte sulla scrivania, dove ci feci affondare la faccia.
«Un modo per svegliarti c'è.»
«Hm?» Strizzai leggermente gli occhi cercando di non cedere al sonno. Sentii Frank ridacchiare ancora, ma non ci feci caso, finché non sentii la sua risata sul mio collo.
Dei brividi allora percorsero tutta la mia spina dorsale, e le mie orecchie si rizzarono come quelle dei cani. Non alzai subito la testa, aspettai solo un momento in più.
Frank scese un po' più giù e prese la pelle del mio collo tra i denti, mordicchiandolo con delicatezza.
Mi morsi il labbro, sollevando appena la testa per guardarlo.
Frank fece lo stesso e, notando il mio sguardo, mi sorrise malizioso, dopo si avvicinò al mio viso e io ero già pronto a sentire le labbra sulle mie. Però non le sentii.
Aprii gli occhi sentendo la lingua di Iero strisciarmi su tutto il viso, così mi allontanai improvvisamente, schifato.
«Ma che schifo!»
«Shh, svegli tuo fratello così.» Disse Frank prima di mettersi a ridere. «Visto? Te l'avevo detto che c'era un modo per svegliarti.»

𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora