Chiesi a Mikey di rimanere nella stanza di Raymond e Bob per quella notte, e lui per fortuna mi accontentò.
Accontentò? Stavo facendo un favore a Iero.
Comunque sia, dopo aver cenato io e Iero siamo tornati nella nostra stanza e tutti e due sapevamo di dover provare di nuovo la cosa dell'altra volta.
«Quindi canti con me?» Chiese Frank all'improvviso, e io annuii lasciando che sulle mie labbra si formasse un piccolo sorriso.
«Pensi davvero che io canti bene?»
«Così sembra. Inizia tu.»
«Non darmi ordini». Dissi, mezzo ironico, e Frank alzò gli occhi al soffitto posizionandosi al centro della stanza. Mi fece segno di avvicinarmi a lui, e così feci.
«Ho detto di non darmi ordini.»
«Mi hai appena obbedito»
Detto quello mi girai con la reale intenzione di andarmene, però Iero mi afferrò un braccio e strattonandomi mi riportò accanto a lui. Lo guardai dall'alto, perché lui è sempre basso, scoccando la lingua in modo indignato.
«La facciamo sta prova o no?» Sostenne il mio sguardo dal basso, l'espressione seria in volto.
Mi girai verso di lui e misi una mano sul suo petto, spingendolo leggermente per mettere una certa distanza tra noi, che sarebbe servita a gestire meglio la cosa del fiato.
«La canzone la decido io questa volta, così posso seguirti e correggerti meglio.»
Mi schiarii la voce e con un gesto teatrale ma spontaneo tolsi la mano dal petto di Iero e la portai sul mio, iniziando a cantare il pezzo di una canzone.
«Girl, you really got me goin'
You got me so I don't know what I'm doin' now
Yeah, you really got me now
You got me so I can't sleep at night
Oh, you really got me now»
Non appena chiusi la bocca, mi accorsi della faccia scioccata di Frank Iero. Ci vollero un paio di minuti prima che riuscisse a parlare, e non capivo perché.
«Cazzo Ger ma-»
«Cosa c'è?» La mia espressione confusa mentre lo guardavo era molto da "se hai bisogno chiamo qualcuno che ti possa aiutare" e lui dopo scoppiò a ridere.
«No è che... il testo della canzone è davvero ridicolo, ma la tua voce...»
Prima risi, ma a quel punto sollevai le sopracciglia, sorpreso.
«La mia voce? Ti piace?»
Frank annuì subito, e io sorrisi. Poi mi ricordai della sua prova e quindi tornai subito serio.
«Prova tu ora, muoviti».
«Sì, sì...»
Cantò lo stesso pezzo, sempre You Really got Me dei Kinks, bloccandosi solo un paio di volte a "I don't know what i'm doin' now" e a "Oh, you really got me now".
«Sei bravo Iero, hai solo bisogno di tanta, tanta, esercitazione. Però per questa prova non metterti troppo seriamente...»
«Mh...» Abbassò lo sguardo verso il pavimento e io mi avvicinai un po' a lui, cercando di guardarlo in viso.
«Con questo non voglio dire che non c'è bisogno di impegnarsi, ovviamente» Frank alzò di poco lo sguardo, guardandomi con la coda dell'occhio, e io continuai: «Cos'è per te cantare?»
Lo sentii sussultare impercettibilmente.
«Non... uhm... qualcosa che ti libera?»
Feci spallucce, stavo chiedendo a lui, e doveva saperlo, doveva esserne sicuro, non doveva chiedere a me, agli altri.
«Okay.»Continuai a farlo esercitare fino a che entrambi non ci buttammo esausti sul letto, sul suo per la precisione.
«Vattene sul tuo letto» Disse Iero scacciando l'aria con la mano, e io lo guardai male, come sempre.
«Sei un ingrato».
«Hai ragione mamma, che figlio cattivo che sono.» Ridacchiò guardandomi con un'incerta aria di sfida. Mi voltai con il movimento simile a quello di un tricheco e, minaccioso, diminuii la distanza che c'era tra noi.
«I bambini cattivi vanno puniti»
«Mi dai ancora del bambino? Sai che mi dà fastidio.» Disse mettendo su un broncio, mentre io cercavo ancora di sembrare serio. Ovviamente entrambi stavamo al gioco.
«Rimani sempre il mio bambino» Gli pizzicai una guancia con le dita, delicatamente, e a quel punto Frank scoppiò a ridere spostando la mia mano.
«Che cosa ridicola»
«Già» Accennai una risata e mi sistemai comodo, dimenticandomi di stare sul letto di Iero, infatti lui me lo fece capire con lo sguardo.
Sbuffai e mi alzai, andandomi subito a stravaccare sul mio di letto. Quel letto dal materasso così duro.
Iero mi aveva rubato il letto all'inizio, quello più morbido.
Ma ero troppo stanco e pigro per ribattere; mi addormentai nel giro di cinque minuti.
E nel giro di dieci invece, ero nella fase "dormiveglia", avevo sentito qualcosa toccarmi, o sfiorarmi. Magari era un sogno, oppure qualche presenza oscura che mi fa compagnia durante la notte nella camera.***
«Che ansia, che ansia che ansia che an- »
«Cristo smettila Iero!» Sbottai alzando le braccia in aria, e Frank si girò terrorizzato verso di me.
«ANSIA»
«La fai venire anche a me.» Dissi, esasperato, ma cercando di controllare il tono della mia voce, di non gridargli in faccia.
«Se non la smetti ti lancio nella tenda là e fai una figura di merda» Indicai la tenda che si sarebbe separata per fare spazio ai "personaggi" della recita. Frank aveva il ruolo più importante a parer mio, quando invece aveva quello secondario.
L'avevano preso dopo un paio di minuti dalla sua prova, tre giorni prima, e io sono stato orgoglioso. In parte era merito mio, nell'altra la voce di Frank aveva del poteziale.
Posso dire che insieme abbiamo fatto un buon lavoro.
Diventandoci amico potrei chiedergli di provare a fare una band con Bob, lui sarebbe stato la voce, penso.
Dopo la recita, invece di tornare dietro il sipario come le persone normali, Frank è saltato giù dal palco e mi si è letteralmente buttato addosso. Così, direte, e così era, semplicemente. A suo modo, mi stava ringraziando, e io rimasi ancora più contento. Lo stritolai come un amico farebbe, e poi gli feci notare che non era tornato dietro le tende, così lui scoppiò a ridere da esperto menefreghista.
Più tardi, nella nostra camera, mi ha ringraziato a parole.
«Grazie Gerard, comunque...»
«Oh di niente». Dissi in tono gentile, per non metterlo a disagio quella parola così difficile da pronunciare tra noi per entrambi. Eppure Frank ce l'aveva fatta, per quello non lo presi in giro, solo perché poi avrei perso la sua fiducia, quella poca fiducia che aveva in me.
Potrei sembrare troppo paranoico, so di pensare veramente troppo, ma non posso fare il contrario, e comunque sia non penso sia una cosa negativa, perciò... ecco, lo sto facendo ancora. A interrompermi fu Iero, sventolandomi una mano in faccia.
«Eh?»
«Non ho parlato, io. Che c'è, hai le voci in testa?»
«Qualcosa del genere» Borbottai, senza essere infastidito perché nel tono della sua voce c'era ironia, e mi andai a sistemare i capelli allo specchio.
«Mi sono saltato due ore di assemblea per vedere la tua recita»
«Eh? Ma mica l'hai vista per me»
Voltai solo la testa per guardarlo, sollevando le sopracciglia.
«Mi fanno schifo le recite.»
Vidi Iero abbassare la testa, e le sue guance si colorarono velocemente di rosso chiaro. Non sapevo se sorridere o ridere, e non feci nessuna delle due cose.
«Beh...»
«Non montarti la testa, volevo solo vedere i risultati delle mie lezioni.» Dissi in modo arrogante e superiore, cosa che fece incazzare visibilmente Iero.
«Non montartela tu la testa.» Sentii sussurrare un "idiota" alla fine della frase, ma non ci feci caso, sorrisi soltanto.
«Scusami. Non è vero». Vidi l'espressione del ragazzo cambiare velocemente, le sue sopracciglia si alzarono e lo sguardo si abbassò a metà, tra me e il pavimento. Rimase fermo, con la bocca mezza aperta, probabilmente ad aspettare una spiegazione migliore.
«Volevo vederti.»
«Sono andato bene?» Chiese, sviando in qualche modo quello che sembrava qualcosa di imbarazzante, e io annuii. Passai qualche secondo immobile a guardare Frank, sempre nella stessa posizione, e alla fine me ne andai.
Mi incontravo alla sala principale con mio fratello per andare a pranzo, e ovviamente ci sarebbero stati Ray e Bob.
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𝐘𝐨𝐮'𝐥𝐥 𝐑𝐞𝐛𝐞𝐥 𝐭𝐨 𝐀𝐧𝐲𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠
Hayran KurguMi guardai attorno, tutto era normale. Tutto scorreva lentamente, le voci dei miei amici che riempivano l'aria, mio fratello che aveva messo la sua musica allo stereo. E poi c'ero io, e c'era Frank. C'erano i nostri cuori, che erano in verità la co...