Libro in prestito

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È ormai Dicembre, e in quel di Bologna si comincia a gelare la mattina presto. Qualche volta capita anche che cominci a nevischiare, il che potrebbe essere anche suggestivo con in sottofondo una playlist Indie triste di Spotify, ma comunque non mi alletta perché l'inverno è la stagione che odio di più.

Il freddo rende ancora più difficile alzarsi e mettere insieme la voglia necessaria per andare a lezione, lasciando il caldo tepore del letto.
A breve inoltre ci sarà il primo appello della sessione invernale ma io non ho voglia di spendere i pochi risparmi che mi sono rimasti per un libro quasi del tutto inutile, infatti ho chiesto a Marta di farmi qualche fotocopia dal suo per studiare le cose più importanti.

Durante la pausa tra una lezione e un'altra decido di andare al volo in copisteria, prendo il tomo di quasi tre chili tenendolo con un braccio contro il mio petto e mi avvio giù per le scalinate con sciarpa e cappotto appoggiati sull'altro.

Non so come, all'improvviso mi ritrovo addosso una ragazza che si alza di scatto tagliandomi la strada e facendomi inciampare su uno scalino. In preda al panico lascio andare il libro, che mi vola di mano, finendo sul piede di qualcuno. Almeno però riesco a riprendere e mi evito di cadere rovinosamente sulla scalinata.

Si sente un lieve lamento di dolore ed è come se il tempo si arrestasse tutto d'un tratto.
Sento le guance avvampare e gli occhi di tutta l'aula puntati su di me.
Stupida stupida stupida, mi ripeto nella mente.

In questo momento vorrei sotterrarmi.
Chiudo gli occhi perché non voglio realizzare di averlo fatto veramente.
Non appena vedo in faccia la vittima della mia sbadataggine, è qui che sento davvero il viso andare a fuoco.

È lui. Quello delle sigarette. L'influencer, youtuber o chicchessia.

Penso di essere diventata paonazza.
Sento un groppo alla gola che mi impedisce di emettere suoni, però la paura di sembrare una completa idiota prevale e mi costringo a dire qualcosa di senso compiuto.

"Scusami, sono mortificata, mi sa che sono inciampata.. non so come ho fatto" ma lui mi stoppa intervenendo e facendo un sorriso molto impacciato
"Figurati, tranquilla.. non lo hai fatto apposta.."
"Nono, ci mancherebbe.." continuo io "Però mi dispiace, pesa un sacco il libro.."
"Ad andare male ti manderò la fattura dell'ortopedico" ribatte con una serietà che mi spiazza. Non capisco se sia ironico o meno.. Però si china per raccogliere il libro e me lo porge, offrendomi un altro accenno di sorriso.

Nel frattempo sento ridere Marta e Camilla dai piani alti, le fulmino con lo sguardo e torno alla "conversazione" che stavamo avendo.

"Mi dispiace, davvero." Farfuglio sommessamente prima di uscire quasi correndo dall'aula, non so se avrò il coraggio di rientrarvi dopo essere andata in copisteria.

Sono sempre la solita. Non mi smentisco proprio mai. In effetti era da molto tempo che non facevo una figura di merda, così in grande poi. Doveva succedere per forza.

Ma perché a me? Perché la sfiga mi perseguita? Che ho fatto di male? Con tutte le persone a cui poteva capitare..

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Ciao a tutti!
Ho visto che siamo cresciuti in fretta, non me lo sarei mai aspettato! Sono un po' arrugginita con la scrittura. Per questo mi farebbe piacere se mi lasciaste qualche commento sulla storia fino ad ora. Sono ben accetti consigli, opinioni, critiche (purché costruttive)! O se non siete in vena di scrivere ma comunque avete apprezzato, potete lasciare una stellina se vi va.
Avete capito allora chi è questo misterioso ragazzo? È troppo palese forse?

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