Senza parole

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È sabato 9 maggio, ore 18:30. Marti mi videochiama per ripetermi per l'ennesima volta di vestirmi non troppo casual e truccarmi, nonostante io continui a ripeterle che per stare con lei mi sento molto più a mio agio a stare in jeans e felpa.
E sono buona, perché altrimenti andrei direttamente in tuta.

Alla fine ho ricevuto un sacco di messaggi dai ragazzi, e mi sono sentita in colpa per non aver festeggiato con loro, tutti mi hanno detto che lo faremo non appena ci rivedremo. Io ho risposto dicendo che non vado pazza per il mio compleanno, quindi va bene una bevuta come faremmo normalmente.
Anche Dario mi ha scritto, lasciandomi un po' sconcertata.

Se ci ripenso, sento di nuovo una morsa al collo che mi fa mancare il fiato. Mi sento in colpa per come l'ho "allontanato".

Alla fine mi decido a indossare una camicetta svasata con delle piccole rose ricamate e un paio di pantaloni neri stile leggings.
Lascio i capelli mossi, nella loro piega solita, un po' a caso.
Non so con quale voglia riesco anche a farmi una linea di eye-liner veloce e a mettermi un rossetto nude al volo.

Alle 19:30 in punto suono il campanello di casa di Martina.
Arrivo con una bottiglia di prosecco, che entrambe adoriamo, gliela mostro come se fosse un premio non appena apre la porta.

"Di solito non dovrebbe essere la festeggiata a portare regali!" mi rimprovera arricciando le labbra, ma poi sciogliendosi in un sorriso e abbracciandomi forte.
Mi erano mancati i suoi abbracci in questi giorni.

"Non ci sono i tuoi?" chiedo entrando nell'ingresso e lasciando la borsa sul tavolo vicino all'attaccapanni.
Invidio un po' Martina per abitare in una villetta singola. Ha un bellissimo giardino dove svagarsi, correre con in cane, e all'occorrenza organizzare feste.

"No, sono a cena da nonna, come ogni sabato sera." mi sorride.
"Ah cavolo, non me lo ricordavo! E tu lo salti per colpa mia.."
"Macché colpa, scema! Lo sai che non ci vado più tutti i sabato sera da quando abbiamo compiuto tipo.. 16 anni! Lo sanno, vado a trovarli comunque i nonni." risponde con tono dolce.

"Vieni fuori, ho preparato l'aperitivo e montato qualche lucina.. è davvero suggestivo!"  Mi incalza prendendomi per mano, mi sembra un po' troppo euforica, ma non ci faccio molto caso.

Non ha mai montato le luci in giardino, che poi che luci?

Boh vabbè, sara l'aria quasi estiva che la fa essere su di giri, penso tra me e me.

Una volta sulla soglia della porta succede tutto così velocemente che non riesco a realizzare.

Sento solo gridare "Sorpresa!" e vedo una schiera di persone che mi fissa.

Mi balenano i loro volti davanti: Marta, Camilla, Tonno, Frank.. tutti. Sono troppi.
Le mie amiche del liceo. Non ci credo.

E poi lo vedo, c'è anche Dario, che mi offre un sorriso un po' mesto tanto quasi il suo sguardo.

Sento l'ansia bloccarmi il diaframma, è come se non riuscissi a respirare né parlare.
Sono senza parole.

In un secondo mi ritrovo letteralmente assaltata da Marta e Camilla.
Tonno, Frank, Nicolas, Dario, Cesare e Nelson mi circondano e cominciano a fare tipo cori da stadio col mio nome. Sono raggiunti anche da Federico e Tommaso.
Mi sollevano di peso e iniziano a cantare squarciagola:"Perché è una brava ragazza, perché è una brava ragazza, perché è una brava ragazza, nessuno lo può negaaaar!" mi lascio andare e rido, nonostante questa formazione sia un po' traballante e precaria, e io abbia una paura matta di cadere rovinosamente a terra.

Mi volto verso Martina che si ripara mettendo le braccia a protezione del suo corpo.

"Non mi uccidere!" urla con sorriso colpevole.
"Non davanti a tutta questa gente.." dico scuotendo la testa in disapprovazione di tutto questo, per poi abbracciarla.
"Ma come hai fatto?" le chiedo sottovoce mentre siamo ancora abbracciate.
"Ho un sacco di assi nella manica.. mia cara.. non puoi nemmeno immaginare quanti." afferma facendo una risatina malefica.

Vado a salutare anche Sofia e Beatrice con un bacio sulla guancia, anche se è un gesto di circostanza che odio, sono state carine a venire al mio compleanno.

Martina ha davvero montato le luci, sono come lucine di natale che vanno da un albero all'altro, creando un'atmosfera rilassante.
Ci sono dei tavoli pieni di stuzzichini, piatti freddi, bibite.

In sottofondo, musiche tranquille da aperitivo, piuttosto soft e rilassanti.

Mentre spilluzzico qualche cosa parlo un po' con tutti, osservando sempre Dario da lontano.
Se ne sta a chiacchierare con Frank, poi Tonno, Nicolas e il resto. Vedo che si rigira tra le mani un bicchiere di vino che non sembra bere, mi pare sempre allo stesso livello della prima volta che ho posato lo sguardo su di lui.

Ogni tanto i suoi occhi si voltano fulminei verso i miei, entrambi non esitiamo a distogliere prontamente lo sguardo.
Le sue iridi sembrano più scure e cupe del solito.
Con gli altri si comporta normalmente, ridendo e scherzando.

Facciamo qualche cicchetto in compagnia, su proposta di Nelson e Cesare, tanto per rallegrarci un po'.

Arrivati al momento della torta, ossia il momento peggiore per me, la vergogna mi consuma.
Divento tutta rossa, come sempre d'altronde.
Tutti sorridono a causa della mia reazione, che ormai hanno imparato a conoscere bene.

Mi consegnano subito dopo il mio regalo, una busta bianca.
Che strano, penso.
Una volta aperta scopro che si tratta di un biglietto per un concerto di Ed Sheeran, che verrà il prossimo anno all'arena di Casalecchio. Me lo rigiro tra le mani rileggendolo più e più volte, per essere sicura che sia tutto vero e non una semplice allucinazione.
Non mi sarei mai immaginata un regalo del genere, a dire la verità, nemmeno una serata del genere.
È tutto una continua sorpresa.

Ringrazio tutti, ancora profondamente sorpresa.

"Ce l'ha detto Dariello che è il tuo cantante preferito, sòccia ha azzeccato!" esclama Tonno facendo ridere tutti. Tira una pacca sulla schiena a Dario che accenna a sorrisetto.

"Sono due, almeno non dovrai andare sola, puoi darlo a chi vuoi.. ovviamente." aggiunge Marta ammiccando, mentre abbraccia lo scapestrato dalla barba rossa, che continua a fare il suo solito baccano.

Sorrido di riflesso, una persona ce l'avrei in mente..
Lascia perdere, Sara.

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