Non correre

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"Cavolo, ti ho detto di non reprimere le tue emozioni, ma non pensavo di farti piangere come una fontana.." esordisce lui, per poi fare una risatina.

Mi stacco dal suo abbraccio e mi asciugo una lacrima ridendo anche io.

"Sì, scusami, non ce la facevo più a tenerlo dentro.. scusa davvero.."
"Se mi dici scusa un'altra volta me ne vado e ti lascio da sola a provare questa presentazione eh.." dice lui con tono di rimprovero.

"Va bene, va bene.. andiamo avanti. Proverò a parlare senza tremare come una foglia. E se faccio una figuraccia, vi offrirò una cena per sdebitarmi di aver sprecato un'occasione simile per il nostro gruppo.."
"Così mi piaci." risponde semplicemente, sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

Nel frattempo mi sciolgo abbastanza nel parlare e smetto di pensare solo al giorno della presentazione quando sarò davanti a chissà quante persone.
Il resto della serata scorre abbastanza tranquillamente, e un po' la mia ansia si è attenuata.

Quando torno a casa mi ritrovo a fissare il triste soffitto bianco della mia camera, pensando al perché Dario abbia voluto parlare così con me.. mi ritiene davvero un'amica?
Lo ha fatto solo per il progetto?
L'aver esposto la mia fragilità davanti a lui mi ha reso fin troppo vulnerabile, ma da una parte non mi vergogno di avergli mostrato questa parte di me.
Forse perché sento che va bene così, che con lui le mie insicurezze e paure saranno al sicuro, ed è molto più simile a me di quanto pensassi.
Però non è come Frank e Tonno, è diverso.
Ma non ho ancora capito cos'è questa cosa che sento quando sono con lui.
Mi sembra di provare nuovamente quel brivido che mi ha percorso la schiena quando mi ha abbracciato solo a ripensarci.

La vibrazione del mio telefono mi riporta alla realtà: un messaggio di Dario.
Cosa potrà volere a quest'ora?

- Domattina ore 8:00 sono sotto casa tua, andiamo a correre per scaricare l'ansia prima dell'ultimo ripasso -

Sorrido istintivamente, ma poi subito mi sale un po' di angoscia.
Io e l'esercizio fisico non andiamo d'accordo, non voglio che Dario mi veda perdere un polmone dopo 50 metri di corsa.
Le mie doti atletiche sono veramente scarse, se non quasi inesistenti..

Decido di farmi coraggio, e prendere posizione con me stessa..
Sara, basta pensare, Dario vuole farmi fare qualcosa che non farei mai probabilmente.. vuole già farmi praticare quello che mi ha consigliato oggi.
E va bene, accetto anche questa sfida, mio caro Dario.

- - - -

Ore 7:55 Dario mi invia un messaggio.
Mi affaccio alla finestra che dà sulla strada e lo vedo ad aspettarmi in tenuta da corsa, con un giubbottino impermeabile rosso e nero, pantaloni e scarpe da running.

Osservo me stessa, sono abbastanza imbarazzante: leggings neri sgualciti, una vecchia maglietta di mio padre di quando andava alle corse podistiche, e scarpe da ginnastica che non usavo da secoli.
Mi metto un k-way sopra perché fa freddo la mattina a quest'ora, un respiro di incoraggiamento e scendo le scale.
Appena mi vede mi sorride, ha gli occhiali da sole anche se è nuvoloso, però va bene lo stesso perché il suo sorriso sembra illuminare tutto attorno a sé.
Ferma ferma ferma.. che diamine penso? Rimuovi.

Lo saluto con un abbraccio e ci incamminiamo verso il parco più vicino, lui è venuto in macchina perché sta piuttosto lontano da casa mia.
A un certo punto inizia ad allungare il passo.

"Mi piace correre la mattina presto, mi aiuta a scaricare, dopo una certa ora il mio orologio biologico mi fa svegliare e non ce la farei a stare con le mani in mano.. però di solito non corro più di mezz'ora, perché mi viene il mal di testa. Comunque mi aiuta a sfogarmi e scaricare lo stress, per questo ti ho invitato a venire."
Dice correndo, con il respiro leggermente ansimante.

Io ho già il fiato corto, sento le guance rosse e non ho il coraggio di parlare.
"Io... non sono una molto.. da attività fisica.. ecco" dico buttando fuori quantità industriali di aria e inspirando di nuovo, cioè però non sembra aiutarmi, bensì mi fa accusare ancora di più la fatica.

Stiamo correndo da nemmeno 5 minuti e già ho perso un polmone, bella prova Sara.

Mi fermo di colpo, appoggiando le mani sulle cosce e cercando di riposarmi un secondo.
Dario scoppia a ridere.

Sento il sudore che già mi bagna la fronte, e le guance accampano n ora di più.
"Non ridere.. non è affatto divertente" lo redarguisco cercando di riprendere fiato.
"Ammetto di averlo fatto per aiutarti a scaricare, non volevo metterti in difficoltà.."
"Io? Difficoltà.. ma figurati, ho soltanto.. perso un polmone" aggiungo sarcasticamente ancora ansimando.
"Va bene, va bene, facciamo che si passa a una camminata veloce..?" mi dice cercando approvazione.
"Meglio" dico soffiando fuori ancora un po' di aria con la bocca per riprendermi.
"Però, devi vedere il lato positivo.. questo tuo spingerti verso un qualcosa che non avresti mai fatto ti ha comunque dato qualcosa.."
"Ah sì? Cioè? Mi ha fatto realizzare che se dovessi fuggire da un serial killer morirei brutalmente squartata dopo 30 secondi perché i miei polmoni cederebbero?" domando ironicamente.

"Con un po' di allenamento riusciresti a reggere molto di più, comunque puoi vederla così.. non devi per forza correre per ottenere qualcosa, anche questa camminata può portarti da qualche parte." afferma sistemandosi gli occhiali da sole che erano scivolati sulla punta del suo naso.

Vorrei davvero vedere i suoi occhi in questo momento.

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