I giorni successivi lui non si presenta mai a lezione, ed è anche positivo in realtà perché non ne abbiamo riparlato con le ragazze per decidere definitivamente.
Non avevo per nulla voglia di discutere di nuovo.Mentre attraverso il porticato che si affaccia sul cortile della facoltà a passo svelto, sento una voce conosciuta che mi sorprende da dietro.
"Hey, fuggitiva, alla fine ne hai parlato con le tue amiche?"
Riconosco subito profondità del timbro vocale, non potrebbe essere che lui.
Ma che è tutta 'sta confidenza amico?
Penso tra me e me.
Gli ho rivolto la parola mezza volta e già sfotte?Mi volto e lo vedo, appoggiato con la schiena a una colonna del porticato che circonda il cortile.
Cappuccio tirato fin sopra la testa, il naso leggermente arrossato dal freddo.
Una sigaretta in bilico fra le labbra.
Porta l'accendino vicino alla punta della cicca, proteggendo la fiamma dal vento con una mano."Fuggitiva?!" È l'unica parola che riesco a pronunciare in quel momento. Riconosco di utilizzare un tono un po' infastidito. Ma non ho potuto fare a meno di trattenermi, mi ha profondamente irritato il modo in cui mi ha richiamato.
Aspira avidamente una buona dose di nicotina, come se stesso inalando l'ossigeno più puro di questo mondo. Qualche secondo dopo sputa tutto fuori, formando così una nuvola di fumo che a contatto con il gelo dell'aria sembra formare una coltre spessa di nebbia, come quella che si vede la mattina presto ai piedi dei colli bolognesi.
Vengo investita da questa nube e sento improvvisamente un forte bruciore alla gola, faccio istintivamente colpo di tosse, perché non riesco proprio a tollerare l'odore di fumo."Scusami, ti dà fastidio?" mi chiede, stavolta visibilmente dispiaciuto, girandosi su di un lato per sputare il fumo del secondo tiro lontano da me.
Mi limito ad annuire e a dire "Tranquillo.""Comunque.. fuggitiva perché ogni volta che ti ho incontrata sei sempre scappata via. Prima il libro sul piede, e poi al pub qualche sabato fa. E anche adesso ti stavi dileguando in fretta e furia. Avevo cominciato a pensare che avessi paura di me. Però tranquilla, per ora non ho mai ucciso nessuno.. forse" afferma con una serietà che mi spiazza.
Poi fa una risatina, ma io rimango impassibile. Lo ha detto tutto d'un fiato. Probabilmente si era preparato questo monologo a casa, per sfoggiarlo non appena mi avesse incontrato.Forse semplicemente non ti avevo visto?
Gli rispondo nella mia mente, ma evito di dirlo ad alta voce per non risultare ancora più acida di come probabilmente io non sia già apparsa. E comunque, io sarò anche fuggitiva e forse un po' acida, ma questo è proprio un cafone.
Fortunatamente è lui a riprendere la parola."Allora, avete deciso qualcosa riguardo al progetto della Capecchi?" domanda con la sua solita espressione imperturbabile stampata sul viso. Non riesce mai a far trapelare le sue emozioni. Non capisco se sia estremamente infastidito da me, o dal mondo in generale.
Nel frattempo spegne il mozzicone della sigaretta sotto la suola delle scarpe."Ehm.. mah in realtà no. Non ne abbiamo veramente parlato.."
"Eh dai, non fare la preziosa, infondo un po' me lo devi.. hai cercato di mettermi KO due volte" mi interrompe, e sfoggia un sorriso da strafottente.Faccio un sospiro, che forse è più uno sbuffo. "Va bene.. ti puoi unire a noi, le mie amiche non avevano trovato nessuno alla fine.." mentre pronuncio queste parole mi sto maledicendo da sola, sono consapevole del fatto che Marta mi ucciderà con le sue stesse mani quando glielo dirò. Però cosa potevo fare? Forse l'ho detto solo per proteggere il mio orgoglio, ma ormai il danno è compiuto.
"Bene, grande" Esclama con tono abbastanza entusiasta, sorridendo mentre inizia a camminare per il cortile, verso l'uscita del porticato.
"Sapevo che ti avrei convinta.." questa frase mi infastidisce un po', mi stava studiando per persuadermi?
Lo seguo mentre si avvicina all'uscita. "Quando avevate intenzione di ritrovarvi?" mi domanda mentre ci lasciamo alle spalle la facoltà.
"Bah, in realtà non ne abbiamo ancora parlato.." dico io.
"Magari ti lascio il mio numero, allora, e mi scrivi quando decidete. Non so se riuscirò a frequentare le lezioni nei prossimi giorni, ho un po' da fare." Mi propone, lasciandomi un po' spiazzata.
Annuisco e tiro fuori il telefono per salvare il numero in rubrica. Arrivata alla parte del nome esito sulla tastiera. Lo guardo un attimo, sperando che capisca la ragione del mio indugiare. "Oh sì, perdonami, sono Dario. Dario Matassa." Mi sorride.
Scrivo il nome e clicco su "memorizza contatto"."Comunque io sono Sara" sorrido di rimando.
"Piacere Sara, ti prego, fammi sapere. Ora scappo che sennò perdo l'autobus. Ci sentiamo!" Mi dice dirigendosi a passo svelto esattamente nello stesso punto dell'ultima volta in cui ci siamo visti.Dario.
Dario mi ha sorpreso oggi.
Non riesco ancora a capire se in positivo o in negativo.•••
Nuovo capitolo! Yay!
Spero che vi piaccia perché mi sono divertita e sbizzarrita un sacco a scriverlo, e fino ad ora è forse il più "succulento" 😅😂
Lasciate una stellina o un commento se lo avete gradito!
Alla prossima!
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Fiksi PenggemarSara, immersa nella sua routine, vive solo tra università e casa. Preferisce rifugiarsi dentro di sé piuttosto che vivere nelle ipocrisie e cliché del mondo esterno. Dario, misterioso e schivo, dagli occhi magnetici e indecifrabili. Vive con una sig...