Aggiungi un posto a tavola

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"Buon pomeriggio" esordisco io.
"Buon pomeriggio a lei" risponde sorridendo a trentadue denti.
Oggi ha il ciuffo leggermente abbassato sulla fronte, ma ciò non ostacola la vista dei suoi occhi così belli e profondi, che mi sorridono.

"Già fumato?" domando retoricamente.
"No. Per niente." risponde con tono fiero.
"Serio?" chiedo stupita.
"Mai stato più serio in vita mia." afferma lui.
"Non ci credo, grande Dario!" esclamo porgendogli la mano per farmi dare il cinque.
Non esita a schiacciare il suo palmo sul mio.
E poi ripenso, il cinque Sara? Veramente? Come ai bambini di 5 anni?
Lasciamo perdere.

"È anche merito tuo.." dice avviandosi verso l'ingresso del padiglione dove ci sono le aule studio.
"È merito principalmente tuo Dario, anche se non vuoi ammetterlo, sei tu che ci hai messo impegno e decisione.." rispondo io seria.

"Vabbè.." inizia lui, forse prendendo coscienza solo adesso della realtà "però il tuo spronarmi è stato fondamentale." dice abbassando il tono di voce.
"Sono contentissima di tutto questo, davvero, Dario." dico mentre saliamo le scale per vedere di trovare un po' di posto da qualche parte.

Giriamo per tutte le aule ma non c'è posto, c'era da aspettarselo proprio un bel mezzo alla sessione.

"Che si fa?" chiedo esausta dopo i cento giro tra i corridoi della facoltà.
"Non saprei.. andiamo in qualche caffetteria un po' spaziosa?" propone lui con un'espressione un po' corrugata.
"Perche quella faccia?" rido.
"No, è che non amo molto studiare nelle caffetterie, ma se non c'è alternativa.." inizia lui "Ah." poi si blocca.

"Cosa?" chiedo quasi preoccupata dal suo essersi fermato così dal nulla.
"Potremmo andare a casa mia, mia madre è a lavoro e mio fratello era a casa dalla sua ragazza.." propone con tono vagamente imbarazzato.
"Non so Dario, non voglio recare disturbo.." inizio io, sento le mani che cominciano a sudarmi, mi mette un po' ansia come situazione.
"No, macché figurati, nessun disturbo.. anzi, è un piacere per me, è sicuramente il posto migliore, ci avrei potuto pensare prima" dice mentre si avvia verso l'uscita dell'edificio.

Lo seguo a passo più lento, sono un po' turbata dalla situazione, ma non voglio rifiutare per non risultare scortese.
Infondo è normale andare a studiare a casa di amici, no?

"Va bene, Dario, ma non ho portato nemmeno un pensierino.. ad averci pensato.."
"Ma che pensierino!" esclama lui sarcastico.
"Per l'ospitalità, ti piombo così in casa a mani vuote.. non sta bene" continuo a voce bassa, sono davvero rammaricata per questa cosa.

Mi mette a disagio essere ospite a case altrui e non portare nemmeno un piccolo pensiero.

"Ma figurati" inizia a ridere "Sara, relax, vai tranquilla."

Mi fa strada per la sua fermata dell'autobus, e aspettiamo insieme, fortunatamente per poco.

- - - -

Arrivati all'interno del suo palazzo ci dirigiamo all'ascensore, entriamo e lui schiaccia il tasto con su scritto "5".
Una volta usciti giriamo sulla destra e ci ritroviamo davanti a un portoncino color mogano.
Uno zerbino un po' colorato e delle piante ai lati della porta.
Sua madre deve essere amante dei fiori.

"Che belle piante" constato io.
"Oh sì, mia madre è fissata" esclama lui cercando le chiavi nello zaino
Avevo ragione, appunto.

Una volta entrati mi osservo un po' intorno, è una casa normalissima.
Mi prende il cappotto e mi fa accomodare in quella che sembra essere una specie di sala da pranzo, con però annesso un divanetto poco lontano dal tavolo.
Dopo poco ci raggiunge un piccolo cane dal pelo un po' scompigliato. Un batuffolo.

"Hey Berry, ho una nuova amica, fai il bravo.. hai paura?" mi chiede abbassandosi all'altezza del cane per accarezzarlo.
Scosso la testa in segno di no, e mi abbasso anche io per salutarlo.

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