Come la luna

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Dal capitolo precedente
"Allora.. che dire, non so come iniziare.." dice Tonno visibilmente angosciato.

"Penso che mi piaccia la tua amica.." esordisce con un filo di voce.

"Camilla?!" domando stupita. Sarebbe davvero un problema dato che sta per fidanzarsi con un altro, che tra le altre cose Tonno conosce.

"No, no.. Marta.. ho bisogno di qualche dritta e di manforte da parte tua.. saresti disposta a darmela? So che non ci conosciamo da molto, anzi forse dovrei dire che ci conosciamo appena.. però mi sembri una di cui ci si può fidare, sbaglio?"

Prendo coraggio per rispondergli, in realtà non so nemmeno io se sono una di cui potersi fidare.
"Non so, Tonno, non sono brava in queste cose.." inizio a dire, provocando la comparsa di un'espressione triste sul suo volto.
Mi si stringe il cuore "..però per quello che conosco Marta, potrei provare ad aiutarti.. credo" continuo.
Mi abbraccia subito, quasi stritolandomi.

"Grazie grazie grazie, ti giuro potrai chiedermi qualsiasi cosa in cambio!" urla stringendomi ancora a se.
Mi abbandono al suo abbraccio e sorrido, un po' rassegnata.
In cosa mi sono cacciata?

Un'imbranata in fatto di amore come me a dare consigli a un perfetto sconosciuto sul come conquistare una mia amica, che conosco da poco.

"Interrompo qualcosa?" Dice una voce profonda alle nostre spalle.
Un brivido mi percorre la schiena.

"Oh no Dariello, figurati, anzi stavo per rientrare.. mi fa un po' freddino" dice il biondo avviandosi verso la porta del locale.
No ti prego, penso mentre si allontana, non devi lasciarmi sola con lui.
Che imbarazzo.

Dario tira fuori una sua sigaretta dal pacchetto che tiene in mano, e la accende ispirando con estrema bramosia il primo tiro.
"Non dovevi smettere?" domando con tono vagamente sarcastico.
Mi infilo le mani in tasca perché le sento gelate, il freddo mi entra nelle ossa.

"Non ti stai mettendo molto d'impegno per far sì che io smetta, al contrario io ti ho già fatto socializzare più di quanto tu pensassi di essere in grado di fare.. o sbaglio?" mi domanda trafiggendomi con i suoi occhi scuri e profondi come il cielo di Bologna stasera.

"Hai ragione, quindi cosa posso fare? Rubarti il pacchetto di sigarette? Oppure rientrare e lasciarti da solo al freddo qui fuori così da farti sentire isolato dal mondo?" mi stupisco di me stessa non appena pronuncio queste parole.

Anche lui rimane un po' sorpreso.

"Potresti anche farlo, ma penso di conoscerti abbastanza per sapere che non sei il tipo.
Ti dispiacerebbe troppo per me, e dai tuoi occhi vedo che c'è qualcosa che ti turba, e non poco, là dentro.
In più la scusa per cui siete usciti tu e Tonno non regge, sappiamo tutti che il Tone non fuma, e io so che nemmeno tu lo fai." dice per poi sputare una fitta coltre di fumo.

"Forse sì, ed effettivamente sono turbata dalla presenza di una persona, ma non inerente al tuo gruppo.."
"Ho capito.. se vuoi parlarne, io ti ascolto.. anche se non abbiamo tanta confidenza, ti capirò se non vorrai dirmelo. Anche io faccio fatica ad esprimere le mie emozioni.."

Mi fissa ed è come se con quegli occhi attraversasse la barriera dei miei pensieri e delle mie insicurezze, cercando prepotentemente di abbatterla ed entrarmi nella mente.

Deglutisco perché il fiato sembra mancarmi dall'ansia di parlare, forse perché dirlo significa anche ammetterlo a me stessa, e perché mi renderebbe vulnerabile ai suoi occhi.
Ma d'altronde non riesco a non essere sincera quando mi penetrano così.

"..È il mio ex.. so che è stupido starci ancora male quando lo vedo dopo due anni, però il solo pensiero di doverlo salutare mi fa venire il mal di stomaco." dico guardandomi i piedi per evitare di nuovo il suo sguardo.

"Non è stupido, è perfettamente comprensibile.. mi sono sentito anche io così, quindi puoi stare tranquilla. Siamo stupidi in due al massimo." esclama gettando la sigaretta a terra e spegnendola sotto la sua scarpa.

"Grazie, Dario" gli dico con un filo di voce.
"Ma figurati. Rientriamo dai, che fa freddo" dice stringendosi nel cappotto e incamminandosi verso l'ingresso del pub.

- - - -

Il ritorno in macchina è abbastanza imbarazzante, anche perché sono con Tonno e Dario e sono a dir poco in soggezione.
Fortunatamente non parliamo troppo e ci limitiamo ad ascoltare qualche canzone in radio e a vedere le luci della città attraversando la tangenziale.
Arrivati davanti a casa mia, saluto e ringrazio Tonno per il passaggio.
Poi mi volto velocemente per salutare Dario, che mi sorride semplicemente per poi dire un fievole "ciao".

Ma i suoi occhi parlano per lui.
Come la prima volta che li ho visti.
Riescono a capirmi anche se siamo poco più che conoscenti.
Ma mi dicono anche che c'è qualcosa di celato in lui, qualcosa che ancora non mi vuole dire.
Non è ancora pronto.
E mi piace tutto questo, perché ho voglia di scoprirlo.

Prima di dormire sento il bisogno di sentire una canzone che mi ha fatto pensare a quegli occhi.
Mi metto le cuffie nel mio letto con la luce spenta e mi lascio travolgere dalla melodia.

Ma dentro agli occhi aveva
La notte, come la luna
E dentro agli occhi aveva
Le botte, come la luna
Aveva il freddo dentro
Il freddo che ti ghiaccia le mani
E non credeva più all'amore

E se fosse per questo?
Se Dario non credesse all'amore?

••••
Ecco svelato l'arcano, ve l'aspettavate? 😂
Sono ritornata con una canzone, ma una canzone che davvero DOVEVO mettere perché mi fa pensare davvero agli occhi i di Dario, bellissima tra l'altro ("Come la Luna" dei Management).
Aspetto come sempre una qualsiasi vostra opinione, anche in privato se vi va.
Grazie a tutte e a tutti ❤️

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