Non può essere

717 55 20
                                    

"Vieni" esclama improvvisamente, camminando all'indietro e tirandomi per un braccio.
Mi sta portando verso il punto dove stamattina abbiamo osservato il paesaggio, iniziando a correre.

Sembra impazzito, ma non posso fare a meno di seguirlo, stringendogli sempre di più la mano. Mi dà sicurezza.

Una volta arrivati sull'orlo di una discesa si ferma, e mi lascia la mano, mio malgrado.

Una folata di vento ci investe, ora che il sole sta sparendo fa freschino.
Sono pervasa da un brivido e istintivamente mi tocco le braccia con le mani, come a ripararmi.

"Hai freddo?" mi chiede lui, che ora ha le mani nascoste nelle tasche della felpa.

"No, e poi cosa vorresti fare? Cedermi la tua giacca, che tra le altre cose non hai.. come in un qualsiasi film di teenager americani? Chi sei Danny Zuko?!" lo canzono, facendo una risatina sommessa.

Mi stupisco di me stessa, di come io riesca essere sarcastica e acida allo stesso tempo, quando in realtà dentro mi sto struggendo come neve al sole.

"Che stronza!" constata, lasciandosi sfuggire uno sghignazzo.
"Comunque no, avrei fatto così." dice avvolgendomi le spalle con un braccio.
Sento tutto questo come un gesto di protezione, ora il suo corpo diventa un riparo per me. E a dirla tutta, mi sembra anche di sentire un po' meno freddo.

Devo mantenere la calma.
Il cuore mi martella nel petto incessantemente.

Mi lascio andare e gli appoggio la testa sulla spalla.
Non so cosa mi stia prendendo.

"Ti voglio bene, Dario." bisbiglio.
"Anche io, Sara." dice scompigliandomi un po' i capelli e appoggiando il suo mento sulla mia testa.
Rimaniamo così per un po' di tempo, finché non ci rendiamo conto che è l'ora di smontare tutto perché sta facendo sera.

Ma che cazzo mi viene in mente di dire?
Sono impazzita, è ufficiale.
Non riesco a realizzare ciò che è successo oggi, tutto in una sola giornata.

- - -

Mi guadagno un posto in macchina con Camilla e Tommaso, risulta più di strada per loro che a Dario.
Mentre torniamo a casa, ripenso alle parole della canzone su cui abbiamo ballato io e Dario.

Ci penso e ci ripenso, e non riesco a togliermi dalla testa il ritornello.

Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight

Potrebbe averlo fatto con un vero intento? Voleva farmi passare qualche messaggio?
O è stato semplicemente un caso?

Ho avuto la riconferma che ogni volta che penso di averlo capito, questo ragazzo ritorna ad essere un dilemma per me.
È un serpente che si morde la coda, e la maledizione di questo uroboro sembra volersi impadronire sempre di più della mia vita.

La vera domanda è: se lo avesse fatto con un preciso scopo, mi sarebbe dispiaciuto?
Ricambierei?
Non lo so più nemmeno io.

"Sara? Tutto bene? Sara!" sento gridare dal sedile di fronte a me.
Sono stata talmente immersa nei miei pensieri che non mi sono accorta che siamo arrivati davanti a casa mia.
"Oddio, che stupida! Grazie ragazzi, scusate." dico un po' frastornata, cercando di uscire velocemente dall'automobile.

"Tranquilla" sghignazza Camilla "Hai di meglio a cui pensare, immagino.." dice mentre esco. Sbatto lo sportello.

Eccoci, ora ricominceranno con questa storia.

How would you feel? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora