Più forte che mai

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Dal capitolo precedente
"Con un po' di allenamento riusciresti a reggere molto di più, comunque puoi vederla così.. non devi per forza correre per ottenere qualcosa, anche questa camminata può portarti da qualche parte." afferma guardando avanti e sistemandosi gli occhiali che erano scivolati sulla punta del suo naso.

Come sempre, rimango spiazzata dalla serietà della sua affermazione.
"E tu? Cosa hai fatto nella vita per spingerti oltre la tua comfort zone?" gli domando.
"Bella domanda.. molte cose, diciamo che Space Valley è una cosa che è venuta molto spontanea.. perché fondamentalmente sono un cazzone, mi diverto e mi piace esserlo.. e in realtà mi spingo ad esserlo per far fronte a tutte le mie insicurezze. È un po' una facciata che mi sono costruito in realtà, per non mostrare tutte le emozioni che provo veramente dentro di me.
Una cosa che ho fatto, che non mi sarei mai aspettato che avesse tutto il riscontro che invece ha ottenuto, è stato aprire il mio blog di racconti e il mio podcast..." dice quasi sottovoce le ultime frasi.

"Racconti? Davvero? Scrivi? E hai un podcast? Non me lo aspettavo..." rispondo, e il mio cervello comincia a viaggiare, in effetti ce lo vedo forse un po' a scrivere.
Ma che tipo di racconti?
E poi podcast riguardo cosa?

Vorrei fargli talmente troppe domande.
Passiamo il resto del tempo a parlare dei suoi racconti, del fatto che ami profondamente la scrittura e che questa lo aiuti ad andare oltre alla sua zona di comfort.
Sono molto stupita dal suo mettersi a nudo, così, una mattina nuvolosa in un parco di Bologna a camminare con un'amica che conosce ancora troppo poco.

".. è proprio per questo che amo scrivere, mi piace cercare le parole giuste per esprimere certi concetti.. perché per me la felicità è trovare le parole giuste."

Mi giro quando pronuncia questa frase, e cerco i suoi occhi dietro agli occhiali.
Siamo sotto casa mia, siamo stati almeno un'ora a camminare per il parco e parlare.

Eppure sembra sia passato così poco tempo.
È letteralmente volato.

Penso che capisca che cerco proprio i suoi occhi, infatti si toglie gli occhiali.
Ed eccoli lì, quando lo sentivo dire non ho mai creduto che fossero lo specchio dell'anima.
E questa sua anima riesco a percepirla, quasi a sfiorarla quando osservo i suoi occhi.

Sento un brivido allo stomaco, e poi un formicolio in tutto il corpo.
Che mi sta succedendo?
Mi abbraccia sorridendo.
Lo stringo forte, vorrei che non mi lasciasse mai.

"Ci vediamo dopo pranzo per finire di ripassare la presentazione?" mi chiede.
"Sì, sì va benissimo.. a dopo, Dario" rispondo girandomi verso la porta e tirando fuori le chiavi.
"A dopo.. fuggitiva." dice indossando nuovamente gli occhiali. Mi volto subito al sentire quel nome.

Mi sorride.
"Era da troppo che non ti chiamavo così." afferma per poi farmi un cenno con la mano.
Mentre si allontana sento un vuoto allo stomaco, proprio dove prima avevo invece avevo avvertito una sensazione di formicolio.. come.. quasi come farfalle.

Farfalle nello stomaco?
Impossibile, non mi piace Dario, non può piacermi, e non deve piacermi.
Cancella tutto Sara, rimuovi tutto.
Non può e non deve essere. Punto.

Sarà l'ansia per domani, sì è sicuramente quella.
Ora doccia per far scivolare via tutti questi pensieri e per riprendermi prima di oggi pomeriggio.

Il pomeriggio ci esercitiamo fino allo sfinimento, l'ansia che covo è sempre maggiore.
Ci salutiamo consapevoli che ciò che ci attende domani è la vera resa dei conti, il momento della verità.

- - - -

La mattina seguente sono un fascio di nervi, mi passa a prendere Marta mentre gli altri raggiungono da soli il Palazzo dei Congressi di Bologna.
Vedere la vastità del palazzo dall'interno mi fa venire ancora più ansia.
Le ragazze mi abbracciano appena vedono la mia espressione nell'entrare al suo interno.
Raggiungiamo dietro le quinte il resto del gruppo e scopriamo di essere i quarti in scaletta.

Via via che il tempo passa cominciano a sudarmi le mani, sento le orecchie ovattate e il cuore che va a mille.
Riesco ad ascoltare qualche sprazzo delle presentazioni che ci precedono, e sono tutti così dannatamente bravi e professionali.

Comincio a camminare avanti e indietro su qualche mattonella del pavimento, finché una mano non mi ferma.
Dario mi afferra il braccio e mi volta verso di lui.
È più bello del solito, con la barba rasata, una camicia blu con sopra un maglioncino grigio.
"Sara, basta, fai venire l'ansia anche a me." mi sussurra, la sua voce così profonda mi provoca dei brividi.

Cazzo, ma perché sempre questi brividi negli ultimi giorni?
Deglutisco il groppo in gola che mi si è formato ".. hai ragione, basta. O la va, o la spacca." rispondo facendo un grande sospiro.

L'addetto ai microfoni ci viene incontro per annunciarci che tra circa 5 minuti tocca a noi, e ci dà già in mano i nostri microfoni.
Camilla e Marta spuntano alle mie spalle e sento che mi accarezzano per tranquillizzarmi.
Mi giro verso Dario e lui mi sorride, ma non solo con la bocca, percepisco un sorriso nei suoi occhi.

E mi calmo improvvisamente.
Il gruppo che ci precede poco dopo scende le scale e presentano invece noi.
Prima di salire le scale Dario mi stringe la mano e le sale senza più guardarmi.

Si volta solo per un attimo verso di me prima di fare il nostro ingresso sul palco. E lo interpreto come un "adesso puoi camminare da sola. Ma io ci sarò comunque, sono qui accanto a te."

E mi sento più forte che mai.

••••
Buondì a tutti!
Che ne pensate di questo capitolo?
A me sembra di aver dato il via a un viaggio di non ritorno.. però non so, magari per voi non è così eclatante.. che ne pensate?
A volte ho paura di non riuscire ad esprimermi con le parole giuste per far capire il concetto che ho in mente, se avete consigli li accolgo a braccia aperte🤗😘
Ovviamente ho citato anche Dario nel suo ultimo podcast "La peggior difesa è l'attacco".

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