Calici di vino

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Dal capitolo precedente
Ma poi sento una voce che spezza improvvisamente il silenzio in cui mi ero rifugiata

"Hey, fuggitiva."

Si siede a terra, esattamente accanto a me, si stringe le braccia intorno alle ginocchia per ripararsi dal freddo.

" Hey, ciao" è l'unica risposta che mi passa per la testa.
Cerco di evitare i suoi occhi.
Anche lui volge lo sguardo alla città, il suo respiro a contatto con l'aria fredda crea una sorta di nuvola di nebbiolina.

"Troppo casino là dentro, eh?" mi domanda, facendomi un sorrisetto di sottecchi.
Esito un secondo, faccio un sospiro piuttosto profondo.
"Sì, sinceramente un po' sì."
"Anche a me a volte fa questo effetto, i miei amici possono essere un po' invadenti, soprattutto Tonno, a volte non si sa dare una regolata.. ti chiedo scusa per lui.."

Mi sento immediatamente in colpa perché pensa che siano loro il problema.

"No Dario, non dirlo nemmeno per scherzo.. non sono loro il problema, sono io.. è che non sono una da feste di questo tipo, semplicemente.. te lo avevo già accennato." cerco di spiegare essendo il più cortese possibile.
Allungo le gambe e mi fisso la punta dei piedi, sempre per sfuggire ai suoi occhi scuri come la notte che ci circonda.

"Ti capisco un po'.." risponde con tono dispiaciuto.
"...Quanto è bella Bologna vista dai colli però. Mi emoziono ogni volta." aggiunge
"Sì, è da togliere il fiato" completo io la frase.

"E la notte, proprio quando tutto s'illumina, il buio a tratti risalta." si limita a dire.

Quest'affermazione mi lascia senza parole, letteralmente.
Cade il silenzio per qualche istante.
"Scusami, sto divagando con le mie riflessioni personali.. comunque anche io sono un po' schivo, soprattutto all'inizio, ma con un po' di allenamento puoi sempre diventare più una tipa socievole.. o almeno con qualcuno che pensi lo meriti" comincia a dire, dandomi una lieve spintarella con il gomito.

"Non penso, ci vorrebbe una specie di miracolo" rispondo subito.
"Come se tu smettessi di fumare" aggiungo.

Per un secondo diventa serio, volge di nuovo lo sguardo verso Bologna in lontananza e poi si gira verso di me e dice:"Facciamo così, io proverò a diventarti amico e farti affacciare alla socializzazione.. e tu proverai a farmi smettere di fumare."

Rimango spiazzata dalla sua proposta.
Mi spaventa anche, e non poco.
"È una specie di sfida?" gli domando, quasi sottovoce, deglutendo il groppo che mi si è formato il gola dall'ansia.

"Una specie" dice mettendosi a ridere e poggiandomi una mano sulla spalla. "Ci stai?"
"Ci sto." dico dopo un breve istante di riflessione.

"Bene, allora affare fatto, sigilliamo la promessa con una stretta di mano" mi dice porgendomi la sua mano.
Gliela stringo subito.

"Bene, sigillato, ora possiamo tornare dentro.. per scaldarci ti offro un po' di vino rosso, di quello buono. Primo passo per diventarmi amica e aprirti al mondo della socializzazione!" mi dice, alzandosi e offrendomi la mano per aiutarmi.
Ridiamo insieme.
Gli afferro la mano e mi aiuta ad alzarmi.

Lo seguo e lo ringrazio, e ci avviamo camminando uno di fianco all'altro verso la porta d'ingresso.
E in questo momento, sento che forse aprirmi con lui non sarebbe così sbagliato.
Al contrario, potrebbe essere proprio ciò di cui ho bisogno.

Quando rientriamo in casa, noto che qualcuno ci lancia delle occhiate sospette. E comincio a sentirmi avvampare, cerco di reprimere la vergogna per evitare di alimentare ancora di più i pensieri strani della gente.
Non appena mi tolgo il giubbotto, Dario mi fa cenno di seguirlo, e mi porta in una stanza con una vetrina enorme piena di liquori.

Tira fuori una bottiglia di vino e la stappa con dei movimenti agili e leggiadri, senza indugiare.
Da un'altra vetrina altrettanto grande tira fuori due calici e li riempie in men che non si dica.

"Questo è vero vino rosso.. poi mi dirai" afferma facendo roteare il liquido rosso nel calice e poi annusandone l'odore come un vero sommelier.

Sono un po' titubante, non amo il vino in generale, ma chi glielo dice?
Non posso certo tirarmi indietro adesso.
Vedo che lui lo assapora chiudendo gli occhi, come se fosse in una specie di stato di estasi.
Lo imito e mi sento subito inebriata dal sapore, è abbastanza forte per i miei standard.

"Wow" esclamo, presa alla sprovvista dal sapore di questo vino.
Non è nemmeno malaccio, a dirla tutta.
"Un po' fortino, ma buono"

"Non mi dire che ti sbronzi con un mezzo calice di vino rosso, Saretta."

Questo nomignolo non so se mi infastidisce o mi lusinga.
Comunque per orgoglio finisco velocemente il contenuto del calice e glielo porgo, come in segno di sfida.

Sul suo volto si forma un sorriso che va da un orecchio a un altro, prende la bottiglia e procede a riempirlo nuovamente.

Presto siamo raggiunti da Frank, Nicolas, Marta, Camilla e Tommaso.
Sono tutti abbastanza allegri, ma gli unici che si offrono di assaggiare il magico vino del signor Matassa sono Frank e Tommaso.
Gli altri optano per qualche shot di superalcolico, che prelevano sempre dalla stessa vetrina del vino.

A un certo punto sento una fitta alla tempia, e tutto inizia a girare. Afferro una sedia del tavolo su cui abbiamo appoggiato e bottiglie e mi ci adagio sopra.
Mi porto poi una mano sulla fronte e chiudo gli occhi, cercando di riacquistare lucidità.

"Oi, Sara, tutto bene?" mi dice Camilla mettendomi una mano dietro alla schiena, con tono allarmato.
"Sì, Cami, tranquilla.. è che non ho una soglia molto alta di sopportazione dell'alcol, forse ho esagerato un pochino. Credo sia meglio se torniamo a casa.." dico sollevando la testa e guardando sia lei che Marta, che sta un po' più indietro e parla con Frank e Nicolas.

Mi viene improvvisamente da ridere, per la situazione, per questo calice di vino che non so come finire, per il leggero stato di ebrezza che si sta impossessando di me.
Voglio evitare di fare cose imbarazzanti.

Le due amiche si scambiano uno sguardo fulmineo che mi preoccupa, quindi le fisso con fare interrogativo.

"Ehm, in realtà ci hanno invitato a rimanere qui per la notte, dato che anche io e Marta non ci siamo andate molto piano col bere.. ecco"

Queste parole sono come un pugno nello stomaco, in un secondo vengo attanagliata dalla paura di dormire a casa con dei quasi-sconosciuti, e per di più anche mezza brilla.
Divento subito seria.
Non riesco a rispondere, vedo che sia le ragazze che Dario mi fissano visibilmente preoccupati.

••••
Hellooo everyone🤗
Ecco il continuo che stavate aspettando.
Non so se lo avete notato, ma ho citato Dario, prendendo una frase dal suo podcast "La nostalgia del Natale" perché la trovavo piuttosto adatta e serviva a dare ancora più carattere al personaggio.
Che ne pensate? Troppo forzata?
Fatemi sapere se vi va, mi fa super piacere sapere qualsiasi vostra opinione/consiglio 😉

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