"Dario, dov'è il sale fino?" chiedo perplessa, dopo aver guardato già in due mobili della sua cucina.
"Nello sportello a destra, sopra di te!" risponde dalla sala da pranzo, dove sta apparecchiando.Apro l'anta del mobiletto verde e lo estraggo, più facile del previsto.
Con la mano destra do una mescolata al sugo al pomodoro che sto cucinando.
In realtà, un po' mi mette in imbarazzo, essere qui a casa sua e cucinare."Arriva un odorino buonissimo di qua.." dice acchiappandomi per i fianchi e abbracciandomi da dietro.
"Oh, sì, pasta al pomodoro degna dei migliori ristoranti stellati!" esclamo ridendo.
"Guarda che è molto più difficile fare una buona pasta al pomodoro che i piatti più elaborati.." risponde abbassando la voce e lasciandomi un bacio tra i capelli, seguito da uno sulla guancia e poi uno sul collo.
Mi fa rabbrividire e ridere allo stesso tempo, mi ha fatto un leggero solletico."Dario.." dico con tono vagamente di rimprovero.
"Scusa, non ho potuto farne a meno.. non ce la faccio a starti lontano." esclama appoggiandosi con fondoschiena al mobile della cucina, a poca distanza da me. Incrocia le gambe e porta le braccia al petto, e mi guarda.
Distolgo lo sguardo dalle pentole e mi giro verso di lui.
È pensieroso."Dovrai farlo, almeno quando siamo in gruppo.. oppure dovremmo dirlo agli altri.." esordisco, un po' preoccupata.
Annuisce tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. "Glielo voglio dire.."
"Da una parte siamo sicuri che non se la prenderebbero." affermo io.
"No che non se la prenderebbero Sara.. fanno il tifo per noi da prima ancora che diventassimo amici." aggiunge lui.In effetti, ormai è passato un po' da quando ci siamo baciati, e ci trattiamo come se fossimo una coppia, o almeno tra di noi.
"Da una parte mi piaceva tenere questo.. come una cosa.. solo nostra, ecco." dico tornando a mescolare il sugo al pomodoro.
"Sono i miei migliori amici.. i nostri più cari amici, Sara." dice avvicinandosi e sistemandomi alcune ciocche di capelli che mi sono cadute un po' davanti al viso.
"Hai ragione." rispondo incrociando le braccia sul petto. "Diciamoglielo." annuisco, ancora non pienamente convinta della cosa.Lui istantaneamente sorride e mi avvolge tra le sue braccia, dandomi un bacio sulla fronte.
Mi sento veramente estasiata, mi sembra di aver ritrovato una me stessa che per troppo tempo avevo costretto dentro a un abito che le stava troppo piccolo.
Mi sono autolimitata, sottovalutata, sminuita.Dario mi ha aiutato a vedere una forza che nemmeno sapevo di avere, mi fa sentire apprezzata per quello che sono. Perché d'altronde, sotto alcuni punti di vista, siamo molto simili.
Non ho paura di essere la me più autentica insieme a lui. E questa parte di me l'ho conosciuta solo grazie a Dario.Mi nascondo nell'incavo del suo collo, inspiro il suo odore e sorrido sulla sua pelle, per poi baciarlo velocemente e tornare a guardare i fornelli.
L'acqua bolle e allora decido di calare la pasta."Sai che sei proprio bella quando ti concentri?" esordisce facendo un sorrisetto beffardo e scrutandomi dalla sala da pranzo. Sta camminando intorno alla tavola.
Sento le guance avvampare, sorrido.
"Eh, proprio. Comunque anche tu non sei male." rispondo a bassa voce, e faccio una risatina.
"Ti aiuto?" mi chiede camminando verso di me.
"Mm, scola la pasta se ti va." gli dico mentre preparo la padella dove saltare la pasta col condimento una volta scolata.Ci coordiniamo piuttosto bene, in men che non si dica il nostro pranzo è pronto.
Sono un po' in ansia per quando lo comunicheremo a tutti, perché non so immaginare quando né come farlo.
Però ha ragione Dario, dobbiamo farlo.
STAI LEGGENDO
How would you feel?
FanfictionSara, immersa nella sua routine, vive solo tra università e casa. Preferisce rifugiarsi dentro di sé piuttosto che vivere nelle ipocrisie e cliché del mondo esterno. Dario, misterioso e schivo, dagli occhi magnetici e indecifrabili. Vive con una sig...