Il cellulare squillo, mi girai lentamente e lo afferrai, per poi sbloccarlo e leggere il messaggio. Era Cosimo.
Cosimo:
Questa c'è una festa,
pensiamo di esserci tutti.
Tu sei dei nostri?Restai a fissare il messaggio per un po', senza sapere esattamente che cosa fare. Dovevo andare? E poi? Che tipo di festa era, cosa sarebbe successo?
Vai, cosa aspetti?
Non voglio ridurmi male.
Fidati, non ti succederà niente.
Athena...Silenzio era era scomparsa, cosa dovevo andare a fare in quel posto? Che cosa dovevo fare? Aveva detto che dovevo fidarmi, dovevo seguirla. Ma avevo paura di ciò che sarebbe potuto succedere.
Ma la sua ultima parola l'aveva detta, voleva che io andassi.You:
Va bene frate,
venite voi?Cosimo:
Si tranquillo bro, ci vediamo
alle 20.Sospirai, portando le mani sugli occhi. Avevo paura di ciò che sarebbe successo questa sera, avevo paura di star impazzendo completamente.
Non sei pazzo.
Tu dici?
Sono qui Fabio, non sei pazzo.Mi girai lentamente, i miei occhi si scontrarono con quelli di Athena, era qua. Era lei.
-amore mio... - sussurrai avvicinandomi lentamente, quasi spaventato da quella visione, lei sorrise - stai facendo la cosa giusta amore mio- rispose lei - non lo so- risposi indeciso -so quello che vuoi, e ti capisco, ti ho promesso di darti una mano Fabio- sorrise nuovamente.
Mi era mancata.
-tu... Tu resti qua con me? - scosse la testa - ci sentiamo Fabio, no? - sorrise - sì amore, va bene- risposi mentre una lacrima rigò la mia guancia, finora avevo cercato di trattenermi, di non piangere. Non era quello che volevo, e sicuramente non era quello che voleva lei.
[...]
Aprì la portiera dell'auto nera del mio migliore amico e mi sedetti all'interno.
-tutto okay? - chiese Cosimo mettendo in moto - mh si dai- risposi - mi sto riabituando- sorrisi leggermente, lui annuì - come mai non ci sono gli altri? - chiesi indicando i sedili posteriori insolitamente vuoti, Cosimo alzò le spalle -hanno detto che andavano con Joe, quindi saranno già lì - rispose, annuì e guardai fuori dal finestrino.Le strade erano semideserte, le luci dei negozi erano spente, tranne quelle dei locali, per le vie stavano ragazzi molto giovani, alcuni forse erano minorenni. Era assurdo che ragazzi così giovani pensavano già a credersi grandi. Perché pensano che crescere sia così magico? Oltre all'indipendenza economica e al fatto che puoi decidere quello che puoi fare, non c'è nulla di bello. Solo problemi.
-sei silenzioso frate, sicuro che va tutto bene? - chiese Cosimo svoltando - ma si Cosimo, va tutto bene. È che adesso, mi fa così strano- risposi alzando le spalle - non andavo in un locale da non so quanto - dissi, lui annuì.
[...]
I miei amici ormai erano andati, alla fine erano già ubriachi appena ero arrivato. Non c'era niente di diverso, io ero ancora lucido. Sentivo che qualcosa doveva succedere e volevo fare in modo di rimanere lucido. Avevo ansia, non avevo idea per cosa, ma sapevo che non era nulla di buono.Mi alzai, intenzionato ad andare in bagno, senza avvertire nessuno mi allontanai. Entrai all'interno del bagno, c'era solo un uomo, non capivo cosa stesse facendo, essendo girato di spalle. Ma potevo immaginarlo.
È lui, è lui!
Mi appoggiai alla parete, l'urlo mi aveva colto di sorpresa. Lui?
Lui era insieme a loro, lui mi ha violentato.
Strinsi i pugni, quella sua affermazione mi aveva colpito più di quanto credessi sapevo che era accaduto, lo avevo visto, se così si può dire. Ma sentirlo dire da lei, aveva un altro effetto. Faceva male. Troppo male.Mi avvicinai.
-ehi amico- dissi, l'uomo si girò, lentamente e infastidito. Appena mi riconobbe sbiancò. Scosse la testa.
-non è possibile - sussurròSapevo a cosa si riferisse, e mi stupiva il fatto che si ricordasse, l'unico lato positivo era che non dovevo fare tanta strada - invece è possibile- risposi - tu dovresti essere morto! Cazzo--disse girandosi completamente verso di me - come vedi sono ancora qua, e se ci siamo incontrati non è per caso. - dissi
Lui si spaventò-no, no cazzo. Tu sei una mia illusione, tu sei il senso di colpa. Bastardo- sussurrò - no, sono vivo- risposi - purtroppo per te- continuai - che vuoi? - disse - soldi? Di scuse non te ne fai niente. Non te la riporteranno viva - disse con un sorriso divertito sulle labbra.
Colpiscilo!
Serrai il pugno.
Non ti vedranno.
-la tua puttana sapeva scopare bene Fabio, lo sai no? Eri davvero fortunato-
Fidati.
La rabbia diede vita ad una forza inaudita. Perse l'equilibrio, la testa andò su un angolo del lavandino, il sangue iniziò ad uscire dal taglio procurato da esso.Rimasi a fissarlo.
Non sapevo che fare, non sapevo se fosse morto.
Va via! Non lo salverà nessuno.
È da solo, così come lo era lei. Per colpa mia.Uscì dal bagno, mi guardai attorno. Era tutto come prima, tutto uguale. Quel locale mi stava soffocando, dovevo tornare a casa.
Tornai al tavolo.
-cazzo Fabio, hai una faccia da funerale- rise Francesco, alzai le spalle, Cosimo mi guardò negli occhi - devo tornare a casa, frate mi dai le chiavi? - chiesi a Cosimo, senza chiedere nulla mi diede le chiavi della Range Rover.Salutai i ragazzi e uscì dal locale.
🤭🤭🤭🤭🤭
