Scesi al piano di sotto poco dopo che Emiliano aveva abbandonato la nostra momentanea stanza. Mi sedetti al tavolo bianco e passai una mano sul volto - si è svegliata? - chiese il moro passandomi una tazzina con il caffè all'interno - no, stava dormendo- risposi -dovresti andare a dormire fra, hai una faccia- dissi guardando il volto del moro affinco a me - non ho sonno, non sarei riuscito a dormire questa notte- rispose strofinandosi un occhio, annuì in silenzio.
La stanza era silenziosa, ma quella specie di silenzio teso, pesante, entrambi volevamo parlare di ciò che era accaduto questa notte, ma non avevano avevamo il coraggio, anche volendo non saremmo riusciti nemmeno a parlare. Non c'era molto da discutere, dovevo portare Margherita in un posto sicuro, ero convinto che lei fosse più in pericolo di me. E almeno lei, volevo salvasse, nel caso questa storia finisse male. Perché questa sensazione, la costante minaccia di qualcosa alle mie spalle ogni giorno che passava era sempre più viva. Sapevo il rischio che stavo passando e che le persone attorno a me continuavano a subire.
Mi dispiaceva.
Andrà tutto bene Fabio, fidati di me.
Non so nemmeno di chi posso fidarmi ormai.Un rumore di passi ci fece voltare entrambi nello stesso momento, Margherita con i capelli scuri in volto sguardo assonnato e nervoso entrò nella stanza. Si sedette su una sedia e evitò qualsiasi contatto visivo, posando la testa sulle braccia. - caffè? - chiese Emiliano, lei annuì e il moro si mise all'opera.
Mi alzai, e le andai vicino accarezzandole i capelli - come stai? - chiesi - ho mal di testa - sussurrò quasi impercettibilmente - immagino bimba, non ti preoccupare, adesso andrà tutto via. Fidati - le risposi accarezzandole una guancia.Emiliano le posò il caffè davanti, svogliatamente alzò la testa e portò la tazzina bianca alle labbra. Non riuscì a smettere di fissarla, era così stanca e glielo si leggeva in faccia, Emiliano sembrava davvero preoccupato per le condizioni della sorella, avrei voluto fare qualcosa, ma nemmeno io sapevo cosa potessi fare. Non potevo fare niente. Sospirai mentre lei si alzò, e ritornò nella sua stanza. -penso che dovresti parlarle.- disse Emiliano posando il volto sulle mani -penso anche io, vado.- dissi alzandomi per poi raggiungerla.
Aprì la porta della stanza dove avevamo "dormito" questa notte, era lì sdraiata sul letto con gli occhi chiusi. -Marghe.- le dissi -Fabio.- rispose lei aprendo gli occhi -posso sapere cosa ti è preso? Che avevi questa notte?- domandai -nulla...- rispose evitando il mio sguardo -Margherita, non mi prendi in giro.- le sorrisi sedendomi accanto a lei e accarezzandole il volto, lei sorrise leggermente -è che...non posso dirtelo, perché mi sento pazza. Non so se comprendi, in questi ultimi mesi c'è qualcosa che non mi torna, e c'è qualcosa che non riesco a gestire, i sogni si stanno facendo pian piano più brutti, c'è qualcosa che non va Fabio. E ho paura per te.- disse fissandomi bene negli occhi, erano più scuri del solito, e lei era così seria che stava mettendo ansia anche a me. Non mi piaceva questa cosa. -posso sapere cosa è successo?- domandò -Fabio, sento qualcuno che mi stava guardando, e lo sento tutt'ora. Qualcuno sta guardando ogni nostra mossa, e mi spaventa questa cosa.- si morse il labbro, le accarezzai la guancia e sospirai -non ti preoccupare amore, andrà tutto bene. Non ti accadrà niente, e nemmeno a me.- le sorrisi cercando di rassicurarla, ma non sembrava nemmeno molto convinta. -lo so Fabio, ma ho ancora paura.- sussurrò, l'abbracciai e mi resi conto che i suoi dubbi alla fine non erano così infondati, lei aveva ragione, qualcuno ci stava dietro, qualcuno ci stava seguendo. Non sapevo né chi fosse e nemmeno cosa volesse, ma per come stavano andando le cose lo avremmo scoperto molto presto.