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-oh Marghe hai fatto? - domandai alla ragazza, bussando alla porta della stanza - si, si adesso arrivo- disse aprendo la porta. - finalmente - sorrisi, notando che nonostante la sua semplicità, riusciva a risultare così bella.
Mi sorrise - andiamo?- domandò indicando la porta d'ingresso con un cenno del capo, annuì e la presi per mano, intrecciando le dita.

Entrammo nel box auto, aprì il mio garage, feci uscire l'auto e partimmo verso Cogoleto. - devo sapere qualcosa? - domandai sentendomi in agitazione - no, tranquillo Fabio- sorrise la mora - solo... Solo che Martina ha bisogno di un certo tipo di trattamento, anche perché sono quasi tre anni che non ti vede e non ha tue notizie. Non aspettarti baci e abbracci- disse - infatti non me li aspetto - dissi onestamente - però, non so come dovrei prenderla, cosa dovrei dirle... - sospiri afflitto, lei posò una mano sulla mia - andrà tutto bene Fabio, comportati come lo stai facendo adesso con me, lo apprezzerà sicuramente - disse sorridendomi dolcemente.

-è che vedi, non è semplice per noi due, abbiamo sempre litigato, e dopo il mio allontanamento sicuramente preferirebbe vedermi morto- dissi, lei scosse la testa - non ci pensate nemmeno! Martina, alla fine, ti vuole bene, ha bisogno di tempo, se piano piano ritorni nella sua vita... Direi che sei a cavallo, potresti finalmente avere quel reapooeto che desideravi - disse, le accarezzai il volto - meno male che ci sei te-le dissi - lo dico molto spesso anche io, nei miei confronti intendo - rise, sorrisi e scossi la testa.

[...]

-ecco si, gira a destra ed è la prima casa sulla sinistra- disse la mora indicando la via in cui dovevo svoltare, annuì e così feci - parcheggiati qua- disse indicando un posto libero. In silenzio parcheggiai l'audi e la spensi. Senti un nodo alla gola, era insolito per me, era mia figlia eppure mi creava questi effetto. Forse perché la conoscevo, e sapevo che avrebbe reagito male nei miei confronti. Ma non la biasimo, con tutto ciò che le ho fatto, tutto quello che le ho detto, fossi al suo posto mi chiuderei la porta in faccia.

-andiamo, dai- disse la mora esortandomi e aprendo la portiera, scesi e mi guardai attorno, non ero mai stato in questo posto. Se sapevo dove si trovava era grazie a Margherita.
-andiamo, vieni - disse lei prendendomi per mano, attraversammo la strada ed arrivammo davanti ad una casa, attorno ad essa stava un giardino. Margherita suonò al citofono, una voce maschile rispose - sono io- disse Margherita, il cancello si aprì immediatamente, lei lo spinse ed entrammo.

Diego aprì la porta con un sorriso sulle labbra, che tramutò appena i suoi occhi incontrarono i miei, cercai di apparire come sempre, sicuro di me. Come se non fosse accaduto nulla.

Arrivammo davanti alla porta, Diego era ancora sorpreso - ciao Diego- disse Marghe sorridendogli e smorzando il silenzio che si era creato per una frazione di secondo - ciao Marghe, come stai? - domandò abbracciandola calorosamente.
-tutto bene?- chiese e il moro annuì sorridendo - ciao Diego- dissi allungandogli la mano, lui sorrise - ciao Fabio- rispose compiaciuto.

-Diego! Falla entrate! - disse Martina, mentre la sua voce si faceva sempre più vicina, il nodo alla gola si presentò ancora più forte di prima. Non la prenderà bene.

Non mi stupisce.

Diego aprì di più la porta, per far sì che potesse esserci anche Martina, era sorridente, era da molto che non vedevo il suo sorriso - ciao mamma- disse la ragazza abbrscciabdola.

Mamma?

Giro il capo, lentamente, per poi spalancare gli occhi. Si ricompose subito - ciao Fabio- disse

Fabio...

-amore, ne abbiamo parlato - le disse dolcemente Diego - no, no, ha ragione. - lo fermai, Diego mi guardò stupito assieme a Martina - mamma, ma per caso ha smesso di fumare le canne? - chiese alla mora - mi spiace ma se ti interessa ne ho fumata una ieri sera- le sorrisi, lei mi guardò divertita. Era una strana sensazione.

-entrate- disse Diego facendoci spazio.
Entrammo in casa, era ben arredata, certo era qualcosa di semplice ma che, per i gusti di entrambi poteva soddisfare.
-quindi... - disse Martina imbarazzata - come mai siete qua? - chiese -Fabio voleva parlarti- sorrise guardando verso la mia direzione, la guardai male - oh, ehm, si- dissi - in privato, se per te non è un problema... - chiarì -no, va bene- disse alzandosi in piedi e facendomi cenno di seguirla.

Così feci, entrammo in cucina, mi appoggiai a uno dei mobili e la guardai preparare il caffè -scusa se sono scomparso così, sono uno stronzo - dissi - e non solo- rise lei con un tono abbastanza severo, aveva ragione anche in questa situazione.
-ho pensato solo a me e non dovevo, me lo sono ripetuto talmente tante volte in questi due anni che ormai ne ho la nausa- risi leggermente - vorrei poter mettere rimedio, vorrei essere il padre che te, meriti - continuai, appena pronunciai quelle parole Martina si fermò, alzò lo sguardo guardandomi negli occhi intensamente. Le sembrava così strano?

-davvero, Martina, voglio recuperare - dissi nuovamente. - non so come potresti - disse lei distogliendo lo sguardo - ti giuro che verrò spesso, appena posso muovermi dalla Barona, passeremo del tempo assieme, anche con Diego- lei sorrise - saresti davvero disposto? - domandò - sì, mi sono sentito talmente tanto una merda in questi anni... Che mi sembra un miracolo il fatto che tu non mi abbia mandato a fanculo- sorrisi, lei fece la stessa cosa -anche se sono passati due anni, e ho ancora tutti i motivi per farlo, non posso... - sussurrò - perché alla fine, sapevo che sarebbe finita così. In parte me lo sentivo, ma non credevo fossi tornato con tutte queste buone intenzioni - rise - nemmeno io- risposi unendomi alla risata - ci stai quindi? - domandai, lei sorrise - sì papà, ci sto - rispose, mi alzai dal mobile sul quale ero appoggiato e mi avvicinai a lei, l'abbracciai, anche se era inizialmente turbata ricambiò.

Ci staccammo e lei prese le tazzine per poi versarci il caffè - da quando Margherita è tua mamma? - le chiesi - mmh esattamente da quando te ne sei andato, ma immagino che adesso lo stia diventando davvero- disse sorridendomi maliziosamente - smettila va, e portiamo il caffè di la- risposi ridendo e facendole strada mentre lei prendeva il vassoio.

Vendetta|| MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora