Qualche settimana dopo...
-quindi tu nemmeno hai idea di chi possa essere?- chiese Cosimo guardandomi confuso -non so chi sia bro, ma penso che sia Mohamed, non ho altre persone da accusare, il suo amichetto sta sempre dietro di lui, e potrebbe anche essere il mandante per quello che è successo a Vimercate, come cazzo sapeva che era lì?- dissi passandomi una mano fra i capelli ricci -frate devi stare attento, non puoi rischiare, non voglio che ti facciano del male.- disse serio, sorrisi amaramente -se mi capita qualcosa è perché me lo son meritato in parte, o sbaglio? Fatto sta, che non voglio accada qualcosa né a te né a Margherita o a mia figlia e al suo fidanzato, non voglio...- sussurrai l'ultima frase quasi come se fosse una supplica -frate, non accadrà niente, credimi.- disse Cosimo posando una mano sulla mia spalla e fissandomi negli occhi -andrà tutto bene.- sorrise -fidati di me.- continuò.
Lo speravo davvero, speravo di poter vedere altra luce nella mia vita oltre a quel piccolo spiraglio che ha aperto Margherita e la pace con Martina, speravo davvero di poter vivere la mia vita con la persona che amavo, ma tutto ciò mi spaventava, mi ha sempre spaventato. Ancora prima di poter fare qualcosa. Ma ora, con minacce e tutto il resto, non mi sento sicuro, sono diventato una preda facile, e non posso salvarmi, devo fare qualcosa per le persone attorno a me, non avrei permesso che loro perdessero la vita, che gli succedesse qualcosa per qualche mia azione. Ma si sa che nel modo criminale, o comunque quando qualcuno vuole farti davvero male, punta alle persone che tu ami, a cui tieni davvero. E sono le prime cose che crollano, le certezze, le speranze, i progetti tutto. Ti inducono ad autodistruggerti. Ma non faranno così con me, non ci sono riusciti una volta e non lo faranno nemmeno questa volta. Ho promesso di non far male a nessuno, se non a chi lo merita.
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MargheritaLa casa era silenziosa, e quasi mi sembrava irreale tutta quella calma, ma qualcosa sapevo non andava come doveva andare. È come quando tu senti qualcosa, sai che sta per accadere, ma è come se non ti interessasse, come se continuando a rimandare le ansie, le paranoie cambiasse qualcosa.
Ma non è così, non cambia nulla.Forse le cose che mi aspetto non era come pensassi, mi aspettavo le peggior cose, e forse questa volta non è nemmeno così male. Ma in questa situazione, in questo contesto, non sarebbe dovuto accadere. - non è possibile-dissi mentre chiudevo a chiave la porta in legno del bagno, nonostante sapessi che non c'era nessuno. - sarà un mio assurdo pensiero-continuai il monologo solitario mentre dalla mia piccola pochette presi un test di gravidanza che avevo comprato pochi giorni fa. Nonostante sapessi che erano solo mie paranoie, era anche giusto provare. Per sicurezza.
Posai il test sul lavandino e mi allontanai, non ero pronta a guardare, anche se mancava qualche minuto. Iniziai a fantasticare nonostante sapessi che fosse sbagliato, perché se queste fosse soltanto mie paranoie, sarebbe tutto inutile, eppure non riuscivo a smettere di pensa a me e a Fabio, su una qualsiasi spiaggia, con un piccolo bambino che assomiglia un po' a me e un po' a lui. Sorrisi al solo pensiero, sapevo bene che Fabio sarebbe stato un padre ottimo, nonostante il periodo in cui stiamo vivendo. Mi avvicinai lentamente, timorosa di ciò che il test poteva dirmi. Arrivai di fronte a quest'ultimo e lo presi, guardai le linee e sorrisi. Sono incinta.
Uscì dal bagno e mi sedetti sul divano con il test fra le mani, guardando ancora e ancora quelle due linee che segneranno per sempre la nostra vita. Ma ora? Cosa sarebbe accaduto? Fabio l'avrebbe accettato? Ma soprattutto come avrebbe potuto accettare questa cosa, dopo tutto ciò che sta succedendo, come potrebbe prenderla?
In quel preciso istante la porta si aprì, il cuore iniziò a battere più forte, doveva saperlo ora. -amore.- disse dall'entrata con tono molto felice, sorrisi, forse poteva andare bene -ehi.- sorrisi appena lo vidi affacciarsi nella sala. -ehi, cos'è successo?- domandò guardandomi negli occhi, alzai le spalle cercando di essere indifferente -Marghe...- disse avvicinandosi a me, sospirai e con un debole sorriso gli passai il test di gravidanza. Mi guardò confuso, per poi passare lo sguardo sul test, gli diede una rapida occhiata, e quando capì ciò che stava succedendo alzò lo sguardo stupefatto -sei...sei incinta?-disse quasi soffocando le parole, gli sorrisi e annuì -cazzo ma è meraviglioso!- urlò quasi alzandosi in piedi e abbracciandomi -cazzo è stupendo.- disse nuovamente.
Mi guardò nuovamente -c'è qualcosa che non va, vero?- chiese preoccupato -sì, Fabio non so cosa succederà...nel senso, con tutto questo casino, come faccio a stare tranquilla?- domandai -non ti preoccupare.- disse stringendomi fra le sue braccia e lasciando un bacio fra i capelli -andrà tutto bene, non succederà nulla né a te né a me e nemmeno a nostro figlio.- sorrise all'ultima frase -cazzo, mi fa così strano sentirtelo dire.- risposi ridendo -beh...anche a me, onestamente, ma ti ci dovrai abituare.- sorrise posando la mano sul mio ventre e lo accarezzò dolcemente. Tutto andrà bene.