-Cosimo, questo pomeriggio dobbiamo tornare a Milano.- dissi mentre pranzavamo -cosa?- rispose alzando un sopracciglio -devo, ho una visita da fare...- risposi continuando a fissare il mio piatto che, diventava sempre più nauseante per i miei gusti -ah già, dal ginecologo.- disse lui alzando gli occhi -è importante, scoprirò il sesso del bambino.- gli sorrisi -potresti accompagnarmi? Se Fabio non esce domani...- proposi cercando un motivo in più per convincerlo -non c'è bisogno che continui a corrompermi, ti ci porto a Milano e ti porto dal tuo amato.- disse ridendo mentre portava alle labbra il bicchiere pieno d'acqua, gli sorrisi e continuammo a mangiare.
-Cosimo, c'è qualcosa che devo sapere?- domandai dopo qualche minuto di silenzio -no, perché?- chiese -perché ieri mi sei sembrato abbastanza...non so...- gesticolai -non ti preoccupare scema, va tutto bene, sta bene e tornerà a rompere i coglioni molto presto.- disse facendomi l'occhiolino, gli sorrisi poco rassicurata. Non mi fidavo delle persone che in questi momenti dicono che tutto va bene, che non c'è nulla di cui bisogna preoccuparsi, a me questa situazione preoccupa, mi preoccupa perché sono lontana da Fabio, lontana da Emiliano e da quel che rimane della mia famiglia, sono lontana da tutto e tutti e ho paura che possa accadere qualcosa proprio in questi momenti. Ho paura per mio figlio e per ciò che sarà.
-non iniziare a farti questioni mentali, e soprattutto non fasciarti la testa prima di romperla, che a Milano non ti ci porto.- sorrise l'altro notando il mio sguardo assente -come prego?- alzai un sopracciglio -vedo che ci vuole poco per istigarti.- rise -non mi stai istigando.- sbuffai -ah no?- continuò divertito -la smetti?- il mio telefono iniziò a squillare, lessi il nome di mio fratello sullo schermo e lo afferrai velocemente schiacciando sul tasto verde.
-Emi?- risposi sentendo un qualche istante il cuore a mille -no, sto bene, sono con Cosimo, è successo un casino l'altra notte...e non abbiamo avuto tante scelte.- continuai mentre quello agitato in questo momento mi sembrava proprio lui -Emiliano, mi puoi dire cosa ti prende?- dissi mentre lo sentivo parlare a raffica e fare domande -cosa c'è scritto?- chiesi dopo aver appreso la notizia di un bigliettino posto nei bordi della porta d'ingresso -uno straccio sporco?- chiesi confusa -no, Fabio non ha detto nulla a riguardo...non lo so adesso chiedo, ti chiamo dopo.- risposi attaccando il cellulare e fissando il guercio -hanno attaccato un bigliettino fuori dalla porta, dicendo che praticamente la "corsa" è conclusa, che cazzo significa?- domandai innervosita -che cosa c'era sullo straccio?- domandò Cosimo ignorando la mia domanda, che alla fine aveva già una sua risposta. Siamo arrivati alla resa dei conti. -sangue.- risposi, Cosimo si alzò -dove vai?- chiesi mentre si dirigeva verso la porta d'ingresso -torno a Milano, è grave.- disse aprendo la porta -vengo con te.- risposi guardandolo -Marghe...- disse cercando di convincermi -non siamo al sicuro da nessuna parte.- alzai le spalle, lui rimase in silenzio e uscì lasciando la porta aperta, afferrai le poche cose essenziali e lo seguì, salendo in macchina e partendo nuovamente per Milano.
Che succederà?
