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-cazzo ma hai sentito quello che è successo in discoteca? Quel... Quel tossico, si, non so se ti ricordi. Insomma, lo hanno trovato morto. Ha sbattuto la testa contro il lavandino - ridacchiò leggermente Cosimo, portando alle labbra la sigaretta.
Annuì.

Lo sapevo. Eccome se lo sapevo.

-cos'hai? - chiese notando le mie espressioni completamente assorte, alzai le spalle - Fabio...- disse serio, cercando il mio sguardo. Portai gli occhi al cielo - che vuoi sapere? -chiesi - c'entri qualcosa?- chiese alzando un sopracciglio.

Rimasi in silenzio, senza sapere se dovergli dare una risposta positiva o negativa, dire la verità come ho sempre fatto o proteggermi e mentire. Mentire a mio fratello, il mio unico vero amico.
Ne sarebbe valsa la pena? Se si veniva a sapere su chi avrei potuto contare se non su di lui?

La mia coscienza non mi tormentava, anzi.
-sono stato io, in parte- dissi - cosa? - disse sorpreso - l'ho colpito, tanto da fargli perdere l'equilibrio e farlo sbattere contro il lavandino. Cosimo, sento la sua voce. Lei è qua, lei sa chi sono. Mi aiuta -confessai. Il mio amico mi guardo confuso e quasi spaventato. - non prendermi per pazzo, ti giuro che è così - dissi, sperando solo che mi credesse - Fabio, stai andando in depressione? - chiese, scossi la testa, era già da qualche mese che ne ero nuovamente uscito. La mia bipolarità non c'entra in quel momento.

-è tutto sottocontrollo Cosimo, non sono depresso. Fidati di Me- dissi, lui annuì anche se mi sembrava poco convinto - Fabio, smettila con questa cosa. Non ha senso, ti rovini - disse riferendosi alla mia vendetta.

Ero tornato proprio per questo.
-non ci penso proprio - dissi - sono tornato per questo, voglio solo che la giustizia arriva dove quella di questo maledetto Paese non arriva. Voglio solo che chi sa parli, che chi ha toccato l'unica persona che mi ha davvero dato tutto, venga vendicata. Tu al posto mio, che avresti fatto? - chiesi, lui rimase in silenzio.

Avrebbe fatto la stessa cosa, se non di peggio.
-frate, io ti voglio bene, e tu lo sai meglio di me. Ma non posso permettere di stare qua, fermo a vedere te che sporchi la tua fedina penale. Ti rendi conto che hai ammazzato una persona?-disse alzando un sopracciglio che evidenziava il suo occhio guercio, sbuffai. Non mi interessava, preferivo andare in prigione per questa cosa. Piuttosto che sapere che quelle merde sono ancora in giro, senza pagarne le conseguenze.

-cazzo, sono anche passati due anni!- continuò - hai presente di quanto tempo sia? Tu ora torni, ora ti viene in mente, ora vuoi la giustizia. Beh, non funziona così. - disse - stai zitto! - urlai scattando in piedi sotto il suo sguardo indifferente.
-so bene quanto tempo sia passato, so che forse è tardi. Ma tu sai come ho passato questi anni? Lo sai? No, perché non mi sono fatto vivo. Perché il dolore era il mio, perché la tipa era la mia. Sei mio fratello Cosimo, e non ti ho mai trascinare in questa merda. E nemmeno te lo sto chiedendo. Ma ti prego, lasciami fare.- risposi

Cosimo rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sulle sue Nike, senza sapere esattamente cosa dire. Il suo discorso aveva senso, aveva ragione. Ma i sensi di colpa che avevano consumato ogni angolo del mio corpo, avevano avuto la meglio. Non ho potuto difenderla quando avrei dovuto, e qualcosa dovevo fare, dovevo porre rimedio ad uno degli errori più grande che abbia mai fatto.

-Fabio, hai messo in mezzo anche Margherita, ha i suoi problemi, sta male quella ragazza. - disse, risi leggermente, come se non lo sapessi - lo so, è stata lei a chiederlo, io non le ho detto nulla. Capisci? Fatto sta, che lei non sa niente e non voglio che si sporchi anche lei, mi è sempre stata accanto. Nonostante tutto... - dissi distogliendo lo sguardo dal mio migliore amico.

Lo sapevo, perché non l'hai detto prima?
Ti sei offesa?
Ne sono felice.

-ti piace? - chiese, riposizionai lo sguardo su di lui -cosa? - chiesi - Margherita, ti piace? - disse nuovamente - no- risposi - per quanto sia una bella ragazza, per quanto sia simpatica e abbia anche comunque le qualità che ogni uomo possa cercare, non mi piace. O almeno, in questo momento non voglio relazioni--dissi, Cosimo rise - che ridi? - chiesi - rido di te. Dicevi così anche di Athena, e chissà perché poi ti ci sei messo assieme. Non faresti nulla di male, sai? E in parte, penso che anche tu piaccia a lei. - disse, scossi la testa sorridendo -non penso- dissi portando alle labbra una sigaretta, l'altro alzò le spalle, sorridendo.

Era tornato il momento di amare nuovamente? Ero davvero già pronto per dedicare la mia testa e il mio cuore per una persona? Avevo quasi paura, era tutto così insolito ora. Dovevo andarci piano, ora la testa sta altrove, non posso fare del male anche ad altra gente.

Se davvero le piacevo, poteva anche farmi capire, oppure ero così cieco da non aver colto i suoi segnali? Potrebbe essere, o forse l'amore che provo per Alhena era ancora così presente, da non farmi vedere niente?

Vendetta|| MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora