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Il clima da teso era diventato anche abbastanza, tranquillo e piacevole. Si parlava senza alcun tipo di problema, ma io volevo sapere. Sentivo il bisogno di capire ciò che era successo a Margherita l'altra sera, volevo capire cosa l'avesse spinta a correre verso casa mia alle tre di notte con la febbre.

C'era qualcosa che non mi tornava, qualcosa che lei non voleva dirmi, ma il motivo non riuscivo a capirlo, e avevo bisogno di qualcuno che lo facesse al posto mio. Martina forse, poteva farlo, lei che aveva più confidenza poteva riuscire a farmi capire il motivo. Ciò che lei diceva, ero molto preoccupato.
-Martina, per favore, posso chiederti una cosa?- approfittai della situazione appena lei si allontanò - dimmi- rispose guardandomi negli occhi - vorrei che tu parlassi con Margherita, l'altra sera è arrivata a casa. Era sudata, impaurita, urlava dicendo cose come "è qui, mi voleva prendere, Athena mi ha detto di scappare" vorrei saperlo perché ha detto di averlo sognato- dissi, lui serrò le labbra e annuì alzandosi, mentre dalla porta del bagno si sentì lo scatto metallico della serratura.

Restai solo con Diego, nell'aria si sentiva un leggero imbarazzo da parte del moro di fronte a me. Mi morsi il labbro, dovevo dirgli qualcosa. Non abbiamo parlato per tutto questo tempo, dovrei almeno dirgli "grazie" per quello che ha fatto e sta facendo per mia figlia. - Diego- lo richiamai - dimmi, Fabio- disse - volevo dirti grazie, per ciò che hai fatto con Martina. La vedo più, tranquilla, non so come tu abbia fatto - risi leggermente - ma davvero, lo apprezzo- lui si mise a sedere composto, senza sapere cosa dire. Non era da me ringraziare qualcuno, ma in questo caso, lui se lo merita.

-è la mia ragazza, non potevo fare altro- sorrise -cioè, lei è rimasta la stessa di due anni fa- continuò -lo vedo, ha lo stesso carattere. Ma fidati Diego, lei è felice, lo vedo- risposi rendendolo ancora più felice di quanto non lo fosse già prima.

Avevo sbagliato a giudicare Diego, era tutto il contrario di quanto pensassi. Quante cose potevano cambiare nel giro di così poco?

Margherita

Appena uscì dalla porta del bagno vidi Martina, i suoi occhi sembravano più chiari del solito per via della luce che filtrava dalla finestra, mi piaceva guardali in quel momento. Erano davvero belli.

-mamma, senti, dobbiamo parlare- disse indicandomi la cucina, la guardai confusa cos'altro era successo? Senza rispondere la seguì, volevo capire di cosa volesse parlare. - mamma, senti, papà mi ha detto che è successo qualcosa pochi giorni fa- iniziò il discorso giocherellando con le mani - oh si, ho avuto un po' di febbre, ma niente di che- alzai le spalle - niente di che? - rispose ironica alzando un sopracciglio - papà ha detto che hai sognato qualcosa - disse - me lo dici? - domandò mostrandosi preoccupata, le sorrisi cercando di rassicurarla. Da quando in qua a qualcuno importa dei miei sogni? -non è niente Martina, i soliti incubi che si fanno quando una persona è malata.- risposi alzando le spalle e facendo per andarmene -cosa ti ha detto Athena? Posso saperlo?- domandò, a quel nome mi fermai sulla porta, come faceva a saperlo? Mi girai lentamente -come fai a saperlo?- le domandai -me lo ha detto Fabio, è parecchio preoccupato.- disse, rimasi in silenzio e mi morsi il labbro inferiore -Marti...- sussurrai rientrando nella stanza e rimettendomi davanti a lei -non era esattamente un sogno, era un dormi-veglia.- le dissi sentendo una stretta allo stomaco anche solo al pensiero di raccontare ciò, che avevo visto quella sera. Martina mi ascoltava in silenzio. -il volto di Athena mi è comparso davanti agli occhi, urlandomi di dovermi alzare, di dover scappare.- dissi sospirando, mi appoggiai al mobile della cucina appellandomi alle mie forze per non piangere, non sapevo cosa stesse guidando i miei sentimenti in quel momento, ma sapevo che non mi avrebbero portato da nessuna parte. -ma pensavo fosse solo frutto della mia fantasia, come ogni altra volta che è successo..- dissi -mamma, non è niente frutto della tua fantasia. Lo sappiamo entrambe.- disse fissandomi, annuì.

Vendetta|| MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora