Dopo la discussione avuta con Cosimo era come se ogni mio senso fosse stato anestatizzato. Non sentivo più niente se non pentimento, ero uno stronzo. Stavo mischiando dentro questa storia anche persone che non dovevano.
Stavo male, e non sapevo come risolvere la cosa. Mi odiavo. Mi odiavo per aver ascoltato il mio istinto, soprattutto i miei sensi di colpa, che mi hanno macellato per anni. Mi stringevano lo stomaco, mi facevano versare tutte quelle lacrime, che in quarant'anni di vita non mi è mai successo. Non mi riconoscevo più, avevo quasi paura di me stesso.
E tutt'ora ho paura di me stesso, non sapevo se stavo facendo davvero la cosa giusta, non ne ero più sicuro, non sapevo più cosa fare. Non volevo scappare, infondo la Barona è casa mia, non potevo abbandonarla per quei stronzi che hanno commesso il crimine più osceno che abbia mai visto in vita mia.Odiavo la vita di strada, tutta quella violenza, il vivere con la morte sempre sul collo. Non faceva per me, non ha mai fatto per me. Ma non lo capivo, da ragazzini si ammirano queste cose, si pensa che siano una figata. Ma non lo sono, la vita di strada è una merda. Se non ci sai vivere, o meglio, sopravvivere quella vita non fa per niente per te. Ed è proprio quello che ho scelto io, se non avessi fatto rap, avrei fatto la fine di quasi tutti i miei amici, chi è morto sparato, chi è dietro a delle sbarre e chissà quando esce. È una vita del cazzo, orari disumani, paranoie continue, perché avrei dovuto vivere una vita che non faceva per me? Non volevo questo, volevo solo qualcosa che mi facesse sentire meglio di quei polli del centro.
Nel mio stesso quartiere non era mai successa una cosa del genere, Athena aveva paura di questo posto. Mi faceva sorridere, era una paura così stupida, ma giustificata. Aveva paura di quei mostri che la stavano perseguitando sotto al mio naso, era assurdo.
Sono stato davvero un'idiota, dovevo crederle, ma non ho mai nemmeno pensato che le persone di cui mi fidavo ciecamente avessero potuto farmi questo. Non me lo aspettavo da gente che mi ha visto crescere, con cui sono cresciuto assieme.-è tutto una merda- dissi ad alta voce gettandomi sul divano per l'ennesima volta da quella mattina.
Perché non me ne andavo? Perché non dimenticavo tutto, ricominciare da capo. Amare di nuovo, essere davvero felice. Recuperare ciò che avrei potuto recuperare con mia figlia.Martina.
Sorrisi al pensiero di quella ragazza, fin sa bambina mi ha sempre fatto disperare. Le volevo bene, anche se lei pensava fosse il contrario. Era una delle ragazze più forti che abbia mai visto, lei pensava di essere il contrario, ma nemmeno immaginava quanta ammirazione provavo nei suoi confronti. Soprattutto per avermi sopportato, ero e sono davvero un coglione.
Ora lei è a Genova. Dal fidanzato. Sono grato a Diego, sta salvando la mia bambina da quel che sto diventando, mi pentivo di tutto il tempo perso. Quando avrei potuto essere un padre, infondo non era quello che ho sempre sognato? Ho sempre voluto un figlio, ma non capivo quei miei comportamenti con Martina.
Mi spiaceva, e avrei tanto voluto dirglielo.-dovrei andare da lei... - sussurrai chiudendo gli occhi annoiato.
Sì, dovresti.
Spalancai gli occhi, era qua e stava sententendo tutti i miei discorsi.Se c'è una cosa che però nella mia vita mi ha sempre terrorizzato, era appunto l'amore.
Perché ti prende, arriva e basta. Non possiamo farne nulla, Athena doveva essere un'altra come tante, ma non so cosa successe quella sera. Ma mi aveva preso il cuore, definitivamente.
Iniziavo a pensare a lei, come se non ci fosse un domani. Finché infine non mi decisi a parlarle ed a uscirci assieme.Perché non ci riprovi?
Me lo chiedo spesso anche io amore mio, ma non riesco, a pensare anche solo a qualcun'altra che possa prendere il tuo posto, mi sembra di sbagliare.
Hai diritto ad una nuova vita.
Forse, sì, hai ragione.
Ma non posso farlo adesso. Non ho tempo.Esci con, tu sai chi, mi farebbe piacere e vedo che ti piace.
Scossi la testa, sto iniziando davvero a stare male. Non posso essermi innamorato dalla migliore amica della mia fidanzata.
Non potevo.