Suonò il citofono, mi alzai dal divano e annoiato andai a rispondere -chi è? - domandai - oh apri- disse Cosimo, riattaccai e aprì il cancello elettrico dell'entrata e anche la porta, per poi tornarmi a sedere sul divano. Aspettavo cosimo già da questa mattina, ancora prima che se ne andasse Margherita. Ero convinto che ci avrebbe visto assieme, facendosi chissà quante fantasie. Che per quanto mi sarebbe piaciuto, non sarebbero mai accadute.
-minchia fra, ma dov'eri finito ieri sera? - domandò Cosimo buttandosi a peso morto affianco a me - hai chiuso la porta? - domandai cambiando canale - si, l'ho fatto. Ma tu non sviare il discorso - disse, gli sorrisi - hai trovato una tipa? - domandò sorpreso, scossi la testa e ritornai serio - cos'è successo? - domandò sedendosi composto preoccupato.
-Margherita era andata fuori, ma qualcosa mi ha detto che dovevo raggiungerla, sentivo che qualcosa non andava - dissi, lui mi guardò confuso, nessuno avrebbe potuto immaginare a ciò che era successo. - appena sono uscito ho sentito un urlo che veniva da dietro al locale, e appena sono andato li ho visto un figlio di puttana che cercava di violentarla-continuai - cazzo... Se lo viene a sapere Emiliano è la fine - disse Cosimo preoccupato, annuì - non so se è una fortuna il fatto che abita non molto distante da qua-dissi - abita alla Barona? - domandò confuso, alzai le spalle potevo mai sapere io quando si era trasferita?-e quindi siete andati via? - domandò e annui semplicemente, non volevo allarmarlo, anche perché sentire che una persona ha ascoltato la voce della propria fidanzata che lo avvertiva di qualche pericolo non era la cosa che tutti desideravano, lo avrei tenuto per me. Mi avrebbero preso per pazzo, e questa era l'ultima cosa che volevo.
Sei esagerato.
Scossi la testa, esagerato. Come no.
-fra, non hai mica intenzione di cercare quel tipo- disse Cosimo guardandomi sincero negli occhi, perché avrei dovuto cercarlo? - non capisco perché dovrei... - dissi - beh sai... - disse Cosimo iniziando a gesticolare, iniziai a ridere - ma secondo te potevo mai portarla a letto? Dopo tutto quello che le era successo? Tu stai male- dissi alzandomi in piedi e prendendo una sigaretta - quindi nulla? Buco nell'acqua? - domandò quasi deluso -sì Cosimo, esattamente, ci siamo solo baciati-dissi - tu che baci qualcuna e basta? Questa lontananza di due anni ti ha fatto male- rise, scossi la testa -non voglio rovinare la sua vita, e specialmente, non voglio fare tutto di fretta, lo sai... - dissi sbuffando il fumo bianco, Cosimo annui - capisco, dopo ciò che è successo, forse e dico, forse lo farei anche io. - sorrise ridendo leggermente, sorrisi e gli allungai una sigaretta - mi sembra ancora tutto così assurdo, stanno succedendo tante di quelle cose- dissi sbuffando e risedendomi sul divano e facendo gli ultimi tiri - beh... Hai dato una bella scossa alla tua vita fra, ti stai anche aprendo con il mondo femminile, nuovamente. Ed è già un passo avanti - disse Cosimo - e chi ti dice che io in questi due anni non lo abbia fatto? - domandai ironico - perché tu, piccolo depresso, non ne saresti stato capace - rise, annui d'accordo.Mi conosceva troppo bene, non sarei mai riuscito. Almeno fino ad ora.
-ora, l'unica cosa che ti rimane da fare è abbandonare sta stronzata che stai facendo. Ci sono già andati di mezzo due persone, le cose peggioreranno, lo sai? - domandò retorico - lo so. Ed è giusto così, per questo non voglio che succeda niente a nessuno- chiarì - Fabio stai mettendo da parte tutta la tua vita... - disse appena - lo so, ma sento di doverlo fare, sono in debito con lei. Non le ho mai creduto, e non è giusto. Ci ha rimesso per una cosa che avrei potuto evitarle, avrei potuto portala via, ma sono un coglione. E visto che la giustizia Italiana, è una merda, perché fondamentalmente è così, è l'unica cosa che posso fare. - dissi, Cosimo rimase in silenzio - non cosa dirti, io ti sto avvisando- disse spegnendo la sigaretta - e ti ringrazio, ma non puoi fare nient'altro e nemmeno voglio che tu lo faccia.- risposi - come vuoi... - disse e prese il cellulare - vieni a mangiare qualcosa con me? - domandò - ci sta, dove andiamo? - chiesi alzandomi in piedi e prendendo il cellulare - hanno aperto un negozio di sushi al centro, andiamo lì? - domandò - andata- risposi andando verso l'uscita e prendendo il giubbotto.
Le parole di Cosimo mi rimasero impresse, ammetto che aveva ragione, stavo trascurando metà della mia vita per questa cosa, stavo trascurando i rapporti con le persone, ma finché avevo quelli che erano i miei fratelli mi bastava, non volevo nessun altro. Loro erano la mia famiglia, l'unica cosa che mi era rimasta in questo quartiere.