-Dio Fabio, ma ci pensi? Stiamo andando a vedere nostro figlio.- sorrise la mora intrecciando le sue dita alle mie, le sorrisi lievemente. Quella giornata aveva qualcosa di strano, qualcosa che nemmeno io stesso riuscivo a spiegarmi. -che ti prende?- domandò fermandosi davanti alla porta dello studio. Sospirai -nulla.- dissi cercando di risultarle normale, come se nulla fosse successo, ma io sapevo che qualcosa stava accedendo, qualcosa attorno a noi, e non sarebbe nulla di buono.
-entriamo, dopo ne riparliamo, va bene?- le sorrisi senza aspettare una sua risposta entrammo. All'interno c'erano diverse donne, alcune sole, alcune accompagnate con altri bambini e altre donne sole che ammiravano i figli delle altre divertirsi con quei pochi giochi a loro disponibili. -che belli...- sussurrò la mia ragazza appena ci sedemmo su due sedie di plastica vuote, le sorrisi accarezzando la pelle morbida della sua mano -pensa che tra poco ne avremo uno anche noi.- dissi, e forse proprio in quel momento ne divenni cosciente, stavo per diventare padre con dietro una stronzata più grande di me. Doveva finire tutto subito.
Presi il cellulare, e decisi di scrivere a Cosimo, se c'era qualcuno che poteva aiutarmi era lui, aveva i contatti giusti, avrebbero svolto il lavoro al mio posto, io avevo combinato anche troppi casini. -dovremmo dirlo a Martina, Cosimo ed Emiliano, ancora non lo sanno.- sorrise dolcemente -una cosa alla volta amore, non c'è fretta, no?- dissi sorridendole -mh si hai ragione, ma è che voglio che lo sappiano tutti.- disse eccitata, scossi la testa per quel suo comportamento così infantile, ma anche questo lato di lei mi faceva impazzire, era assurdo come "l'amore" o qualunque cosa fosse, potesse distorcere la visione di una persona, facendola risultare giusta anche se quest'ultima assume comportamenti infantili o scemi, ma probabilmente anche lei pensa questo di me. Con tutto quello che sto combinando.
-Tarducci.- disse una donna affacciandosi dalla porta dello studio, la mora si alzò seguita da me ed entrammo. -buongiorno.- disse la donna di prima, sistemando i lunghi capelli neri dietro le spalle -quindi...questa è la sua prima visita?- domandò scrivendo alcuni dati al computer -sì.- rispose la mia fidanzata sorridendole, lei ricambiò dolcemente e raccolse altre informazioni, a cui io onestamente non avrei saputo rispondere. Ma infondo io lì nemmeno sarei dovuto esserci, avrei preferito aspettare fuori ed entrare solo per vedere mio figlio, ma a quanto pare avrei solo fatto una pessima figura. -bene, sdraiati pure su quel lettino, mettiti a tuo agio.- sorrise la donna alzandosi, ci alzammo anche noi. Lei si stese sul lettino e scoprì il ventre per il momento ancora piatto, la donna sistemò un pezzo di carta sul basso ventre per evitare di sporcare e passò un gel, successivamente un macchinario. -ecco qua.- disse indicando una piccola macchiolina -questo è il vostro bimbo.- sorrise -ovviamente questo è soltanto l'inizio, siccome sei a poche settimane.- chiarì la donna, come se la gente non lo sapesse per sentito dire. -un secondo che attivo l'audio e vediamo come sta il cuoricino.- sorrise per poi spingere un pulsante. Margherita strinse la mia mano, si stava emozionando i suoi occhi diventarono lucidi appena sentì il battito velocizzato della piccola creatura che aveva in grembo. Le sorrisi emozionato anche io, sembrava quasi assurdo, non avrei mai pensato di poter sentire una cosa del genere. -direi che sta molto bene.- rispose spegnendo il macchinario e passando un altro pezzo di carta per farla pulire -fortunatamente.- commentò la mia fidanzata, gettando nel cestino la carta sporca.
-ho già fissato la prossima visita, trovate tutto scritto nelle carte che vi do adesso.- disse sedendosi nuovamente dietro la scrivania, poco dopo iniziò a compilare e a firmare quelle carte che aveva stampato, pinzando sopra di esse l'ecografia. -ecco a voi.- sorrise per poi darcele, lei sorrise e le afferrò la salutammo ed uscimmo da quello studio -Dio è stupendo.- disse la ragazza appena uscimmo. -già, davvero.- dissi stringendola a me.
Arrivammo alla mia macchina l'aprì e la mora entrò immediatamente dentro. Ma prima che potessi farlo io, una voce mi paralizzò, non avrei mai immaginato di poterlo trovare in questo momento, e soprattutto in questa zona. -che vuoi?- domandai girandomi verso lo straniero che fino a quel momento avevo cercato quasi con affanno, eppure non ero riuscito a trovarlo, chissà dove cazzo si era infilato. -mi hanno riferito che mi stavi cercando, e di certo non per buone intenzioni. Guardando com'è finita l'ultima volta.- disse avvicinandosi a me infilando le mani nelle tasche della tuta tarocca. -anche se fosse?- domandai alzando un sopracciglio -se volessi ucciderti, come tu pensi, lo avrei già fatto appena mi hai chiamato. No?- dissi cercando di essere credibile, non potevo lasciarmelo sfuggire di nuovo -sarà.- alzò le spalle -ma se fossi in te starei attento, a chi e a ciò che dici, se non vuoi che anche questa puttanella non venga stuprata.- disse ridendo, portai una mano sulla sua gola, stringendo, non doveva parlare di lei -prova anche solo a toccarla, e ti giuro che ti ammazzo, non sai nemmeno te cosa potrà aspettarti.- dissi guardandolo negli occhi, lui sembrava spaventato, ma era come se desiderasse quello. -avanti Fabio, metti una fine a tutto.- disse incitandomi a ucciderlo, scossi la testa -no, non così, non lo farò, non sono stupido.- dissi togliendo la mano dal suo collo e allontanandomi scuotendo la testa e sorridendo soddisfatto. -quello che deve stare attento sei te Mohamed, sta attendo.- dissi per poi entrare in auto.
Lei era in silenzio con gli occhi fissi sulle carte. -Fabio...- disse -chi era? E perché lo volevi uccidere?- domandò.
Lei non sapeva chi avesse uccido Athena, e non lo avrebbe mai saputo, sta già vivendo un momento particolare che nemmeno lei stessa riesce a gestire, non voglio aggravare la situazione -nulla che ti interessi Marghe, davvero.- risposi -no Fabio, tu mi stai dicendo un sacco di stronzate. Dimmi la verità, basta bugie.- disse stanca.