1•capitolo -Ritorno a casa-

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Siria

Sono atterrata da qualche minuto all'aeroporto di capodichino. Sono tornata a Napoli per le vacanze di natale, e ho pensato tanto in queste settimane a quando tutto ciò sarebbe accaduto. Ed è chiaro il motivo: Marco.

Sono felice di rivedere tutti i miei amici, soprattutto la mia famiglia e la mia migliore amica Samantha che non vedo dal giorno del suo matrimonio soltanto un anno fa.

Sono stata tanta assorbita dal lavoro, da non aver neppure pensato inizialmente a quando sarei tornata; tutto è precipitato solo qualche settimana fa quando Samantha mi ha chiamata e mi ha detto che stava organizzando una rimpatriata tra amici. Ha anche assicurato che non avrebbe detto nulla ai ragazzi del mio ritorno, voleva fosse una sorpresa. Peccato che, da quel momento, il mio pensiero è stato risucchiato da Marco. Ho pensato a cosa succederà non appena ci rivedremo. Se si è già rifatto una vita, se è felice e, soprattutto, quale sarà la sua reazione nel vedermi dopo quello che è successo l'ultima volta al matrimonio.

Saluto i miei genitori, li abbraccio. Loro sono quelli che più mi sono mancati, anche perché non sono riuscita a sentirli ogni giorno. Mio padre è comprensivo, sa quanto sia importante il lavoro. Mia madre è risentita per questo mio atteggiamento, vorrebbe solo che la smettessi di lavorare tanto e mi concentrassi sulla mia vita privata. Sa che, dopo Marco, nessuno è più entrato nella mia vita. I miei genitori adoravano quel ragazzo – beh, lo adorano ancora – ci sono rimasti male quando hanno saputo della nostra rottura, tuttavia vorrebbero e quindi gli piacerebbe che trovassi qualcuno in grado di farmi tornare il sorriso. O per lo meno, è mia madre a voler questo, per mio padre non sono affari suoi.

Rientrati in casa, annuso l'odore familiare e mi sento davvero serena in quest'istante. Sto bene a Milano, mi sono abituata nonostante il freddo. Anche se ormai è quella casa mia questa è la mia terra e mi manca alcune volte.

Vado in camera mia, lì dove mi assalgono i milioni di ricordi passati in questa città. Ci sono foto dappertutto a rammentarmi ogni momento. Quelle con Sam, mentre ridiamo e scherziamo tra i banchi di scuola. Una con lei e quello che ormai è suo marito. E poi ci sono quelle con Marco, sono quasi tutte con lui. Anche quando sono tornata per il matrimonio della mia amica, non sono riuscita a staccarle dalla parete. È come se una parte di me ancora non l'accettasse il suo abbandono. Eppure, in questi due anni, sono andata avanti. Ammetto che ci sono stati giorni in cui ho pensato davvero di averlo rimosso, non so se lo amo più, ma sono molto legata a quello che siamo stati. Ecco perché, un po' mi fa male vedere le sue foto sorridenti vicino a me, sembrava davvero mi amasse.

Il nostro ultimo addio mi ha straziata. Abbiamo fatto sesso a quel matrimonio, una parte di me ci aveva sperato che tra noi potesse funzionare ancora, ma Marco è sparito. Mi ha semplicemente augurato buon viaggio il giorno dopo, poi basta. Non ne ho più saputo nulla. Per quanto ne so, potrebbe stare con qualcuna adesso. Per saperlo potrei chiedere a Sam, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo.

A volte l'inconsapevolezza di qualcosa può alleggerire il peso del dolore.

Giusto questa mi manda un messaggio al volo, mi dice di vederci fra dieci minuti in centro.

Prendo la metro, visto il traffico assurdo che c'è a Napoli, non voglio rischiare di restar bloccata.

Arrivo dopo un quarto d'ora e lei è già lì, ad aspettarmi, col sorriso stampato sulle labbra. Ed è questo sorriso che mi fa sentire amata davvero. Perché lei, mi ha sempre amato come fossi davvero sua sorella e quel "sorriso" mi ricorda che non esiste persona migliore che io conosca.

E mi corre incontro, mi stringe e mi stritola davvero quasi fino a soffocarmi.

«Mi sei mancata», esclama un secondo dopo, «davvero tanto»

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora