Another day (Completa)

24•capitolo -La ragazza della cioccolata calda-

Siria

I giorni passano inesorabili.

Sono già passati alcuni mesi da quando Marco mi ha fatto l'ultima piazzata, da quando gli ho permesso di dormire a casa mia, ma soprattutto, da quando ho trovato quei post-it per tutta la casa.
È così assillante il suo pensiero, come se la sua voce mi sussurrasse a ripetizione di perdonarlo e tornare da lui.
Purtroppo non riesco a togliermelo dalla testa e, neanche il fatto che non si sia più appostato sotto casa, mi ha impedito di pensarci in queste settimane di lontananza.
Ho maturato la consapevolezza che io l'ho perdonato, che voglio bene a quel ragazzo; ma purtroppo anche se ci tornassi non potrei più fidarmi di lui. Non è solo per la bugia che mi ha rifilato, per lo più per tutto quello che è successo in questi anni che ci ha portato a divederci e a farci male; starci insieme mi farebbe vivere con la paura di tornare a quel punto.
Lui però, non ha smesso un attimo di cercarmi, di mandarmi messaggi e di provare anche a chiamarmi. Ho risposto ai suoi messaggi, non alle sue chiamate perché quelle sarebbero state troppo da sopportare. Vorrei poter dire che sarebbe meglio non mi cercasse, ma  sarebbe una bugia raccontata a me stessa per cercare di stare meglio. D'altra parte vorrei poter andare avanti con la mia vita, e sentire i suoi audio, la sua voce, non mi aiuta per niente visto l'intensità dei miei sentimenti ancora profondi per lui.

Non è l'unico a cercarmi continuamente, anche Sam mi chiama, cerca di capire come sto, ma sono fredda con lei. Sono ancora arrabbiata per quello che è successo e, sebbene stia cercando di recuperare, per me è difficile tornare a fidarmi.

Quando, per l'ennesima volta nello stesso giorno squilla il telefono, non so nemmeno se controllare chi sia. Poi però do un'occhiata, visto che potrebbero essere questioni di lavoro, sebbene sia il mio giorno libero. Quando vedo il nome di Bernardo, istintivamente le mie labbra si allargano in un sorriso e non ho dubbi sul rispondergli visto quanto mi è stato vicino in queste settimane.
Lui è stato l'unico ad essere sincero con me, sempre. Mi ha confessato quel giorno in macchina quando siamo tornati a casa da Cortina, che lui era a conoscenza della relazione di Marco e che non ha detto nulla solo per non crearmi problemi. Però me l'ha detto e nessuno l'obbligava a farlo.

«Come sta la ragazza della cioccolata calda?» ridacchia, al di là del telefono.

«Ciao, Bernardo. Sto bene, ma mi manca la cioccolata. Da quando non siamo più a Cortina, non hanno lo stesso sapore» sorrido e lo immagino quel sorriso adorabile che si dipinge nel viso ogni volta che gli parlo.

«Allora che ne pensi di scendere di sotto?»

«Sei... sei qui?» chiedo turbata. Subito vado davanti alla finestra e apro le tende, dove vedo la sua macchina nera sotto il mio palazzo e la sua testa alzata nella mia direzione. Sta sorridendo come lo avevo immaginato. «Che... che ci fai qui?»

«Sono venuto a prenderti!» dichiara l'ovvio.

«Vuoi offrirmi un'altra cioccolata? Perché se è così, va bene, ma pago io!» umetto le labbra.

«No, oggi ho un'idea migliore. Ti aspetto di sotto!»

Annuisco come se potesse vedermi, metto giù il telefono e mi precipito in bagno per darmi una sistemata. Non sono una persona molto puntuale e, per quanto mi sforzi di fare presto, passano almeno quaranta minuti da che sono pronta. Mi riguardo allo specchio, sistemo il rossetto, dopodiché scendo di sotto. Bernardo è nello stesso posto dove lo avevo visto prima. È un po' pensieroso, ne approfitto per guardarlo da lontano, con quel maglioncino beige e un jeans scuro. Ha il suo fascino, sembra sempre impeccabile e devo ammettere che ogni volta che lo vedo, penso che sia sempre più bello della volta precedente, è una bellezza che si apprezza col tempo.
Lui forse richiamato dal mio sguardo, si accorge di me e subito allarga le sue labbra in quel sorriso che ho notato riservare solo a me. Mi viene incontro e io lo assecondo avvicinandomi a lui.