30•capitolo -Sei bella come Napoli-

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~E allora sì, abbracciame cchiù forte
Pecchè po' chi se ne fotte
Si tutto 'o tiempo ca è passato è tiempo perzo
O si dimane nun esiste niente cchiù
Abbraccieme stanotte, nun me voglio arricurdà
E tutte 'e vote ca t'aggie sunnate
Ca me scetave ma nun stive 'ccà~
Andrea Sannino.

Siria

Una stupida
Ecco come mi sento dopo aver fatto credere a Marco, volutamente, di essere andato a letto con Bernardo.
Non che gli abbia mentito, non ho esplicitamente detto questo, ma gli ho detto che ha passato la notte da me, il che è vero, ma tra me e lui non è mai successo niente, non più di quel bacio che ci siamo scambiati davanti alla mia porta.

E ora mi sento profondamente in colpa mentre mi accingo a fare andirivieni nell'appartamento dei miei genitori, mentre mia madre si sta lamentando di mio padre, asserendo essere troppo disordinato.
Non che le stia dando molto retta, neppure si è accorta del mio nervosismo, o forse si, ma è così presa da mio padre da non darmi conto.

Prendo un lungo e profondo respiro quando decido di fare una passeggiata, che forse può aiutarmi a lasciare indietro il pensiero di Marco e anche i suoi occhi delusi mentre mi guardavano.
Certo non si può dire che lui si sia comportato meglio, non ci credo tanto al fatto che tra lui e quell'altra, Chiara, non sia accaduto nulla. Ho visto il modo rancoroso in cui lo guardava e anche che gli rinfacciava l'essersene andato da casa sua. Forse è stato proprio questo ad aver innescato il meccanismo sbagliato;
e poi non ho torto quando dico che io e Marco sappiamo solo farci del male.

Passeggio per le vie di Napoli, mi trovo a Posillipo che è il mio posto preferito. Ovviamente ho preso la macchina per raggiungerlo anche perché voglio andare quanto più in alto, per vedere la vista mozzafiato che Napoli ti riserva dalla terrazza di Sant'Antonio e che, anche se ci sono cresciuta e dovrei esserci abituata, è sempre una sorpresa. I colori di Napoli ti riservano sempre quella magia di cui non ti stancheresti mai. Infatti, quando sono lontana dalla mia città, i suoi profumi sembrano essermi appiccicati addosso e i suoi colori li cerco dovunque, sostituiti però dalla nebbia che fa da sfondo al cielo di Milano.

Mi perdo un po' a guardare questa grande città, a pensare a tutte le volte in cui io e Marco, dopo scuola, venivamo qui a chiacchierare. Quanto sono cambiate le cose da allora, visto e considerato che, anche se non stavamo insieme, ero già profondamente legata a lui da qualcosa di indissolubile. E pare non essere cambiato  questo, visto che, dovunque vada e qualsiasi cosa faccia, il suo pensiero è persistente al punto che non c'è modo di scacciarlo via.

«Sapevo di trovarti qui» raddrizzo la schiena e la sua voce pare come un miraggio. Faccio fatica a girarmi, mi si mozza il respiro nel farlo e nel ritrovarmi i suoi occhi verdi, che brillano di luce propria, su di me. Tutto pensavo, tranne che ritrovarmi Marco qui e oggi, davanti a me e forse, per me.

«Marco!» mi scappa un timido sorriso, e mi pare davvero di tornare ad essere quella ragazzina timida e chiusa in sé stessa di qualche anno fa, dove sembrava che il mondo ce l'avesse con me, non riuscivo mai a sentirmi nel posto giusto, tranne quando era lui a parlarmi, quando era lui ad abbracciarmi e a rassicurarmi. Marco non si è mai arreso davanti alla mia timidezza e al mio essere troppo chiusa, anzi, lui ha cercato in ogni modo di entrare nel mio mondo e, una volta che c'è riuscito, non è mai uscito.

«Che ci fai qui?» gli domando, mentre il respiro mi si spezza e la voce ne risente non venendo fuori correttamente.

«Tua madre...» ridacchia, «sono venuto a casa tua ma lei mi ha detto che non c'eri. Ho pensato a dove potessi essere e il primo posto è stato questo!»

Mi mangiucchio il labbro nervosamente e abbasso lo sguardo sulle mie scarpe, mentre mi distruggo le cuticole delle unghie e faccio fatica a tornare a rispecchiarmi nel suo sguardo.

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora