20•capitolo -Aspetta i suoi tempi-

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Marco

La guardo andare via e so che non riuscirò mai a sanare il mio cuore che si spezza sopra le mie mani, sotto le sue.

I suoi occhi fanno un casino tremendo, me lo stanno urlando tutto il suo risentimento, mi stanno chiarendo che io non faccio, né farò più parte della sua vita. E io sono talmente amareggiato da non aver neppure più le forze per reggermi sulle gambe.

La vedo andarsene, con quello che per me è stato il mio più grande timore in questi giorni passati insieme, Bernardo il quale le tiene la valigia e se la porta via da me.

Mi manca il respiro, delle lacrime continuano a scorrere sul mio volto e io sto cercando un modo, una soluzione nella mia testa che mi faccia capire cosa devo fare per impedirglielo.

Ma lei è già andata via e io mi faccio scivolare su uno dei divanetti dell'hotel. Completamente senza emozioni, guardo il soffitto, porto le mani al viso e mi accorgo che le lacrime non ascoltano ragioni e continuano a venir fuori.

Sam mi si siede accanto, o forse lo era già e me ne accorgo solo in questo momento. Mi sta osservando comprensiva, anche se c'è rabbia dentro di lei perché prima che Siria arrivasse insieme a Bernardo, mi ha raccontato che hanno discusso e che ha cacciato anche lei dalla sua vita. So che risolveranno, eppure mi sento in colpa anche verso di lei.

So solo fare casini...

«Che diamine è successo?» è il mio amico Riccardo ad interrompere questo silenzio assordante, ad andare verso sua moglie e a chinarsi in sua direzione. «Ho... ho appena visto Siria andare via con Bernardo!»

Sam annuisce, sembra che anche a lei abbiano rubato la parola, non riesce a farsene una ragione. Solitamente non sta mai in silenzio, oggi sembra non riesca a farne a meno.

«Mi ha... mi ha mollato! Se n'è andata!» trattengo il respiro, e ancora le lacrime vengono giù, con le mani le accarezzo per mandarle via, «mi ha lasciato per sempre!»

«Ha scoperto di Chiara, vero?» lo vedo guardarmi comprensivo Riccardo mentre me lo chiedo, ma anche con disappunto, perché lui mi aveva avvertito con dei messaggi che io ho volutamente ignorato. Ero talmente occupato a cercare di convincerla e riconquistarla, a fare l'amore con lei e ad essere felice, da non preoccuparmi più della menzogna che le avevo detto. Avrei dovuto prevenire, dire la verità, ma non sono stato capace di farlo.

Sam gli racconta gli ultimi avvenimenti. Si guardano con amore mentre parlano, Riccardo un po' si sente in colpa, glielo leggo nello sguardo quanto è dispiaciuto per aver litigato così tanto con sua moglie. E poi, Sam non sa chi è Rossella, o per meglio dire sa di chi si tratta, ma dal messaggio non ha capito che è la stessa persona.
Lui le accarezza una gamba, poi il viso mentre piange nel raccontare a suo marito il modo in cui l'ha trattata Siria. Soffre perché a quella ragazza, alla ragazza che speravo diventasse di nuovo la mia, vuole così bene che darebbe la sua vita per lei. Ma è normale che non l'abbia presa bene il fatto che Sam non le ha raccontato della mia situazione.

«Devo andare da lei!» dico dopo minuti interminabili e mi alzo di scatto col pensiero solo di prendere qualsiasi mezzo mi serva per raggiungerla e parlarle.

Ma Sam non è d'accordo e mi si para davanti per impedirmi il passaggio. Scuote la testa e prende i miei polsi.

«Marco, non puoi andare da lei adesso. Lo sai com'è fatta!» mi ricorda, mentre scuoto la testa perché anche se lo so, non riesco a fare a meno di pensare che l'unica cosa che voglio fare è raggiungerla e convincerla a darmi un'altra possibilità. «Lo so che sei arrabbiato, agitato, che il pensiero di stare fermo non ti fa stare tranquillo. Lo capisco perché anche io non riuscirei a farlo, ma ha bisogno di riflettere e di avere i suoi tempi. Se pure ci andassi adesso, troveresti astio da parte sua e non ti farebbe neanche parlare. Quindi aspetta!» mi supplica, «aspetta i suoi tempi»

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora