39•capitolo -La via meno dolorosa-

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Siria

I miei occhi pian piano si aprono, il sapore della mia bocca è amara, ricordo di aver vomitato tanto ieri sera, e poi mi ricordo lui, Marco, il quale mi è rimasto accanto per tutto il tempo. Con questo ricordo mi viene spontaneo spostare gli occhi nel lato destro del letto – non so neppure come ci sono finita – per cercarlo. Lui non c'è, eppure sono sicura di essere in casa sua, lo capisco perché sul comodino c'è una sveglia del Napoli che è la stessa che gli ho regalato io per uno dei nostri primi anniversari. Mi alzo, anche se ho poche forze, ho proprio esagerato ieri sera. La situazione soprattutto è precipitata quando mi sono ritrovata Marco e quella ragazza davanti a me, non immaginavo che potesse fare così male saperlo con un'altra. Con i piedi nudi tocco il pavimento di questa casa, le mattonelle sono gelide, mi faccio strada alla ricerca del bagno, ma non faccio in tempo a trovarlo che lo vedo, lì su quel divano, rannicchiato su sé stesso senza neanche una coperta a riparlarlo dal freddo. È un sorriso spontaneo e malinconico ciò che mi suscita, rammento nella mia testa momenti preziosi che non riuscirò mai a sradicare completamente. Dimentico pure di dover fare pipì, mi inginocchio e lo guardo. Ha i capelli appiccicati sulla fronte, un viso sofferente, come se qualcosa lo affliggesse e ho paura di esserne io la causa. Nonostante tutto non vorrei mai vederlo soffrire. Mi viene naturale accarezzargli i lineamenti, sospirare bruscamente per questo senso d'impotenza che mi assale e poi, non so come, attaccare la mia fronte alla sua. È così difficile lasciarlo andare, mi sento svuotata tutte le volte che penso che devo lasciarlo al passato, mentre il sentimento è ancora così forte e intenso per lui. Lo accarezzo, imprimo ogni suo lineamento nella mia memoria – non che possa in qualche modo dimenticarlo – lo faccio perché so che quando sarò lontana da lui, potrò rammentare e rivivere ogni cosa. E poi, non so come, mi ritrovo a posare le labbra sulle sue, a sentire anche se non completamente, il suo sapore. Il mio cuore ha quel sussulto in più, è come se mi mormorasse quanto mi faccia sentire viva tutte le volte che gli sono vicina, che il suo solo bacio riesce a risvegliare ogni mio senso.

Dopodiché, prendo una coperta da un box e lo copro, stando attenta a non svegliarlo. Vado in bagno e faccio una doccia, poi decido di tornare a letto perché sento scoppiare la testa, ancora non sono riuscita a togliere tutto l'alcol in circolo.

Ma, quando mi sveglio nuovamente, guardo il telefono e mi rendo conto essere tardi, sto per alzarmi ma davanti a me c'è un vassoio con dentro dei fiocchi di neve, una tazza di latte e un post-it. Il mio sorriso si allarga senza che io possa in alcun modo controllarlo, mi avvicino al vassoio e leggo ciò che c'è scritto: "Buongiorno dormigliona... non volevo svegliarti, immagino non stai ancora bene, in ogni caso ti ho preso qualcosa da mangiare per quando avrai fame. I fiocchi di neve sono ancora i tuoi preferiti, spero! Mi sarebbe piaciuto rimanere, ma devo andare a concludere l'affare che ieri sera è saltato. Buona giornata!"

Il mio cuore lo sento battere più forte, perché è lui, è quell'organo che batte nel petto l'unica cosa sincera, da cui non puoi nasconderti; le parole quelle sì possono mentire, ma al cuore non c'è modo di sentirgli dire falsità, ti mette sempre dinanzi alla verità, sradica tutte le tue incertezze.

Purtroppo non gli dò ascolto da troppo tempo, dunque adesso comincia ad urlare più forte di starlo a sentire, che non devo scappare da tutto quello che sento ancora per Marco. Ma la mia testa, ancora lei, gli fa la guerra, vuole vincere questa battaglia e non farmi piombare ancora tra le braccia di chi mi ha già fatto male.

Mangio i fiocchi di neve, mugolo qualcosa di incomprensibile nel farlo, perché è vero, sono ancora i miei dolci preferiti e il fatto che se ne sia ricordato me li fa apprezzare ancora più del solito. Quando ho bevuto la mia tazza di latte e preparato un caffè, faccio una doccia al volo, mi lavo i denti alla bell'e meglio con un dito e poi prendo le mie cose per andarmene via.

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora