32•capitolo -La ruota panoramica solo se tu sei Ryan Atwood-

1.6K 116 130
                                    

Siria

Finalmente sono riuscita a dire a Marco quello che penso, ovvero che non credo che tutte le colpe della fine del nostro rapporto ce le abbia lui e anche che non sono andata a letto con Bernardo; questo mi premeva dirglielo, non volevo risultare bugiarda, mi sono pentita all'istante di averglielo fatto credere, accecata dal rancore e dalla rabbia di averlo visto con Chiara.
Succede tutte le volte che penso che lui possa amare un'altra, mi si annebbia la mente e si crea un vortice in pieno stomaco, mi pare di essere risucchiata, ed ecco perché ho sbagliato e ho detto cose che non avrei dovuto dire.

Ma è un'altra cosa che non riesco a togliermi dalla testa, è quel suo "ricominciamo" che mi vortica tra i pensieri non riuscendolo a scacciare. Pensavo che tutto si sarebbe rotto da quel momento in poi, che probabilmente avrebbe cercato una scusa per tornare a Napoli, ma così non è stato, anzi, siamo tra la fila di gente che aspetta di poter fare il biglietto per la ruota panoramica. Non credevo che me lo avrebbe proposto e neppure che avrei accettato, ma quando si tratta di noi non so mai prevedere cosa accadrà. È tutto un gran mistero il perché riesce a convincermi a fare cose che solo l'attimo primo avrei giurato di non fare.

«Ehi...» mi pizzica la spalla con la mano, scuotendomi dai miei pensieri e facendomi venire quel brivido che solo il contatto con la sua pelle mi suscita.

Nessun altro, ahimè, riesce a farlo.

«A cosa stai pensando?» domanda, con un sorrisetto furbo ad incorniciargli le labbra carnose.

«A niente...» mento, fingendo che tutto quello che è successo poco prima non mi abbia scosso.

«Ah... e io che pensavo che stessi pensando a me!» ridacchia ancora prendendosi gioco volutamente di me.

«Non sei minimamente tra i miei pensieri, Marco!»  fingo di non interessarmi al suo sguardo, ma invece di prenderla male, lui continua a ridacchiare.

«Dai vieni!» non mi da neppure il tempo di metabolizzare, che mi afferra la mano, stringe le mie dita, le incastra in un modo così perfetto da farmi avere quel sussulto al cuore che mi manda in escandescenza il corpo. Paga i biglietti e prendiamo posto, l'uno di fianco all'altro. I nostri corpi sono troppo vicini, le nostre spalle riescono a toccarsi benché vorrei mettere quanta più distanza tra noi, tutto ciò per non avvertire quello sfarfallio allo stomaco che c'è sempre quando si tratta di lui.

La ruota comincia a muoversi, ma è solo quando arriviamo in alto che mi perdo in una Salerno che sta quasi tramontando, col sole che sta sparendo sul mare e da qui riesco a vederla come se potessi in qualche modo toccarla con le mani. So che i miei occhi stanno brillando. Mentre io mi soffermo su tutto questo non mi sfuggono gli occhi di Marco che invece sono ben piantati su di me, come se fossi io il suo panorama più bello. Il cielo ha assunto delle sfumature diverse che vanno tra il blu e il grigio.

«Lo so, lo so, ho avuto una bella idea» ridacchia ancora, mentre mi ritrovo a girarmi verso di lui e a guardarlo con gli occhi socchiusi in due finissime fessure con solo poco spazio per riuscire ancora a vederlo.

«Non ti prendere tutti i meriti. È solo fortuna!» scrollo le spalle e mi ritrovo a sorridere tra me e me.

E vorrei poter negare anche a me stessa che, qui e oggi, insieme, io mi sento bene come se il tempo non avesse cambiato noi. Come se non ci fossimo distrutti con le parole, con dei gesti che sono riusciti a spezzarci ogni briciolo di cuore. Oggi non conta nulla tutto questo, anche se so che c'è e che quando torneremo alla realtà riaffiorerà tutto.

«E invece tu non ammetterai mai che qualche volta... dico solo qualche volta, ho belle idee!» sfiora la mia mano e io, come d'istinto, la defilo per non permetterglielo. Sarebbe anche troppo! Marco non si fa scalfire da tutto questo, anzi, finge che sia tutto nella norma.

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora