31•capitolo -Potremmo ricominciare?-

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Marco

Non lo so nemmeno io come ho fatto a convincerla, eppure lei è qui, vicino a me e non mi sembra vero.
Ho le mani strette sul volante e il cuore che mi tampona la cassa toracica, spero che non mi scoppi da un momento all'altro. Questo perché sono tremendamente in ansia, ho paura di sbagliare o fare qualcosa che la possa allontanare da me. Non mi ha perdonato, eppure in queste ore è stata qui con me e quindi questo mi da un briciolo di speranza.
Le ho promesso che non avrei fatto nulla per farla tornare da me, di rispettarla, non baciarla. E, su quest'ultimo punto, ho paura che possa non mantenere la promessa visto la voglia continua che ho di lei. Devo riuscire a trattenermi, io che non sono mai stato bravo in questo.
Siria è palesemente agitata, forse più di me, lo vedo dal modo che ha di toccarsi continuamente le braccia, come se si stesse proteggendo dal freddo e dal suo sguardo rivolto al di fuori come se avesse paura di lanciarmi degli sguardi.

Dall'autostrada si riesce a vedere il mare, lo guarda incantata, è sempre stata affascinata e ammaliata da questo; mi è sempre piaciuto guardarla quando ha quel luccichio meravigliato, adoro il modo che ha di guardare il mondo, come se non fosse qualcosa di scontato ma di meraviglioso.

Finalmente, dopo alcune ore, arriviamo a destinazione. Posteggio l'auto proprio davanti alla porta di mia nonna. Scendiamo entrambi e Siria continua a non guardarmi neanche.

«Non so ancora come hai fatto a convincermi!» poi dice per spezzare il ghiaccio e io l'affianco, abbozzando un sorriso e toccando la sua spalla con la mia.

«A dire il vero non lo so neppure io!» ammetto, ridacchiando.

Non abbiamo il tempo di dire altro, che la porta di casa di mia nonna si apre, mostrandomi la sua figura. Viene verso di me, senza un minimo di affaticamento, benché abbia ormai novant'anni non sembra proprio, anzi, pare una giovane piena di vita.

«Guagliò, dovevi essere qua almeno un'ora fa!» esclama, con finto broncio, perché lei mira sempre a farti sentire in colpa quando non le dai attenzione, in questo sembra una bambina che ha sempre bisogno d'affetto.

L'abbraccio, la stringo così forte perché è da tanto che non riuscivo a vederla, impegnato sempre con il lavoro e vista la distanza che c'è tra Napoli e Salerno.

«Come stai, nonna?»

Lei mi ignora totalmente quando intercetta lo sguardo di Siria, le si illuminano gli occhi, visto l'amore sconsiderato che ha sempre avuto per la mia, ormai ex, ragazza.

«Oh, ecco la mia preferita» e va da Siria, abbracciandola. Lei non è una tipa che ama l'effusioni, quindi rimane impalata con le braccia appiccicate alle gambe e fa un sorriso.

Dopodiché entriamo in casa, mia nonna non smette di parlare e la capisco: non ha molto modo di farlo visto che abita da sola, continua a chiedermi cosa ho fatto in questi mesi, se ho mangiato, che le sono arrivate le mozzarelle che le ha spedito mia madre per Natale.

Solo dopo un po', quando mia nonna parla con la sua più cara amica che è anche la sua vicina di casa, ne approfitto per avvicinarmi a Siria e parlarle.

«Ti va di fare un giro sul lungo mare?»

«Tua nonna non se la prenderà?» chiede, grattandosi la nuca. «Siamo appena arrivati!» esclama.

Io le sorrido e scuoto la testa in segno di dissenso. «Non preoccuparti, lei avrà tempo per parlare con me e poi staremo fuori per poco!»

Lei annuisce e usciamo fuori di casa prendendo la macchina per arrivare al lungo mare di Salerno.
È come al solito pieno di gente e dunque siamo costretti ad andare a posteggiare in un parcheggio a pagamento nelle vicinanze.
Io e Siria passeggiamo vicini, perdendoci nel mare blu accanto a noi, o meglio: lei guarda incantata il panorama e io guardo lei che è anche più bella del mare.

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora