23•capitolo -Dannato Marco!-

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Siria

Dannato Marco...
Ma soprattutto, dannata me che non sono capace di non preoccuparmi per lui. E ci ho provato per ben due ore a lasciare stare, a fregarmene se si trovasse sotto la pioggia, senza neanche fare un accenno di movimento. Era come se il mondo non esistesse più per lui, se non fosse capace di andare avanti e per questo rimanesse inchiodato a quell'asfalto, sotto al mio palazzo. Ho pregato che se ne andasse in tutte le lingue, mi sono maledetta mentalmente quando mi sono stesa al letto, con la testa rivolta al soffitto ma il pensiero a lui, di sotto, zuppo d'acqua.
Ci ho davvero provato con tutta me stessa e non so neanche come ho resistito due ore prima di correre da lui, ma poi ho preso l'ombrello e urlato qualche impropero nei suoi confronti, visto che mi stava costringendo ad andare da lui.
Si, forse non avrei dovuto farlo, forse avrei dovuto lasciarlo al suo destino, ma nonostante tutto il male che sento addosso e che non mi vuole lasciare neanche per un secondo quando sento parlare di lui, quando ripenso alle bugie dettemi, io a quel ragazzo voglio bene e non ce la faccio proprio a vederlo ridotto in quel modo.

Dannato Marco, ma anche... dannata me!

«Stenditi sul divano, ti porto qualcosa di caldo. Anzi, se vuoi lì c'è la mia camera, puoi prendere una delle mie felpe extra large e almeno toglierti i vestiti bagnati»

E lui mi guarda, da dietro le sue ciglia scure, con i suoi occhi verdi bloccati su di me. Non ha fatto altro da quando sono scesa, non ha detto una parola, come se la pioggia gli avesse rubato la voce, come se non riuscisse neanche più a parlare, lui che sta in silenzio poche volte nella sua vita e l'ho pregato di non dire altro, ora però vorrei capire cosa gli passa per la mente.
Scuoto la testa stranita e vado a preparargli una tazza di té, quando torno lui ha indossato una mia felpa e tiene le braccia incrociate, ma continua ad osservarmi.

«Bevi!» gliela poggio tra le mani, tocco le sue dita e mi manca il respiro.

«Grazie» finalmente dice, si siede subito dopo sul divano e sorseggia la sua camomilla. Io non so che fare, se raggiungerlo oppure no, ma lo faccio comunque, affiancandolo. Marco sta tremando di freddo, anche di questo dovrei fregarmene ma non ce la faccio e quindi attacco la mia mano alla sua fronte e lo sento scottare. Lui continua a tenere gli occhi inchiodati ai miei, vorrei leggere i suoi pensieri, eppure oggi è difficile anche per me decifrarlo.

«Marco, hai la febbre!» gli sussurro in viso, mentre lui si ritrova ad annuire come se non gliene importasse niente. «Senti, per stasera puoi dormire qui, okay?» me ne pento un attimo dopo della proposta, ma non mi tiro indietro perché non posso permettergli di andarsene in queste condizioni.

«Non devi preoccuparti. Adesso torno... torno in hotel!»

«No, dormi qui, domani ne riparliamo»

Mi alzo dal divano, vado a prendere qualche coperta e poi torno da lui, mi accorgo che si è addormentato con la testa alzata e le labbra dischiuse. Trattengo il respiro, lui mi mette questa agitazione addosso che non riesco a scrollarmi e rammento tutto quello che mi ha fatto!

Mi aveva promesso che non mi avrebbe più fatto soffrire!

Lo affianco e gli avvolgo una coperta per coprirlo, cerco di non svegliarlo e farlo continuare a dormire, gli accarezzo il viso e stringo le labbra, sento un vuoto dentro che non riesco in alcun modo a colmare.

È stata una bella serata, per un attimo Bernardo mi ha fatto dimenticare ogni pensiero riguardante lui, eppure non posso negare che continuavano a venirmi in mente i suoi occhi disperati mentre mi chiedeva di perdonarlo.

Il problema del perdono è che per me deve essere totale.
Il perdono per me è "senza riserve", questo vuol dire che ti prendi una responsabilità nel momento in cui decidi di concederlo.
Non puoi alla prossima lite tornare a rinfacciare il male che ti ha fatto, diventerebbe un rapporto distruttivo per entrambi, l'amore anziché farti stare bene ti ucciderebbe lentamente. Non voglio rovinare anche tutti i momenti felici che abbiamo vissuto, fingendo di potermi lasciare indietro tutto quello che è accaduto in questi giorni.
Il perdono è solo una cosa per me: implica che tu cancelli il rancore e liberi il tuo cuore.
Ma non posso farlo perché, se solo ci ripenso, non riesco più a fidarmi di lui.

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora