Another day (Completa)

26•capitolo -Stringimi più forte-

Siria

Sto sorseggiando il caffè davanti alla finestra, mentre guardo il cielo schiarirsi. È l'alba, ma questa notte non ho dormito molto bene. Anzi, direi proprio che non ho chiuso occhio. Il motivo è sempre lo stesso, Marco, che da che lo conosco è onnipresente nella mia testa.

Dopo quello che è successo tra me e Bernardo, mi sono ripetutamente chiesta se sia giusto continuare questa cosa che sta nascendo tra noi, perché nonostante tutto non penso di essere ancora pronta per lasciarmi andare completamente e, da parte mia, lui si merita tutto l'amore visto la cura e il rispetto che ha sempre usato nei miei confronti. Mentre penso a tutto questo, però, bussano alla porta e mi ritrovo ad andargli incontro coi piedi nudi che si scontrano sul pavimento ghiacciato.

«Chi è?» chiedo.

«Sam... sono Sam»

Mi stordisce sentire la voce della mia amica al di là della mia porta ma, pur essendo arrabbiata con lei, ovviamente le apro. Quella che mi ritrovo davanti è una ragazza spezzata, le lacrime le stanno rigando il viso, è sporca di mascara che sembra averle creato una maschera. Non faccio in tempo a chiedere "cosa è successo" che lei mi viene addosso e mi stringe così forte che quasi mi spezza le ossa. Okay che ancora non abbiamo fatto pace, okay che sono arrabbiata per i suoi comportamenti, ma è chiaro, anche, che il bene supera ogni cosa e vederla così mi angoscia. La stringo, rimango in silenzio ad ascoltare i suoi singhiozzi strozzati;

«stringimi più forte» mi supplica tra le lacrime.

E io lo faccio, l'abbraccio ancora più forte di prima e affondo la testa tra i suoi capelli.
Nemmeno conto più il tempo in cui restiamo in questa posizione, decide lei ad un certo punto di spostarsi e di asciugarsi le lacrime con le mani mentre tiene gli occhi bassi. Non mi ricordo neanche una volta, da che la conosco, di averla vista ridotta in questo stato. Lei che è sempre allegra, che non si lascia abbattere dalle situazioni, che è pronta a rialzarsi anche quando sembra che la vita le si accanisca contro; oggi è diverso, qualcosa è cambiato, non riesce più ad avere le forze per combattere.

«Vieni qui»

L'accompagno in salotto e la faccio sedere.

«Vuoi qualcosa da bere? Una cioccolata, una tisana?»

Scuote la testa e cerca di ridestarsi da questo stato in cui è caduta. Le lacrime continuano a venir giù e anche se vedo che si sta sforzando per fermarle, non ci riesce; vorrei trovare un modo per aiutarla e, soprattutto, vorrei capire perché è ridotta in questo stato. Ma non ho il coraggio di chiederglielo.

L'affianco e la guardo, aspetto che sia lei ad essere pronta per parlarmi, non voglio essere invadente ma anzi vorrei che si sentisse libera di esprimersi solo quando riuscirà a farlo.

«Mi dispiace...» bofonchia. Non riesce neppure a parlare, «non volevo disturbarti»

Stringo la mia mano sulla sua coscia e faccio "no" con la testa, sperando che così capisca che non mi da alcun fastidio che lei sia qui. Che qualsiasi tipo di rancore avessi nei suoi confronti è sparito con l'angoscia di vederla stare male, perché quando è lei a non star bene io ho bisogno di prendermene cura. Sam è così importante per me che mi si spezza il cuore tutte le volte che la vedo soffrire.

«Riccardo... - tenta di dire, ma è complicato per lei pure dar aria alla bocca. – lui... lui mi ha tradita»

Spalanco gli occhi e spero di aver capito male, anche perché, sinceramente, l'unica cosa a cui non posso credere è che Riccardo Genovesi, il ragazzo più innamorato che conosco, possa aver fatto una cosa così brutta a sua moglie.

«Di che stai parlando?» le domando, mentre lei continua ad asciugarsi le lacrime, ma inutilmente visto che non smettono di rigarle il viso, «ehi, tesoro, stai tranquilla, okay?» la mia voce confortante e rassicurante la destabilizza, tanto che la porta a guardami stranita. Sicuramente si aspettava che l'avrei trattata con riluttanza, visto come ci siamo lasciate l'ultima volta ma, anche se sono ancora arrabbiata, in questo momento non riesco a farglielo pesare.