19•capitolo -Lo sapevo...-

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Siria

Spenta, persa...

Eppure devo reagire a questo stato d'inquietudine che mi divora, a quest'impotenza di non poter cambiare gli ultimi avvenimenti.

O forse non voglio neppure cambiarli, vorrei poterli dimenticare che è diverso. Perché fanno così male, distruggono ogni pezzetto di me che stavo con difficoltà cercando di ricostruire.

E chi è stato l'artefice di tutto?

La stessa persona della prima volta, l'unico che io abbia fatto entrare nella mia vita. Ecco perché non me la prendo con lui, cerco di stare calma, di non aggredirlo. Perché non è colpa sua se è fatto così, se non sa tenere fede alle sue promesse, se è un bugiardo senza precedenti. È colpa mia invece che, pur sapendolo, ho cominciato a ricredere in noi. Perché anche se gli ho detto che avevo bisogno di tempo, nella mia testa non c'era tempo che avrebbe trattenuto il mio sentimento così forte per lui, e sarei stata sua entro poco.

Porto le mani sul viso e mi costringo a non piangere, non si merita neppure una mia lacrima e non gli permetterò ancora di farmi tutto questo. Mi divora questo dolore che ho alla bocca dello stomaco, non mi fa respirare e pare che le temperature si siano alzate a dismisura. Mi strappo letteralmente i vestiti di dosso, sento le guance arrossarsi, e poi qualcuno bussa alla porta.

Mi alzo sperando con tutta me stessa che non sia Marco e, quando apro, fortunatamente appare il viso della mia migliore amica che mi guarda con comprensione. Mi ci getto tra le sue braccia, mi stringe, continuo a non permettermi di piangere. È un'odore familiare il suo, mi fa sentire a casa e capita. Mi accarezza la schiena, respira in affanno come se quello che sto provando io, lo stesse provando pure lei.

Questa per me è sempre stata l'amicizia: un sentimento così simile all'amore, ma da cui non devi guardarti le spalle mai. Perché le vere amiche ti stanno accanto, non ti giudicano e, anche se sbagli o sbagliano, tu sai che ti sosterranno nel bene e nel male.

«Tesoro» sospira.

Ci stacchiamo dall'abbraccio, mi oltrepassa e la sento sospirare.

«Non dovevo fidarmi di lui!» ammetto, si gira e mi guarda con un turbamento che le sta spezzando l'anima. «Ho sbagliato e ora è colpa mia se pago le conseguenze»

Scuote la testa e porta le mani sul viso, sembra un'anima in pena.

«Mi dispiace, Siria»

Incurvo la testa, socchiudo gli occhi e la guardo stranita, non è lei a doversi dispiacere, ma quell'insensibile.

«Non devi prenderti colpe che non hai» le faccio un sorriso, pur di vederla stare bene. Non voglio che si preoccupi ulteriormente, «ci sono... ci sono perfino andata a letto, che scema!» mi maledico, lei sbarra gli occhi a queste ultime rivelazioni.

Ispira e poi espira.

«È uno stronzo!» ha la voce spezzata mentre lo dice. Due lacrime abbandonano i suoi occhi, tira su col naso e la guardo stranita da questo suo stato d'animo. «Mi dispiace, Siria. Mi dispiace così tanto» le esce un singhiozzo, mi viene vicino, mi guarda con titubanza, «lo sapevo...» mi si ferma per un attimo il cuore, disperdo il fiato, i miei battiti aumentano nel petto.

«Di che... di che stai parlando?» mi morsico il labbro con forza, mi faccio male, poi mi avvicino a lei e la incalzo, «di che parli, Sam?» alzo il tono di voce, attiro la sua attenzione.

«Di... di Chiara!» poi ha il coraggio di ammetterlo e non ha paura di guardarmi negli occhi. Spero che la veda la mia delusione, spero che ne soffra per il dolore che mi ha appena procurato saperla dalla parte sbagliata.

Another day  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora