Capitolo 55

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POV DI JESS

Quando ero piccola avevo paura. Sempre e di qualsiasi cosa. Mi spaventavo molto facilmente. Non andavo mai in giro per casa da sola, portavo sempre uno dei miei genitori con me. Questo fino a quasi tredici, quattordici anni. Avevo il terrore del buio, dei mostri nell'armadio, del pagliaccio sotto il letto, dei fantasmi, dei rumori improvvisi, dei temporali, dei litigi, delle urla, dei cani che abbaiavano, persino delle persone. Soprattutto delle persone. Avevo l'abitudine di correre fra le braccia di mio papà o nascondermi sotto le coperte nel lettone con mia mamma ogni volta che immaginavo ci fosse qualcuno in camera mia. Ma dalle persone, da quelle non si può scappare. Non sai mai da che parte stiano. Non riesci a primo impatto a capire se siano buoni o cattivi. I mostri si riconosco, le persone no. Tutti mi dicevano che avevo una bella immaginazione e che tutto ciò che pensavo esistesse, in realtà, era solo fantasia. Forse lo facevano per tranquillizzarmi. Con lo scorrere del tempo ho capito da sola che ho sempre avuto ragione o meglio, sin da piccola ho sempre saputo distinguere il buono dal cattivo. I mostri, i fantasmi, i pagliacci, non erano finzione, assolutamente no. Esistevano, eccome se esistevano. Dall'inizio dei tempi. Temevo così tanto le persone, più di queste creature, perché dentro di me, avevo sempre saputo che tutto quello di cui avevo paura, rappresentava l'uomo. I mostri non per forza devono essere brutti e spaventosi, possono essere anche crudeli e avere l'aspetto di una donna amorevole o di un uomo simpatico. I pagliacci, non sono per forza gente mascherata ma, qualcuno di veramente sciocco che per far divertire le persone intorno a sè prende in giro qualcun altro. Ed i fantasmi, quelli più temuti dalla maggior parte dei bimbi, non sono solo persone ormai morte ma, anche ricordi. Ricordi che tornano in mente quando non serve. Quando non è il momento giusto. Tuttora ho paura delle persone attorno a me perché, reincarnano i mostri del mio passato. Ed è stato in quel momento, quando qualcuno ha suonato al campanello, che tutte le mie paure sono tornate vive dentro di me. "Non può essere. Non è vero Jess." Dice Zayn alzandosi dal letto. "Scendiamo." Mi alzo ed entrambi andiamo al piano di sotto. "Louis, Niall, venite con noi." Li tiro per un braccio e tutti e quattro andiamo all'entrata. Sarebbe stato meglio se gli altri fossero tornati prima con Zayn ma ancora erano tutti in giro e noi quattro stavamo per andare incontro al pericolo. "Ragazzi tenetevi pronti." Si avvicina alla porta e di nuovo il campanello suona. "Zayn chiamiamo la polizia." Intimo io. "No, non ha senso ormai. Pronti?" Chiede ai ragazzi e loro annuiscono. Mette la mano sulla maniglia e apre di colpo la porta. I ragazzi si gettano subito sull'ospite indesiderato, accorgendosi solo dopo che non era Patrick ma, i miei genitori.

"Mamma, papà, che cosa ci fate qui?" Urlo io. "Charlotte, sembra che non siano contenti di vederci data l'accoglienza." Ride mio padre rivolgendosi a mia madre. "Oh mio Dio, scusi signor Moore." Dice Zayn imbarazzato. "Si, ci scusi anche a noi signora Moore." Dice Niall allontanandosi da mia madre. "Tranquilli ragazzi." Ridono loro. "Mamma, papà!" Lí riprendo io. "Potevate anche avvertire." Continuo. "Mai sentita la parola 'sorpresa'?!" Risponde mio padre. "Si ma, ora come ora non è il momento adatto per le sorprese." Ribatto io. "Scusateci ragazzi.." Dice mia mamma con tono mortificato. Aveva capito il perché delle nostre reazioni. "Mi dia questa." Zayn allunga un braccio e prende la vaglia di mia mamma.

"Voi andate, tranquilli. Non vogliamo di certo rovinare i vostri piani." Sorride mio padre. "D'accordo, allora a più tardi." Li salutiamo e usciamo.

"Jess, sei sicura che..." Comincia Zayn. "Sicura. Saranno anche stanchi." Rispondo io senza farlo finire. "Il posto è bello?" Chiedo a Niall. "Oh si, è uno dei migliori. Ti piacerà da morire!" Esclama.

Arrivati, Zayn mi apre lo sportello e mi aiuta a scendere. "Con questo vestito sei illegale stasera." Dice con tono malizioso. "Se vuoi torno a casa e mi cambio." Rispondo io con lo stesso tono. Lui si avvicina a me stringendomi "Non ho mica detto questo. Però sappi che stasera, non ti libererai facilmente da me. Sei troppo sexy." Si morde il labbro e poi mi prende la mano per entrare.

Il posto era abbastanza figo. C'era buona musica e la gente sapeva come divertirsi. Ero in fila per prendere un drink quando sento la voce di un ragazzo. "Ehi bellissima, ti va di ballare?" Mi giro e lo guardo. Non era brutto ma io avevo Zayn. Nessuno poteva competere con lui. Il mio ragazzo era fantastico in tutto e per tutto. "No scusa, io..." Pronuncio le ultime parole ma lui non le sente. "Non sono abbastanza figo per una come te? Dai vieni, ti divertirai." Era insistente. "Ti ho già detto di no, sono fidanzata!" Rispondo. "E il tuo ragazzo ti lascia tutta sola essendo a conoscenza della tua bellezza?" Dov'era Zayn in questi momenti?! "Senti adesso devo andare, il mio ragazzo è laggiù." Dico indicando il privè. "Io non vedo nessuno." Non sapevo cosa rispondere perché in realtà non lo vedevo nemmeno io. "Vieni dai." Mi tira per il braccio. "Lasciala immediatamente." Finalmente! "E tu saresti?" Chiede il ragazzo con aria spavalda. "Il suo ragazzo." Risponde Zayn. "Vieni qui Jess." Mi prende la mano e io mi stringo accanto a lui. "Piacere Jess, io sono Chaz." Ma era cretino o cosa? "Piacere Chaz, io sono Zayn." Allunga la mano e gliela stringe facendo un finto sorrisetto. "Non te la mangio, tranquillo." Risponde lui. "Questo è sicuro. Andiamo amore." Mi tira via. "Ti prendo un drink se vuoi." Urla Chaz. "L'unica cosa che devi prenderti, è un palo in faccia." Gli urla Zayn continuando a camminare. Non l'ho mai amato così tanto.

"Eravate scomparsi." Commenta Harry. "Stavamo prendendo un drink." Rispondo subito io. "Amore mi hai fatta morire dalle risate con quella risposta." Dico io ridendo. "E tu mi stai facendo morire con questo in dosso." Io scuoto la testa sorridendo. "Che dite, andiamo a casa?!" Dice Sophia. "Si, qui comincia a farsi troppo confusionario."

"Sono le quattro, posso credere che i miei sono ancora in piedi?" Le luci erano accese e mi stavo preoccupando. "Forse volevano aspettarti." Commenta Louis. "Avanti Lou, non ho più sedici anni." Velocemente scendo dalla macchina e vado ad aprire casa. Tutto era normale ma sussulto quando sento un lamento al piano di sopra. "Mamma, papà?!" Corro su per le scale e vado verso la loro stanza. "Mamma, papà, sono Jess, tutto bene?" Continuo a camminare il più in fretta possibile.

Arrivo nella loro stanza e il cuore si ferma e riprende a battere normalmente quando vedo la luce della loro camera accesa e mio papà che cerca di far addormentare Savannah. "È un osso duro." Mi guarda e sorride. "Già.." Sospiro e i ragazzi arrivano subito dopo. "Non vuole dormire e siamo disperati." Si lamenta mia mamma. "Posso provare io?" Si fa avanti Niall. Non lo avevo visto tutta sera. Era con Emma. "Certo tesoro." Sorride mia madre. Niall prende mia sorella in braccio e le canta una canzone.

"Grazie Niall, sei stato bravissimo." Mio papà lo ringrazia. "Di niente signor Moore." Risponde lui. "Oh, chiamami anche Eric." Sorride. "D'accordo Eric." Scoppia a ridere Niall. Era in imbarazzo. "Andiamo a dormire Niall." Lo porto via. "Scusatelo, quando è nervoso ride."

"Finalmente sei qui." Zayn era già a letto. "Scusa ma ho portato Niall in camera sua. Aveva cominciato a ridere." Rispondo io mettendo il pigiama. "Hai fatto bene allora." Ridacchia lui. "Vieni quiii." Mi fa gli occhi da cucciolo e corro sotto le coperte ad abbracciarlo. "Domani spostiamo i tuoi di camera." Dice dandomi baci sul collo. "Perché?" Chiedo io. "Sono troppo vicini a noi e non vorrei rimanessero turbati." La mia risata scoppia nella stanza. "Sono serio vedi." Ma si tradisce, ridendo anche lui. "Dormiamo?" Dice stringendomi. "Si, sono troppo stanca.." Mi tira fra le sue braccia e ci addormentiamo.

POV DI ZAYN

Jess era crollata mentre io non riuscivo a chiudere occhio. Oggi sono successe troppe cose e ho avuto davvero paura. Poi quel tipo che ci stava provando con la mia Jess. Ma come si era permesso?! Lei forse è troppo per me e i ragazzi le girano sempre intorno ma non permetterò a nessuno di portamela via. Sono così felice adesso, in questo letto con la mia bambina fra le braccia. Non potrei desiderare di meglio. "Ti amo e ti sposerò. È una promessa." Si dice che la notte è il momento della giornata in cui l'uomo è sempre più sincero. La notte è fatta per dormire ma io, spesso, la passo a riflettere. Quando Jess non c'era, non dormivo quasi mai e mi sono abituato a stare sveglio anche di notte. Non sono mai stato uno pauroso. Ho sempre creduto che la paura è solo uno stupido modo per renderci ancora più insicuri. Se hai paura ti rifugi e cerchi aiuto nelle altre persone, il che ti rende debole e fragile agli occhi della gente. Ho imparato ad accettare tutto ciò che c'era di strano intorno a me e niente mi ha più spaventato. Nemmeno il buio. Più che altro avevo paura di ciò che c'era dentro di esso. Forse questa è l'unica mia paura. Ciò che si cela nell'oscurità. Ecco perché la tengo più stretta a me. Non so cosa c'è nel buio del nostro piccolo mondo ma, quello che prima c'era me l'aveva portata via. Devo imparare a far si che l'oscurità, non mi porti via ancora una volta, l'unica luce della mia vita.

Half a heart ||Z.M.||  (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora