Capitolo 56

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SERA :) PRIMA DI TUTTO VORREI SCUSARMI SE NON HO AGGIORNATO IN QUESTI GIORNI E SE IL CAPITOLO NON È ABBASTANZA LUNGO. POI VORREI DIRVI CHE PURTROPPO NON HO IL TEMPO DI RILEGGERE PERCIÒ, SE TROVATE ERRORI SEGNALATELI COSÌ POI LI CORREGGERÒ. SIAMO QUASI ARRIVATI ALLA FINE, INTANTO VI AUGURO UNA BUONA LETTURA :*

POV DI JESS

"Mamma, ti aspetto in macchina." Stamattina io e mia madre volevamo passare del tempo insieme. Avevo molto da raccontarle e potevo vedere dai suoi occhi che nella sua testa già da un paio di giorni, le frullavano mille domande. In macchina c'era un freddo pazzesco e per un attimo avevo l'intenzione di tornare dentro casa al caldo fra le braccia di Zayn ma l'arrivo di mia mamma rovina i miei piani. "Jess, accendi il riscaldamento, fa troppo freddo qui!" Esclama lei sfregandosi le mani congelate. Metto in moto e partiamo. "Allora, cosa ti va di fare?" Chiede facendo finta di non avere alcuna idea. "Mamma, sappiamo entrambe benissimo che sai già cosa fare." La guardo ridendo. "Ti conosco troppo bene." Concludo. "Ti va di andare da Starbucks?" Chiede ed io annuisco. "Posso mettere un pó di musica durante il tragitto?" Chiedo sapendo che lei odia la musica quando siamo insieme. Dice sempre che mi estraneo dal resto del mondo. "Sai bene come la penso, però oggi mi sento buona." Ridacchia lei, così accendo la radio. "Ohhh questa, lascia questa." Era una canzone un pó vecchia. "Mamma ma risale a un secolo fa." Rido io. "Fammi cambiare." Allungo la mano e lei la toglie. "Mamma!" Esclamo. "Jessica." Risponde lei. "Dai, non mi piace." Sbuffo io. "La ascolti di continuo. Mi è uscita dalle orecchie. Mi spieghi perché ti piace così tanto?" Chiedo. A questo punto volevo sapere perché le piacesse così tanto. "È una storia che troverai noiosa." Risponde schietta. "Adesso me lo dici." Continuo io. "D'accordo, d'accordo." Si gira verso di me e la guardo un attimo per poi tornare a fissare la strada. Nei suoi occhi c'era una luce diversa. Questa canzone doveva avere più importanza di quanto credessi. "Ero con tuo padre in ospedale il giorno in cui passarono questa canzone. Dovevamo andare a fare dei controlli perché ci avevano detto che forse ci sarebbero state delle complicazioni e che tu non saresti nata sana. Eravamo entrambi molto spaventati, non eravamo pronti a una cosa del genere alla nostra età. In realtà non si è mai pronti ad una notizia del genere. Entrati nella stanza, una dottoressa ci stava aspettando. Ero nervosa, non sapevo come prendere questa situazione. Come poterlo dire ai miei che già si erano rifiutati di aiutarmi. E soprattuto non sapevo se tuo padre sarebbe rimasto con me fino alla fine. Avevo paura che anche i suoi genitori non avrebbero accettato la nostra situazione, più mia direi, perché lui poteva anche tirarsi indietro. Dopo i controlli, la dottoressa uscí dalla stanza e ci fece aspettare un bel po' di minuti. La paura si faceva sempre più grande e mi sentivo quasi morire quando finalmente tornó dentro e si mise seduta di fronte a noi." Questa storia mi stava appassionando così tanto che giravo con la macchina inutilmente senza fermarmi. "Vostra figlia è sana. Siete stati davvero fortunati." Continua mia mamma. "Mi ricordo che a quelle parole scoppiammo entrambi in lacrime. Dopo aver ringraziato e salutato la dottoressa, uscimmo dalla stanza ed entrammo in ascensore e fu lí che passarono questa canzone. Sentivo che da quel giorno la mia vita finalmente, stava cominciando a sorridermi e ne ero felicissima. Avevo accanto un uomo che mi amava davvero e presto una figlia che mi avrebbe portato tanta felicità." Le tocco la mano e appena cerco di parlare lei mi blocca. "Aspetta, non ho finito." Dice dolcemente. "Sembra quasi una coincidenza ma, il giorno in cui stavi per nascere, nel tragitto da casa all'ospedale, decisi di accendere la radio per concentrarmi su altro e non pensare ai dolori e passarono proprio quella canzone. E ricordo che sul mio volto si formò un sorriso enorme. Mi sembrava quasi un segno. Quando nascesti, decisi di chiamarti Jessica, proprio come la cantante di quella canzone, perché secondo me, era la tua, la nostra canzone." Non mi era mai passato per la mente di chiedere ai miei il perché del mio nome e adesso che lo so, non lo odio più così tanto. Non pensavo nemmeno che per mamma questa canzone potesse avere un così grande significato. "Fermiamoci qui." Girando e girando alla fine ero arrivata ugualmente da Starbucks.

Half a heart ||Z.M.||  (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora