Capitolo 53

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Perdonatemi se il capitolo non è abbastanza lungo. In questi giorni non penso di poter aggiornare perciò l'ho fatto adesso. Vi auguro buona lettura :**

POV DI ZAYN

Sono su questo aereo. Non so di preciso che ore sono, so solo che ogni minuto che passa mi avvicino sempre di più a New York. Quell'intervista è stata la cosa più brutta che potessi mai fare. Jess l'aveva vista. Non le ho ancora fatto gli auguri per il compleanno e mi sento una merda. È successo tutto troppo in fretta e non ho avuto la possibilità di chiamarla o di mandarle anche un misero messaggio. Non so cosa fare nè cosa dire. Le mie parole sono state dure ma non c'era nemmeno un briciolo di verità. Guardo fuori dal finestrino e il cielo sta cominciando a incupirsi. Sono scappato da Londra e da quello stupido studio solo per volare a New York dalla mia ragazza. Nessuno sa che sono qui. Magari mi stanno cercando in qualche parte di Londra o magari no ma, non mi importa. La casa discografica ha commesso l'unico errore che non doveva commettere e adesso, anche se le conseguenze saranno gravi, l'unica cosa che mi interessa è spiegare a Jess come stanno realmente le cose.

POV DI JESS

Tornare bambini aiuta. Aiuta a sentirsi un po' meno fragili ed un pó più protetti. Non ho mai avuto fretta di crescere. Non ho mai avuto l'intenzione di prendere il primo aereo, o il primo treno e andare via. Mi piaceva essere piccola. Vivere la vita alla giornata. Non preoccuparmi del futuro. Aspettare il Natale con tanta emozione. Vedere Babbo Natale scendere giù dalle scale con un grande sacco pieno di regali. Vedere la neve cadere e ammirarla per ore a bocca aperta per lo stupore. Poter piangere senza la paura di essere vista. Giocare pomeriggi interi al parco con gli amici. Passare lunghe giornate accoccolata sul divano con la mamma e il papà. Lamentarsi quando arrivava la febbre perché non avevo voglia di rimanere chiusa in casa. C'è sempre quella voglia, quella speranza di rimanere piccoli per sempre. Poi però si cresce, inevitabilmente. Quello che prima era il Natale, diventa la solita festa dove tutti sono un po' più felici e gentili. Quello che prima era Babbo Natale, diventa il papà che porta a casa delle buste con dei regali. Quella che prima era la neve, diventa una seccante massa bianca per le strade che impedisce di uscire e stare con gli amici. Quelli che prima erano lunghi pianti assordanti, diventano pianti pieni di silenzi, con cuscino pieno di lacrime, trucco e cuori spezzati. Quelli che prima erano pomeriggi al parco a rincorrersi con gli amici, diventano giornate seduti al bar a bere qualcosa. Quelle che prima erano le giornate passate con mamma e papà, diventano, giornate chiusi in casa ad abbracciare uno stupido cuscino e guardare qualche programma alla televisione. Basta con i cartoni, con le storie della buonanotte, con le canzoncine e le filastrocche. Quella che prima era una stupida e noiosa febbre, diventa quasi una vittoria. Niente scuola quindi di conseguenza, niente problemi. Ecco, la scuola, un altro stupido modo per ricordare a noi ragazzi che non siamo mai abbastanza. Non bastano i cuori spezzati, gli specchi troppo sinceri, i genitori troppo pesanti, non basta l'adolescenza in generale. No. Ci si mette di mezzo anche lei. Quello stupido luogo dove ogni giorno, qualsiasi ragazzo si reca, sperando di sopravvivere all'inferno che lo aspetta. Non volevo crescere e invece è successo e anche troppo velocemente. Sono di nuovo sola in camera. Seduta sul davanzale della finestra. Il cielo si è fatto più scuro, la pioggia comincia a cadere e fuori c'è freddo. È così strano come tutto questo rappresenti il mio stato d'animo. Zayn non ha chiamato, Scarlett non ha chiamato, nessuno ha chiamato. Oggi non è per niente un bel giorno. Avevo detto a mamma di far venire lo stesso i miei amici e qualche parente, non volevo rimanere sola e tutti erano andati via troppo presto oggi.

Sento la porta chiudersi e delle voci provenire dal piano di sotto. Mi aggiusto, mettendo un pó di trucco e scendo stampandomi un finto sorriso in faccia.

"Ecco la festeggiata." Matty mi viene incontro e mi abbraccia. "Tanti auguri Jess." Sorride e mi da un pacco enorme. "Questo è da parte di tutti noi." Dice indicando i miei amici. "Ragazzi, grazie mille, non dovevate." Rispondo io. "Questo aprilo dopo che sono arrivate le pizze." Dice papà sorridendo. Così andiamo tutti a sederci.

Half a heart ||Z.M.||  (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora