Evelyn
Licenziata.
Che disastro. Che ingiustizia. Penso che stilando una classifica delle cose peggiori che potessero accadermi in quel momento della vita, fosse al primo posto.
<<Tirati su, Eve. Può capitare a tutti>>. Non riuscivo neppure a staccare la fronte dal tavolo in vetro, mentre il mio amico tentava di consolarmi.
<<È già la seconda volta in meno di sei mesi! Sai quanto mi ci è voluto per trovare questo impiego?! Non sono più una ragazzina che puoi mettere a fare qualsiasi cosa>>.
David sospirò. <<Sempre la solita esagerata. Non sei sull'orlo dei quaranta e non arrivi neppure ai trenta! Dovresti prendere la vita con un filo più di serenità>>.
Facile a dirsi. Non facevo che ripetertermelo per non suonare troppo negativa ma non è che ci credessi più di tanto.
Mentre pronunciava queste parole, infatti, io mi persi a fissarlo disillusa con una mano che reggeva a fatica la testa. Il discorsetto di "prendere le cose come venivano" aveva svanito i suoi effetti dopo lo scorso licenziamento. Dovevamo guardare in faccia la realtà ed ammettere che fossi senza dubbio alcuno in un bel casino.
<<Non sono esagerata, Dave. Sono alle porte dei trenta, non ho un fidanzato né qualcosa che ci assomigli. La mia famiglia non ha mai approvato nessuna delle mie scelte e i miei genitori si vergognano di parlare in giro di me. In più, come se tutto ciò non bastasse, ora sono disoccupata con l'affitto da pagare e debiti da saldare. Puoi davvero trovare qualcosa di positivo in tutto questo?>>. Melodrammatica ero sempre stata ma non esageravo quando dicevo di essere messa male.
David si era fermato di fronte a me con una camicia tra le mani ed un'espressione basita, resa ancora più evidente dai suoi occhi chiari nascosti da quegli occhiali alla Harry Potter che portava da quando ne avevo memoria.
<<Certo che la tua vita fa proprio schifo>> concluse arrendevole, facendomi leggermente sorridere. Lo conoscevo dal liceo. Negli anni lui era l'unico ad essermi rimasto sempre accanto, sia nei bei momenti che in quelli brutti ed io avevo fatto lo stesso per lui.
Era stata dura per David rendersi conto al liceo che, al posto delle sue compagne di classe, preferiva guardare i suoi compagni durante educazione fisica. E, come se questo non fosse stato sufficiente, quando il padre l'aveva scoperto aveva smesso di guardarlo negli occhi, obbligando così il figlio ad andarsene di casa compiuti i diciotto anni. All'epoca, non ero riuscita a comprendere dove avesse trovato le forze per cacciare un figlio ed ora più che mai mi era impossibile comprenderlo, soprattutto conoscendo David. Era un ragazzo meraviglioso che nella vita aveva sofferto fin troppo.
<<Adesso che cosa faccio? Che cosa dico ai miei?>>. Quello era il problema più grande.
<<Troveremo una soluzione. Checché tu ne possa dire, hai ventisei anni ed una gran voglia di fare. Qualcuno ti assumerà sicuramente>>.
Sparì per alcuni istanti dietro uno scaffale per poi tornare con una pila di magliette dal gusto imbarazzante tra le mani. Non riuscii a trattenere un'espressione dubbiosa. Chi mai l'avrebbe comprata?
<<Togli "commessa" dall'elenco di possibili impieghi>> buttò lì scoppiando subito dopo a ridere.
Feci una smorfia senza capire. <<Ho già fatto la commessa>>.
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Chiedimi Qualsiasi Cosa
RomanceInfatuarsi della propria vicina è stata una svista adolescenziale. Ma riscoprirsi innamorato della sorella della propria ragazza è da considerarsi un vero e proprio problema per Oliver. Laureatosi recentemente a Yale con il massimo dei voti, è ad Ol...