Evelyn
Di male in peggio. Ecco come si poteva definire il colloquio appena terminato con il capo del personale di un ufficio molto simile a quello in cui lavoravo fino a pochi giorni prima. Mi aveva spedita lì mia madre, dopo avermi messa al rogo domenica a pranzo. Quella scenata aveva obbligato zio Luke a trovarmi un possibile rimpiazzo prima che sua sorella implodesse davanti a tutti. Avevo apprezzato il suo gesto, soprattutto perché mi aveva salvata dall'umiliazione pubblica a cui mia madre mi stava esponendo, però ero stanca di dipendere dalle conoscenze della mia famiglia per trovare un impiego. Non ero così inetta da aver sempre bisogno di raccomandazioni, soprattutto dallo sceriffo della città. Per non togliere il fatto che pareva sempre che mi sminuissero.
Ero perfettamente in grado di trovarmi un lavoro da sola.
La vetrina minuziosamente decorata e l'insegna riportante la scritta in corsivo "I Dolci di Clara" mi fecero tirare un sospiro di sollievo. Il profumo inconfondibile di dolci appena sfornati mi raggiunse prima ancora di aprire la porta della pasticceria.
Entrai già pregustando il mio dolce di consolazione e sorrisi ad un signore anziano tutto solo seduto ad un tavolino. Quel luogo, anche dopo tanti anni, aveva ancora un gran successo ed il merito era tutto della proprietaria. Andavo sempre lì al liceo, per colazione o per merenda quando mi capitava. Era un luogo di ritrovo accogliente e soprattutto dove poter gustare i migliori dolci di tutta la città.
Il sorriso di Clara mi accolse con sorpresa non appena la donna alzò lo sguardo da un quaderno su cui stava prendendo appunti. <<Evelyn! È un piacere vederti di nuovo qui. Come stai?>>.
Speravo vivamente non mi ponesse quella domanda. Non ero triste, delusa forse, e sinceramente avrei preferito parlare d'altro che della mia vita disastrata.
<<Salve, Clara>>. Forzai un sorriso, appoggiandomi al bancone. <<Sto... bene? Se così si può dire. Sono appena uscita da un colloquio>>.
<<Uh, ottimo. Com'è andata?>>.
<<Su una scala che va da "non hanno intenzione di assumermi" a "mi hanno fatto il colloquio solo perché è intervenuto mio zio", direi... male? Non ce la faccio più, sono stanca>>.
Sentii gli occhi pizzicare e, d'istinto, abbassai lo sguardo. Non ero andata lì per piangermi addosso, avevo solo intenzione di consolarmi rimpinzandomi di dolci e bere qualcosa di caldo. Nulla di più. Non capivo perché dovesse essere tanto difficile.
Clara posò una mano sulla mia spalla in segno di conforto, per poi rialzarmi il viso con delicatezza. Trovai i suoi occhi ad attendermi con l'intenzione di infondermi un po' di calma.
<<Non rattristarti ora. Se ti butti giù vedrai la situazione più nera di quanto è in realtà>>.
<<Ora mi passa, è solo un momento>>. Era normale routine per me, mi serviva solo un attimo. Mi asciugai gli occhi con una mano e forzai un uteriore sorriso per non angustiarla.
Clara annuì incerta ma decise comunque di cambiare discorso. Gliene fui grata. <<Che cosa porto alla mia cliente preferita?>>.
<<Un thé caldo, sicuramente, e la tua famosa sfogliatella alla crema. Ho bisogno di andarci giù pesante>>.
<<Oh no, te le sconsiglio>>.
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Chiedimi Qualsiasi Cosa
RomanceInfatuarsi della propria vicina è stata una svista adolescenziale. Ma riscoprirsi innamorato della sorella della propria ragazza è da considerarsi un vero e proprio problema per Oliver. Laureatosi recentemente a Yale con il massimo dei voti, è ad Ol...