Oliver
Era scappata. Dopo anni passati a contemplarla da lontano, Evelyn Meyer mi aveva baciato e poi era fuggita via. Senza che potessi fare nulla per impedirlo. Stentavo a crederci. Avevo il cuore in gola e mi tremavano le mani. E no, non era colpa dell'alcol.
Sospirai appoggiandomi al bancone con le braccia. Ero frastornato. Il barman venne verso di me e mi chiese di ordinare: <<Una birra>>. Mi serviva qualcosa da poter assaporare sorso dopo sorso. Ora come avrei fatto a togliermi il sapore delle sue labbra dalla testa? Erano bastati pochi istanti per registrarlo e non volevo già farne più a meno.
Bevvi un sorso di birra. Non mi importava più che Jason mi vedesse perché, a quel punto, sarei stato io a non vedere lui. Era sparito tutto quando mi aveva baciato.
Al diavolo.
Agguantai la bottiglia e con passo deciso mi avviai nella stessa direzione dove avevo guardato Evelyn allontanarsi. Dovevo trovarla. Avevo bisogno di parlare con lei urgentemente. Quantomeno, per verificare che stesse bene. Quando si era allontanata l'avevo vista sconvolta. Molto più di me.
Guardai ovunque. Anche nei bagni. Non era da nessuna parte. La musica alta cominciava ad infastidirmi, non mi aiutava affatto a pensare ed io ne avevo un disperato bisogno in quel momento. Sul punto di rassegnarmi al fatto che ormai se ne fosse andata, decisi di uscire a prendere una boccata d'aria. Non poteva che farmi bene.
Inspirai profondamente chiudendomi il giubbotto. Che serata assurda. Era contemporaneamente il giorno più bello e più strano di tutta la mia vita. Andrew non ci avrebbe mai creduto. Anch'io non avevo ancora metabolizzato la cosa.
Alzai il capo facendo lo slalom tra alcuni ragazzi e fu in quel momento che la vidi. Era seduta su una panchina avvolta dal suo cappotto color camoscio che le lasciava le gambe scoperte. Era perfetta. Anche tremante al freddo e intenta a scappare dal sottoscritto.
Mi avvicinai cauto e mi sedetti accanto a lei, passandomi la birra da una mano all'altra.
<<Ciao>>. Fu come tirare un sospiro di sollievo.
<<Ehi...>>.
<<Cosa fai qui?>>.
<<Aspetto un taxi. Si è fatto tardi e sono stanca>>. Si giustificò tenendo il capo chino. Fissava con insistenza le unghie laccate con uno smalto rosa chiaro e non accennava a volermi guardare.
<<Già...>>. Era assurdo. Avevo così tante cose da dirle e da chiederle. Ma non trovavo le parole. Mi ero bloccato.
<<Senti, Oliver, per prima... Ti chiedo scusa>>.
Annuii comprensivo e le porsi la bottiglia di birra. Ne bevve un lungo sorso prima di continuare.
<<Ero nel panico. I-io non volevo né avrei dovuto baciarti. Non so che cosa mi sia preso>>.
<<Questo l'avevo capito. Ti va però di spiegarmi il motivo?>>. La verità era che fossi lì esattamente per quello. Sapere che cosa fosse capitato nel locale e capire perché fosse corsa via in quel modo. Non aveva mai manifestato interesse per me. Il suo gesto era stato del tutto inaspettato. Non come per me che, potendo, sarei rimasto così per il resto della serata. Sul suo viso leggevo solo pentimento.
Mi riscossi. <<Il fatto è che... Ho rivisto il mio ex e non ci siamo lasciati proprio benissimo. Sono entrata nel panico e non volevo che facesse caso a me o che mi vedesse sola>>.
Ora tutto aveva un senso. In pratica ero stato il perfetto diversivo, se non un vero e proprio mezzo, per far ingelosire il suo ex fidanzato. Grandioso, potevo prendermi a sberle da solo adesso.
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Chiedimi Qualsiasi Cosa
RomanceInfatuarsi della propria vicina è stata una svista adolescenziale. Ma riscoprirsi innamorato della sorella della propria ragazza è da considerarsi un vero e proprio problema per Oliver. Laureatosi recentemente a Yale con il massimo dei voti, è ad Ol...