Capitolo 27

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Evelyn

<<Ah, non so se te l'avevo detto ma ho iniziato lo stage>> disse ad un tratto Isabelle, indaffarata a frugare nel suo armadio. <<Mi hanno assegnata alla scuola elementare di Old River. Hai di fronte a te l'aiuto dell'aiuto insegnate del secondo anno>>.

<<Mh, ah sì? No, non me l'avevi detto. Come ti trovi?>>.

<<Abbastanza bene, non pensavo. I bambini sono fantastici ed è sicuramente meglio che passare le mie giornate sui libri. E poi sono gentili con me>>. Isabelle aveva davvero un talento innato con i bambini. Era straordinario il modo in cui si faceva ascoltare ed ubbidire da loro. Doveva solo smettere di fare lei stessa la bambina e prendere in mano la sua vita.

<<Se lavori come si deve magari possono assumerti in futuro e non sarebbe affatto male. Non sprecare questa opportunità>>.

<<Oddio, parli come mamma adesso>> sbuffò tirando fuori un maglioncino rosa da una pila di vestiti.

<<Mamma ogni tanto ha ragione. Come quando dice che dovresti essere più ordinata>>.

<<Il mio è un disordine ordinato. Non criticare>>.

Alzai le mani in segno di resa. Mia sorella era forse l'unica persona con cui non ero mai riuscita a vincere un dibattito. Aveva sempre ragione, anche quando fosse palese che avesse torto. Con gli anni avevo imparato a non mettermi a discutere per il bene di tutti. Soprattutto il mio.

<<Già, non te l'ho detto!>> sembrò illuminarsi un attimo dopo. <<Ricordi il tipo con cui uscivo?>>.

Come se fosse facile ricordarseli tutti. Ce n'era uno diverso alla settimana. <<Mike?>> tentai.

<<Johnny>>.

<<Oh sì, Johnny...>>. No, non me lo ricordavo. Dovevo essere rimasta indietro.

<<Comunque, non ci esco più. Mi ha stancata>>.

<<Come mai?>>. Non che fossi davvero interessata alle dinamiche. Anzi. Avrei preferito non parlare di ragazzi per almeno un mese. O un anno. Stavo facendo di tutto per non pensare a Oliver. O meglio, avevo fatto di tutto per non pensarci. Le mie intenzioni erano appena fallite miseramente. Gli avevo chiesto del tempo, tempo che non ero sicura mi servisse veramente. E pensare ai drammi amorosi di Isabelle non mi faceva bene. Per niente.

<<Troppo rozzo e maschilista. Era un idiota, in pratica... Sono tutti degli idioti!>>.

<<Posso confermare>> mi scappò un sorriso. Ne avevo di esempi a favore di questa tesi. Anche troppi.

<<Tranne Oliver...>> concluse in un sospiro.

Forse avevo capito male. Era altamente probabile. Ormai pensavo solo a lui.

<<C-come?>>.

<<Oliver>> ribadì. Sentii mancarmi il fiato per alcuni istanti. Guardavo mia sorella ma in realtà la mia mente era da tutt'altra parte. Il cuore mi batteva in modo sconsiderato in attesa che continuasse. Una strano moto d'ansia si impadronì di me.

<<Sì, insomma...>> disse tranquilla, <<So di aver detto che non era il mio tipo ideale. Però è anche vero che lui ci teneva a me e mi trattava con rispetto. Non ci sono molti ragazzi così oggigiorno e forse non troverò mai più uno come lui>>.

<<Sei... sei pentita di averlo lasciato?>>. Ero talmente nel panico che riuscivo malapena a parlare. Non poteva dire sul serio. Non dopo tutto quello che era successo. L'unico motivo per cui mi ero data un'opportunità con Oliver, era perché lei aveva detto di non esserne innamorata.

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