Capitolo 7

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Oliver

Avevo preso la mia decisione. Inutile stare lì a parlarne o discuterne. Quel venerdì sera ero ubriaco, arrabbiato e nervoso ma la solfa non cambiava. Avevo chiuso. Con Mark, con Isabelle. Avevo chiuso con tutti. Avrebbero potuto agire in un miliardo di modi per non far passare me per il cretino di turno ma avevano preferito tradirmi. E per delle persone del genere non c'era più spazio nella mia vita.

<<Non voglio più vedere una Mayer neppure in foto>>. Ed ero fermo e deciso su quel punto. Mai più.

Il mio interlocutore mi guardò scettico, distogliendo per la frazione di un istante gli occhi dal suo lavoro.

<<Ed Evelyn che cosa ti avrebbe fatto, adesso?>>.

Incredibile come Andrew riuscisse ad estrapolare da un intero discorso solo quello che gli interessava.

<<Tu credi davvero che non lo sapesse?>>. Era ridicolo, erano sorelle.

<<Da quello che mi hai detto, sì. Era stupita quanto te>>.

Mi era balenato per la testa che la mora fosse all'oscuro di tutto, era rimasta basita quanto me in quel bagno. Però non potevo scordarmi della figura fatta di fronte a lei. Ero ubriaco e mi ero messo a nudo, senza ragionare troppo sulle conseguenze. Per questo ero deciso a non vederla più. Sarebbe stato umiliante e lei mi avrebbe guardato come facevano le psicologhe del mio vecchio liceo. Non sarei riuscito a sopportare di nuovo quegli sguardi preoccupati. Anche perché, io stavo bene.

<<Non mi interessa. Ho chiuso con entrambe>>.

Non volevo rischiare di incrociare Isabelle neppure per caso uscendo di casa. Sapevo fosse del tutto irrazionale il mio comportamento, eravamo vicini di casa in fin dei conti, però era quello che mi sentivo in quel momento. Non volevo vedere nessuna delle due per ora.

<<Non ci credo...>>. A Drew scappò una risata, puntandomi contro un attrezzo. <<Lei ti piace ancora?>>.

<<Cosa?! No! Sei impazzito?>>. Quella conversazione stava prendendo una strada senza senso, quanto pericolosa.

<<Io non ho detto chi. Inoltre, la mia era una domanda e hai avuto una reazione che vale più di una risposta vera e propria>>. Mio cugino sorrideva soddisfatto, sotto il mio sguardo infastidito.

<<Tu non stai bene. Avevo quanto? Quindici anni? È assurdo>>. Distolsi lo sguardo e sbuffai. Era inverosimile che dopo tutti quegli anni io avessi ancora una stupida cotta adolescenziale per una ragazza più grande. Avevo passato da un pezzo quel periodo.

<<Oliver, sei un uomo adulto, puoi ammettere che ti piace una ragazza>>.

<<Ma non è così!>>.

<<Secondo me ti stai comportando come un ragazzino. Hai il diritto di provare qualcosa per una ragazza, però se ne sei sicuro...>>.

Quella conversazione morì lì esattamente come era cominciata. Ero andato da lui per cercare un po' di conforto dopo la rottura con Isabelle ed eravamo finiti a parlare di Evelyn.

Quella stupida ossessione per la mia vicina di casa era cominciata dopo la morte di mio padre. Un momento di debolezza che aveva portato il me allora quindicenne a prendersi una sbandata per la bella ed intrigante diciassettenne che vedevo di continuo dalla finestra della mia camera. Era passato tanto tempo da allora.

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